Radio, budget da ridere ma audience strepitosa di Ugo Buzzolan

Radio, budget da ridere ma audience strepitosa LA NOSTRA TV liliMiiPPWPPM Radio, budget da ridere ma audience strepitosa ENTRE la tv per l'estate smobilita, la radio ringalluzzisce e si dà da fare. Sì, anche la radio manda in campo repliche all'insegna de «il meglio dell'inverno»; ma in proporzione si attiva molto di più della tv varando nuove rubriche, intensificando — la radio pubblica — collegamenti con festival, concerti, lirica all'aperto, e mobilitando schiere di specialisti nell'intrattenimento estivo. L'ascolto radiofonico è più alto di quanto comunemente si immagini. Statistiche ufficiali con dati dell'88 avevano accertato che 25-26 milioni di italiani ascoltavano ogni giorno, tanto o poco, la radio; statistiche ufficiose attuali parlano di una crescita sensibile, così da sfiorare i 29 milioni. Del resto, che la gente ascolti la radio lo si sa dalla popolarità di certe trasmissioni, e da certi episodi come quello che è capitato di recente, quando un'emittente pubblica in stereo — quindi un'emittente diciamo specialistica — s'è lasciata andare ad un'infelice botta di spirito demenziale, e ha annunciato che la maturità era abolita e tutti i candidati promossi in virtù di legge. La notizia è esplosa come una bomba contemporaneamente in tutta Italia, e ha fatto intasare i centralini telefonici di ministeri, giornali e scuole, dimostrando che in primo luogo c'è un'audience radiofonica diffusa, capillare e non distratta; e in secondo luogo la Rai stessa non ci crede, o ci crede fiaccamente, e non dedica, tutta presa com'è dalla tv, le cure e le attenzioni necessarie alla programmazione radiofonica. La quale tuttavia — bisogna darne atto — è complessivamente migliorata su tutte e tre le reti pubbliche; ed è migliorata nonostante un grosso handicap di base, lo scarso finanziamento. Il budget che la Rai concede alla radio è assai modesto, irrisorio rispetto a quello che va alla televisione. Ciò significa compiere quotidiane acrobazie per mantenere la programmazione a buon livello, e significa a volte dover sacrificare, a favore di irrinunciabili trasmissioni di consumo, iniziative culturalmente stimolanti. Eppure, ripeto, a dispetto di troppe limitazioni la radio pubblica ha riguadagnato un suo posto e un suo ruolo, e non di rado copre vistose lacune della tv: si pensi al teatro che la tv ignora e che la radio mantiene nei palinsesti, anche adesso in stagione estiva (oggi ci sono tre pezzi teatrali: su Radiouno un giallo di Dashiell Hammett in diretta dal Mystfest, su Radiodue «Lo schiaffo» di Roussin e su Raitre un raro testo, «Scimmia» di Andrea Guarna da Salerno). E con l'estate e con il tempo libero — le cifre d'ascolto dell'87 e '88 lo confermano — la radio è maggiormente seguita; in molti casi si trasforma in una compagnia costante dell'intera giornata, costante e più discreta dell'aggressività imperiosa delle immagini tv (da cui forse è anche bene prendere una vacanza). Lo sforzo e il fervore non mancano: quello che manca o difetta è il budget e la possibilità di sganciarsi come organizzazione e amministrazione dal colosso tv e di procacciarsi autonomamente la pubblicità (che è ben disposta a investire in una radio emergente, ma che è sempre e tutta indirizzata sulla televisione). Il nostro è un vecchio ritornello: la Rai rinforzi la radio, tanto più che in Italia l'emittenza pubblica ogni giorno sente sul collo il fiato pesante di un'emittenza privata frammentaria ma gigantesca che tenacemente la tallona e quasi la soverchia. Ugo Buzzolan

Persone citate: Andrea Guarna, Dashiell Hammett, Roussin

Luoghi citati: Italia, Salerno