Solidarnosc vuole il premier

Solidarnosc vuole il premier Jaruzelski prolunga la pausa di riflessione, il pc polacco non si pronuncia sul «delfino» del Generale Solidarnosc vuole il premier E' la condizione per votare il Presidente VARSAVIA DAL NOSTRO INVIATO Torna in alto mare la crisi istituzionale polacca intorbidando fino all'inverosimile le acque agitate di un quadro politico sempre più confuso. Vi naviga con rotta a zig-zag il generale Jaruzelski costretto a prolungare la pausa di riflessione per la rinuncia definitiva alla corsa presidenziale in quanto il partito comunista tarda a pronunciarsi sulla successione del ministro degli Interni Kiszczak, salta pure la disciplina di gruppo all'interno della coalizione del regime che sollecita chiarimenti e garanzie di potere prima di pronunciarsi mentre 1 ala oltranzista di Solidarnosc fa esplodere la sua mina: ci abbiamo ripensato, rivendichiamo adesso la direzione del governo. Sono i tre sviluppi dirompenti di una giornata caotica, movimentata dall'ennesima manifestazione nelle vie del centro contro il presidente (la milizia antisommossa non è intervenuta), ciascuno legato alle pedine spinte sulla scacchiera da alleati ed avversari. Tutto dipende dalla prossima mossa di Jaruzelski. Qualora dovesse mantenero come sembra il rifiuto a succedere a se stesso, riuscirà ad imporre la candidatura Kiszczak ad un Poup frastornato dal traumatico ricambio al vertice, e sarà inoltre abbastanza convincente verso i due antichi compagni di strada, il partito contadino e l'azione democratica, affinché sostengano il delfino designato? , Su questi interrogativi è stata chiamata ad esprimersi la segreteria dell'ufficio politico comunista. I tempi tecnici di manovra sono infatti ristretti. Oggi si riunisce in seduta inaugurale il Parlamento eletto a giugno per designare i presidenti dei due rami (alla Camera dei deputati sarà Mikolaj Kozakiewicz, leader della formazione agraria filo-marxista, al Senato Andrzej Stelmachowski, presidente del Kik, l'unione degli intellettuali cattolici vicina a Solidarnosc), entro giovedì l'assemblea plenaria eleggerà il futuro presidente della Repubblica, venerdì la nomeriklatura si sposterà a Bucarest per la seduta periodica del Patto di Varsavia, domenica infine inizia la visita ufficiale in Polonia di George Bush. Una fonte qualificata ci ha rivelato che il disorientamento del Pcp è così palpabile «da poterlo tagliare con il coltello». In termini numerici la sconfìtta di Jaruzelski appare inevitabile, i 300 voti in Parlamento contro i 259 dell'opposizione rischiano di ridursi drasticamente sotto la spinta dei franchi tiratori e la probabile defezione dei deputati contadini. A ribaltare i conti potrebbe essere l'opzione Kiszczak, però Solidarnosc pretende adesso maggiori facoltà di scelta, ossia un secondo candidato da affiancare simbolica¬ mente all'ex capo della polizia segreta, dice che «vuole votare e non eleggere soltanto», ad esempio gradirebbe Tadeusz Fiszback, leader del partito a Danzica molto stimato da Lech Walesa. Ma c'è anche la sortita di Adam Michnik, direttore della Gazata, il quotidiano dell'opposizione, il quale ieri ha firmato; un editoriale dal titolo inequi- j vocabile: «Il presidente a voi, ai noi il primo ministro». Una richiesta, scritta, giustificata dalla catastrofica situazione economica del Paese «che annulla i vecchi concetti dell'ostracismo e li sostituisce invece con l'impegno della collaborazione credibile, concreta, di riconciliazione nazionale, l'unica in grado di rispondere alle esigenze del cambiamento democratico, pluralista sollecitato dalla maggioranza della popolazione». I dirigenti del sindacato si sono affrettati a precisare che la proposta della grande coalizione, già suggerita da Jaruzelski all'indomani del voto e subito respinta da Walesa, «è un'iniziativa personale di Michnik, da noi per fortuna ognuno è libero di esprimere le sue opinioni». Una rottura allora fra walesiani o l'ennesimo guizzo tattico per ottenere ulteriori concessioni dal regime ormai agonizzante? Su di esso è piovuta la doccia fredda dell'intervista concessa dal presidente americano al¬ l'organo del partito Trybuna Ludu in cui spiega il significato dell'imminente viaggio a Varsavia. Vengo, ha dichiarato fra l'altro Bush, per appoggiare «lo straordinario processo evolutivo della società polacca, ma le condizioni dell'assistenza economica dipenderanno dall'attuazione rigorosa delle riforme politiche, militari e congiunturali». Quindi nessun entusiasmo prematuro se il sistema non cambierà, se non aprirà le porte all'iniziativa privata, soprattutto se non farà la sua parte per agevolare la distensione internazionale nel cuore del Continente. Piero de Garza rolli Il gen. Jaruzelski: giovedì il voto sul suo successore

Luoghi citati: Bucarest, Danzica, Polonia, Varsavia