Scambio di ambasciatori

Scambio di ambasciatori VATICANO Normalizzate per la prima volta nell'Est le relazioni religiose Scambio di ambasciatori La Chiesa avrà piena personalità giuridica CITTA' DEL VATICANO DALLA REDAZIONE ROMANA Tra Stato e Chiesa, in Polonia, il disgelo è ormai irreversibile: a breve termine dovrebbe avvenire lo scambio degli ambasciatori. Il segnale viene dal Vaticano, che ha reso pubblica una lettera scritta dal Papa al cardinale Glemp, primate di Varsavia. Nel documento, che risale all'11 aprile, Giovanni Paolo II spiega che le mutate condizioni storico-sociali fanno considerare obsoleta l'ipotesi su cui erano partiti i negoziati: prima — diceva Paolo VÌ — è necessaria una convenzione Stato-Chiesa, e solo in seguito può avvenire la nomina dei rappresentanti. Og- S", invece, precisa il Santo Pa•e, è «possibile ed opportuno» inviare un rappresentante a Varsavia. In pratica il governo polacco riceve un importante riconosci¬ mento sul piano internazionale, diventando il primo Paese dell'Est a intrattenere pieni rapporti con il Vaticano. Si tratta inoltre d'un banco di prova per normalizzare la questione confessionale che tanto preme a Mosca, dove peraltro la nuova legge sul riconoscimento delle organizzazioni religiose è ancora lontana dall'essere approvata. Sul piano strettamente interno, il riconoscimento ufficiale prelude alla piena personalità giuridica della Chiesa cattolica in Polonia, e anche questo passo rappresenta una novità. In aprile, durante la sua ultima visita in Vaticano, Lech Walesa disse che nei difficili anni della crisi politica «la Chiesa ha fatto da arbitro, un arbitro tanto bravo da portare alla vittoria entrambi i contendenti». Non c'è dubbio che il ristabilimento delle relazioni diplomatiche, interrotte 44 anni fa in seguito all'entrata della Polonia nel blocco dell'Est, costituisce, da parte vaticana, un importante avvallo al lavoro di ricucitura operato dal governo e alle recenti riforme elettorali. Il Pontefice a questo proposito scrive che lo scambio di ambasciatori «serve al bene della Polonia», e ricorda che la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche con 117 Paesi oltre ad essere presente negli organismi internazionali. Solo sotto l'attuale pontificato sono state aperte 30 nuove rappresentanze. Probabilmente, comunque, a Varsavia non verrà inviato un nunzio apostolico ma un pronunzio. In pratica le due cariche si equivalgono. L'unica differenza consiste nel fatto che per antica consuetudine il primo diviene il decano del Corpo Diplomatico, ima prassi che potrebbe creare qualche problema in un Paese socialista.

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Glemp, Lech Walesa, Paolo Vì

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Mosca, Polonia, Varsavia