Le reazioni prò e contro

Le reazioni pro e contro Le reazioni pro e contro «Cambierà il clima anche in Italia» ROMA. Dalla sentenza della Corte Suprema che pone condizioni riduttive all'aborto trarranno forza in Italia «quei movimenti cattolici e le organizzazioni conservatrici, per intensificare la crociata contro la libertà di scelta della donna di abortire»: è il commento del presidente dell'Aied, l'Associazione italiana per l'educazione demografica, Luigi Laratta. «Potrà cambiare soprattutto il clima, in modo che la donna sia condizionata e lasciata sempre più sola. Ma la legge non cadrà. Non ci sono né i numeri, né le condizioni». Soddisfazione ha manifestato invece il fronte antiabortista. Roberto Formigoni, leader del Movimento popolare e vicepresidente del Parlamento europeo, ha giudicato la sentenza «molto positiva»: «Questa sentenza è la conferma che in tutto il mondo, tranne che in Italia, ci si rende ormai conto che l'aborto è in se stesso un fatto negativo, e deve quindi essere limitato il più possibile». «La sentenza non desta sor¬ presa — ha aggiunto Formigoni — perché interpreta un atteggiamento e un giudizio ormai largamente diffusi nell'opinione pubblica mondiale. C'è da augurarsi che questo fatto induca un profondo ripensamento anche in Italia, incoraggiando quanti già negli scorsi mesi, sull'onda dei gravissimi fatti della Mangiagalli, avevano manifestato perplessità sull'attuale legislazione, e provocando la sconfitta definitiva dei settori più oltranzisti dell'abortismo a tutti i costi». Carlo Casini, deputato de e leader del «Movimento per la vita» ha ricordato che «l'unica sentenza di Corti costituzionali di tutto il mondo che negava apertamente al nascituro dignità e diritti era quella americana. Oggi anche tale negazione crolla». L'arcivescovo di Lecce mons. Ruppi, in un articolo, ha affermato che «la sentenza non costituisce affatto il trionfo della vita. Il vero problema resta quello della illiceità dell'aborto». Ma anche tra i partiti abortisti c'è chi come la responsabile femminile del psi, Alama Cappiello, si dichiara «discretamente soddisfatta»: «Con il clima creatosi dopo la sentenza sulla pena di morte, così grave e preoccupante, la decisione di lasciare ad una "riserva di legge" dei vari Stati la questione dell'aborto non cancella di certo la possibilità delle donne americane di interrompere la gravidanza» spiega l'on. Cappiello. «Il vero problema è quindi di vigilare su come le indicazioni della Corte Suprema verranno applicate in particolare negli Stati a maggioranza conservatrice». «In un parallelo tra la legislazione americana e quella italiana — secondo la Cappiello — il diritto all'autodeterminazione delle donne è più forte in quella Usa in quanto il concetto è sancito chiaramente, mentre nel nostro Paese la 194 depenalizza solo il reato stabilendo una serie di successive difficoltà alla donna che fa questa scelta dolorosa». [Agi-Ap]

Persone citate: Cappiello, Carlo Casini, Formigoni, Luigi Laratta, Mangiagalli, Roberto Formigoni

Luoghi citati: Italia, Roma, Usa