Ad Asti il teatro si colora d'Europa di Osvaldo Guerrieri

Ad Asti il teatro si colora d'Europa Il 28 giugno si inaugura nella cittadina piemontese l'undicesima edizione del festival Ad Asti il teatro si colora d'Europa UN festival teatrale che compia undici anni è già un fatto importante, significa che si è radicato neila tradizione e nel costume; se poi quegli undici anni sono stati febbrili, caparbiamente lavorativi, esplorativi, magari contraddittori o troppo passionali, allora si capisce come un festival diventi molto più di una semplice passerella di spettacoli, acquisti una sorta di necessità. Ed è il caso di Asti Teatro che, rivolgendosi alla drammaturgia contemporanea, ha assunto connotazioni di assoluta originalità e valore. Quanti autori ha rivelato questa rassegna nel corso della sua breve e intensa storia, quante voci nuove ha portato all'attenzione del grande pubblico. Basterebbe ricordare Lyle Kessler con Orfani, proposto un paio d'anni fa dalla compagnia di Sergio Fantoni: testo denso, ironico, sconvolgente che poi, giustamente, ebbe vasta e applaudita circolazione. Non sappiamo se quest'anno saremo colpiti come da un nuovo raggio sulla via della Damasco teatrale. Certo, promette molto Alla meta di Bernhard, arriva preceduto da fanfare elogiative il Tir & Lir della Redonnet, sarà certamente curiosa VArdente Pazienza di Skarmeta, per non dire della riscrittura in chiave beckettiana del Don Giovanni di Molière, ad ope- ra di Glauco Mauri e dei suoi fervidi collaboratori (Dario Del Corno in testa). . . Un continente sconosciuto (o quasi) sta per aprirsi al nostro sguardo. Ma, paradossalmente, forse non è qui il pregio del festival. Certo, avremo una sfilata di grandi nomi, a cominciare da Valeria Monconi cui è affidata l'apertura, il 28; avremo un primo, timido legame con il festival di Avignone, che forse risente della febbre gemellarla ed europeistica (ma a senso unico, ahimè) che sta invadendo i nostri teatranti come un vento ruvido, n festival ha un nucleo nascosto che, probabilmente, potrebbe diventare l'origine di una drammaturgia nuova, magari stilisticamente «sporca», ma palpitante di contenuti insospettati. Alludo, l'avrete già capito, alla sezione Alfieri che, oltre ad alcune e già note compagnie di ricerca, ospita gruppi etnicamente promiscui, dal cui incontro dovrebbe scaturire una nuova visione poetica e sociale della mediterraneità: popoli irrimediabilmente diversi che s'incontrano, s'uniscono, cercano un linguaggio comune fatto di conflitti e di solitudine. Può Genova inglobare il Nordafrica? Con quali mezzi espressivi s'intenderanno? Dare una risposta a queste domande, sarà già aver trovato una nuova idea del teatro. Osvaldo Guerrieri Raf Vallone

Persone citate: Alfieri, Dario Del Corno, Giovanni Di Molière, Glauco Mauri, Lyle Kessler, Raf Vallone, Sergio Fantoni, Skarmeta

Luoghi citati: Asti, Avignone, Europa, Genova, Nordafrica