Il Montaigne ritrovato fa discutere

Il Montaigne ritrovato fa discutere Un manoscritto attribuito all'autore degli «Essais» Il Montaigne ritrovato fa discutere Dice lo studioso francese Tournon: «Un documento prezioso» - La traduttrice Fausta Garavini: «C'è del solido» - Giovanni Macchia: «Mi impressiona la quantità di annotazioni» C? E' del solido-, assicura la traduttrice degli Essais, Fausta Garavini. «£' un documento prezioso», aggiunge l'esperto marsigliese di Montaigne, André Tournon. E Giovanni Macchia ammette: «Mi impressiona la quantità di annotazioni-. L'oggetto misterioso che li sconcerta è un librò che sembra aver attraversato in clandestinità quattro secoli, per sorprendere oggi gli studiosi di letteratura francese del grandioso XVI secolo. Ne abbiamo anticipato la scoperta su Tuttolibri di sabato scorso: Etienne Ithurria, docente di tecniche audiovisive all'Università di Tolosa, assicura di aver Una pagina degli «Apoftegmi» di Licostene: iì margine le note attribuite a Montaigne trovato un corposo inedito di Michel de Montaigne inserito negli spazi bianchi, ai margini di un volume di massime, gli «Apoftegmi» di Licostene (un quasi dimenticato protestante tedesco di nome Conrad Wolffhart). La tesi del professore: Montaigne avrebbe adoperato un esemplare dell'edizione 1560 degli «Apoftegmi» come cantiere letterario di preparazione agli Essais. E cita a suo favore: il vocabolario, i temi delle riflessioni ospitate, la scrittura, le citazioni. Per tutte queste voci il confronto tra le frasi scritte dal misterioso lettore del «Licostene» e il testo degli Essais sembrerebbe sbalorditivo. Si può credere a Ithurria? Tempo fa il professore di Tolosa ha mandato la copia di alcune pagine del libro a due notevoli conoscitori dell'opera di Montaigne. Alla fiorentina Fausta Garavini, che. oltre ad aver tradotto integralmente gli Essaie ha curato per Gallimard l'edizione del Viaggio in Italia. Ad André Tournon, docente di letteratura francese del XVI secolo all'Università di Marsiglia. Li abbiamo sentiti. Fausta Garavini, come è andata con Ithurria? 'Nell'estate '87 Ithurria mi sottopose alcune pagine del testo ritrovato insieme alle sue conclusioni e commenti. Mi sono accorta della vastità del suo lavoro. Ho fatto qualche sondaggio e mi sembra di poter affermare che questo testo è notevole. La persona che ha aggiunto queste annotazioni al libro doveva possedere proprio la cultura di Montaigne. 'Ciò che sorprende ancor più sono le convergenze tra i due testi per quanto riguarda aneddoti ed esempi riportati'. E le due scritture? 'Non sono identiche, ma nemmeno lontane». Ithurria non è del settore: le è parso una persona affidabile? 'Sì: entusiasta ma anche serio». E conclude: 'Spero proprio che si tratti davvero dell'officina degli Essais, per poterlo leggere cercando dettagli fondamentali sul modo di lavorare di Montaigne e sulle sue fonti». André Tournon, il collega di Marsiglia: 'Ithurriameneha mostrato solo una parte. In base a quanto ho visto posso subito affermare una cosa: Montaigne ha sicuramente conosciuto questo libro di Licostene. •Mi hanno colpito le analogie tra le annotazioni dello scrittore misterioso e alcune frasi degli Essais. Non è impossibile che si tratti proprio di Montaigne». Quale prova manca? 'Occorre stabilire sei riferimenti ad altre opere lasciati dallo scrittore anonimo si riferiscono alle stesse pagine citate da Montaigne-^ '. ^ ; ', Mettiamo che non si riesca a stabilirlo... 'Questo libro resterebbe comunque un documento prezioso per capire come lavorava e come leggeva un umanista del XVI secolo, praticamente un sosia di Montaigne». Giovanni Macchia prima dice: «E' difficile parlarne senza vedere». Poi si accalora all'idea di ottocento pagine inedite scritte dal suo Montaigne. Avanza due dubbi: 'Mi impressiona la quantità delle annotazioni. E poi: che bisogno aveva Montaigne di scrivere in wi 'altra sede ottocento pagine preparatorie ai Saggi quando, collateralmente, i suoi Saggi crescevano l'uno sopra l'altro e costituivano già un cantiere di lavoro?». H problema da sciogliere? 'Lo stile. Lo stile parla chiaramente e può dire se siamo di fronte a Montaigne o no». E avanza un'ipotesi: «E se le frasi fossero state annotate da un appassionato lettore di Montaigne? Se è l'opera di un commentatore, le ottocento pagine di testo sarebbero più comprensibili». m. ne. ArOMÌTHECWATV i;S fuiutKasi.twtwiljW*. - •luti*. 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Luoghi citati: Italia, Marsiglia, Tolosa