In Sardegna acqua solo per turisti vip

In Sardegna acqua solo per turisti vip Chiudono bar e alberghi, una nave cisterna rifornisce ogni giorno la Costa Smeralda In Sardegna acqua solo per turisti vip All'aeroporto di Olbia timori per il servizio antincendio cagliari DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Non c'è acqua per i campi, ne arriva solo un filo, e imbevibile, nelle città, la Costa Smeralda viene fornita con navi cisterna, rischia di bloccarsi l'aeroporto di Olbia. Per la siccità in Sardegna è allarme rosso. Gli ultimi sos da due estremi, la Gallura e il Sulcis. Ma dovunque la situazione è critica e rischiano di finire in ginocchio l'agricoltura e l'allevamento, oltre all'industria turistica. Colpa di un inverno e una primavera che hanno regalato meno acqua della poca caduta nel 1988. L'allarme più recente a Olbia, dove l'arrivo in massa dei turisti ha ingigantito i problemi della grande sete. «Problemi grossi — ammette il vicesindaco Giulio Careddu — dobbiamo distribuire l'acqua a giorni alterni. Il Comune non è in grado di assicurare i rifornimenti idrici al porto e all'aeroporto. Il direttore dello scalo Costa Smeralda ci ha avvertito che, se non gli diamo acqua, chiuderà. E se dovesse verificarsi qualcosa a bordo dei traghetti? Preferisco non pensarci. Non voglio creare allarmismi, ma la gente deve sapere qual è la situazione, anche se per ora siamo riusciti a tamponare le falle». «Si è preferito — rincara la dose il sindaco di Olbia, Giampiero Scarni — distribuire 600 miliardi agli agricoltori come rimborso per i danni della siccità, mentre alla Regione sono rimasti nel cassetto i progetti presentati per garantire nuovi approvvigionamenti. La giunta le ha tentate tutte: ha chiesto lo stato di calamità e quattro mesi fa ha presentato un progetto che prevedeva una spesa di 14 miliardi». Non è stato fatto nulla, Olbia attende che venga ratificato lo stato di calamità e che da Roma arrivino gli aiuti dalla Protezione civile. v La gravità della crisi idrica è confermata da una panoramica nei centri vicini ad Olbia. A La Maddalena l'emergenza è purtroppo ricorrente: la condotta posata sul fondo del mare per garantire il rifornimento è insufficiente. Le basi militari sono costrette a ricorrere alle navi cisterna. Cambia poco al Golfo Aranci. In altre zone della costa la siccità sta facendo la fortuna di improvvisati acquaioli che hanno messo in piedi piccole flotte di autobotti: 7000 litri vengono venduti a prezzi oscillanti fra le 50 e le 60 mila lire. Chi ha necessità di rifornimenti quotidiani è costretto a sborsare dai 4 ai 5 milioni al mese. Un taglio netto ai profitti, che è visto però come una forma d'investimento: si paga l'acqua per evitare che il turista fugga e non torni più. In un quadro tanto negativo, si presenta come un'isola felice la Costa Smeralda. L'addetto alle pubbliche relazioni del Consorzio, Giancarlo Capitta, spiega che da mercoledì l'acqua arriva ogni giorno con una nave cisterna in grado di trasportarne 2000 metri cubi. Nel regno dorato dell'Aga Khan, insomma, si è lavorato per tempo. Nella Sardegna Meridionale l'emergenza è scattata a Carbonia, dove la poca, maleodorante acqua che sgorgava dai rubinetti è stata dichiarata non potabile. Il sindaco Ugo Piano è stato costretto a emettere l'ordinanza dopo aver letto il contenuto della relazione inviatagli dal responsabile del servizio igiene dell'Usi. L'acqua che arriva dall'impianto di potabilizzazione di S. Giovanni Suergiu è troppo torbida, non può essere utilizzata perché mancano, a valle dell'impianto, vasche di decantazione. Corrado Grandesso

Persone citate: Aga Khan, Corrado Grandesso, Giampiero Scarni, Giancarlo Capitta, Giulio Careddu, Sulcis