Parigi tiepida per Gorbaciov di Enrico Singer

Parigi tiepida per Gorbaciov Inizia oggi una visita segnata dalle tensioni etniche e dalla «prudenza» francese Parigi tiepida per Gorbaciov Mitterrand è deciso a non abbassare la guardia dell'equilibrio strategico nucleare Il capo del Cremlino ha chiesto di essere tenuto in «contatto permanente» con Mosca PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Cinquecento bandiere rosse che sventolano lungo gli Champs Elysées e una maxi-corona composta da tutti i vessilli dei Paesi d'Europa (dell'Ovest come dell'Est) che cinge l'edificio centrale dell'aeroporto. La Parigi che accoglie oggi Michail Gorbaciov non ha lasciato nulla al caso. Al protocollo delle grandi occasioni ha aggiunto un tocco simbolico, un richiamo a quella «casa comune» europea che il leader sovietico va proponendo come prospettiva per colmare i vecchi ed anche gli attuali fossati. Ma le migliaia di metri quadrati di tela utilizzate per addobbare la città non devono ingannare. Quello che sta per cominciare, e che si concluderà giovedì con un discorso di Gorbaciov al Consiglio d'Europa di Strasburgo, è un vertice dai contorni in chiaroscuro. In Francia il termometro della «Gorbimania» non ha mai raggiunto i gradi della vera feb¬ bre e pochi prevedono accoglienze popolari calorose del tipo di quelle riservate al Presidente sovietico a Bonn. Certo, le previsioni possono essere sempre smentite, ma la pioggia di sondaggi d'opinione che ha precedeuto l'arrivo di Gorbaciov mostra che i francesi sono più prudenti di molti loro amici occidentali nei giudizi sulla «nuova Urss». L'ultima inchiesta (pubblicata ieri da «Le Monde») mostra, per esempio, che nella speciale classifica dei «Paesi più minacciosi» l'Unione Sovietica occupa il secondo posto subito dopo l'Iran. Ma, soprattutto, rivela che le riforme introdotte da Gorbaciov sono giudicate un «cambiamento profondo e durevole» dal 44 per cento dei francesi e una «ristrutturazione che non rimette in causa il sistema» dal 41 per cento. Le opinioni, insomma, sono contrastanti. E sono lo specchio di un atteggiamento generale che si ritrova nel vertice politico. Appena il 18 maggio scorso, nella sua conferenza-stampa sulla politi¬ ca internazionale, il presidente Frangois Mitterrand ha detto, a proposito dei rapporti tra l'Europa e l'Urss, che «non si deve andare più in fretta del necessario», che «bisogna attendere che l'evoluzione si confermi», senza intralciarla, ma anche senza «abbassare la guardia». La guardia che Mitterrand non vuole abbassare è quella dell'equilibrio strategico nucleare. Il tema più delicato del dialogo franco-russo. Su tutto il resto — prudenza a parte — il panorama si schiarisce. Dalla visita a Parigi scaturiranno ventuno accordi bilaterali (in campo culturale, economico e sociale) e una serie di «impegni comuni» che saranno precisati nei tanti momenti di contatto previsti dal programma: tre colloqui Gorbaciov-Mitterrand (compresa una cena nell'abitazione privata del presidente nel Quartiere Latino), un incontro con il premier, Michel Rocard. Un calendario fitto per le prossime 48 ore che sarà concluso, giovedì, dal discorso davanti al Consiglio d'Europa, a Strasburgo, che è atteso come un nuovo «messaggio» di Gorbaciov agli europei. Tra le occasioni meno formali della visita a Parigi, c'è ima puntata in piazza della Bastiglia (oggi) per vedere il nuovo teatro dell'Opera che sarà inaugurato il 14 luglio in occasione del Bicentenario della Rivoluzione francese e (domani) un dibattito con gli studenti nell'aula magna della Sorbona. Tutti appuntamenti sui quali pesa, però, un margine d'incertezza. Anche per i sovietici i contorni di questo vertice sono in chiaroscuro. Ma le preoccupazioni maggiori di Gorbaciov sono quelle lasciate in patria, tanto che il capo del Cremlino ha chiesto di poter essere in «contatto permamente» con Mosca. E' una richiesta — riferita dal ministro degli Esteri francese, Roland Dumas, e naturalmente esaudita con tutti i mezzi tecnici disponibili — che si collega ai timori di nuove esplosioni di «intolleranza etnica». Enrico Singer