Gromyko resterà fuori dal Cremlino di Emanuele Novazio

Gromyko resterà fuori dal Cremlino Nelle reazioni ufficiali, il declino di un uomo che simboleggiava un'epoca ma non ra^ Gromyko resterà fuori dal Cremlino Gorbaciov: c'è poco da dire, tutti lo conoscevate MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Andrej Gromyko è morto domenica, e ad annunciarlo al mondo è stato Michail Gorbaciov, ieri, con una procedura inedita che rende omaggio a un uomo controverso: l'uomo al quale Gorbaciov deve l'aiuto decisivo per la sua elezione a segretario generale ma che proprio da Gorbaciov fu estromesso da ogni incarico, nel partito e nello Stato. Ai funerali di domani pomeriggio nel cimitero di Novodievichi, però, Gorbaciov non ci sarà: come previsto, il Presidente sovietico partirà stamattina per Parigi, e tornerà a Mosca soltanto sabato sera, dopo ima sosta di due giorni a Bucarest per il vertice del Patto. Un altro tributo, ma alla politica e alle sue sottili dipendenze dall'immaginario, questa volta: rinviare un viaggio ufficiale da tempo programmato sarebbe stata una scelta carica di significati politicamente ambigui. E fra lo Stato e un uomo che rappresentò a lungo lo Stato ma era ormai fuori del potere, Gorbaciov ha scelto lo Stato: la delegazione ufficiale sarà guidata dal premier Ryzkhov, ma Gromyko non sarà sepolto nelle mura del Cremlino come molti si attendevano, ma nello stesso cimitero nel quale riposano altri pensionati illustri e controversi, da Krusciov a Molotov. Una procedura dagli equilibri perfetti, dunque. Ieri mattina, in apertura dei lavori al Soviet Supremo, il Presidente ha fatto un breve annuncio e chiesto un minuto di silenzio ai deputati: «Non c'è bisogno che io dica molto di Andrej Andreevich, voi tutti lo conoscevate e tutto sarà detto al momento opportuno. L'intera sua vita è legata alla nostra storia, alle nostre realizzazioni, ai nostri problemi, a tutto quel che capita a un uomo quando quest'uomo è al centro degli eventi per decenni», ha detto Gorbaciov. Più tardi, l'agenzia Tass ha rilanciato la notizia con un dispaccio di sei righe seguito da una breve biografia, il composto e svelto omaggio a «uno dei più eminenti leader sovietici», all'uomo che «uscito da una famiglia contadina diventò Presidente», che per anni fu «uno dei maggiori diplomatici sovietici della vecchia generazione». Che «era ormai l'unico sopravvissuto fra i firmatari della carta delle Nazioni Unite». L'uomo, dunque, che rappresentò un'epoca ma non rappresentava più il suo Paese se non attraverso le memorie, le utili complicità della storia. La Tass non precisa le ragioni della morte, ma la scorsa settimana un portavoce aveva parlato di un intervento «collegato a problemi vascolari», annunciando tuttavia un relativo miglioramento nelle condizioni generali, «soddisfacienti considerata l'età del paziente». Gromyko avrebbe compiuto 80 anni domani, e faceva vita ritirata da quando, il 25 aprile, Gorbaciov lo aveva estromesso anche dal comitato centrale del partito, col garbo dei vincitori che non vogliono umiliare i vinti e la prudenza di chi non può permettere altri traumi al Paese. Gromyko, in quell'occasione, lasciò il posto insieme a cento altri come lui, le «anime morte» del partito: ringraziò e fu ringraziato, divenne a tutti gli effetti un «pensionato». La sua morte non sconvolgerà i progetti internazionali di Gorbaciov, dunque. «Si troverà certo il modo di far coincidere cerimonie onorevoli coi doveri di Stato che il Presidente deve adempiere», anticipava ieri pomeriggio un funzionario del ministero degli Esteri, e così è stato: il corpo di Gromyko sarà esposto oggi per l'ultimo omaggio, ma le mura del Cremlino sarebbero state un onore e un'enfasi eccessivi, e ai suoi funerali non ci saranno Grandi, intorno a lui non ci sarà quel vertice postumo che forse si aspettava chi dei Grandi fu, per mezzo secolo, l'interlocutore più tenace e misterioso. Emanuele Novazio Londra 1952: Gromyko, tight e cilindro, a Buckingham Palace per le credenziali Il Politbjuro vota l'estromissione di Gromyko: per l'anziano statista è la fine di una carriera politica iniziata nel '43

Luoghi citati: Bucarest, Londra, Mosca, Parigi