Gioca d'azzardo il candido libertino di Denon

Gioca d'azzardo il candido libertino di Denon «Senza domani», un racconto erotico del Settecento Gioca d'azzardo il candido libertino di Denon SENZA domani, perfetto racconto erotico di Vivant Denon, nasce da una scommessa goliardico-settecentesca: si può descrivere un corpo-a-corpo furtivo in una notte che s'immagina memorabile, ibridare carnalità e fantasia nello scenario aggiornato di Amore e Psiche (il castello, il finto boschetto illuminato da un quarto di luna, il boudoir, i puttini, i baldacchini...) e tenere rigorosamente sotto controllo spasmi muscolari e accensioni verbali che attingono all'osceno? L'allegra brigata, nella stragrande maggioranza, lo nega. Denon, nei panni di un candido libertino, gioca d'azzardo ma con grazia, e vince la sua partita. Innamorato alla follia di una contessa che ora lo strema ora lo esalta nel negarsi e nel concedersi, accetta di farsi irretire, o meglio rapire, da un'amica dell'amata, Madame de T..., ignorando li per lì di assecondare un antico stratagemma: riaccendere i sensi ormai languenti di un terzetto di routine: lei, l'intrepida seduttrice, l'amante di palazzo in pianta stabile, il marito. Sennonché il personaggio di comodo ha dalla sua l'agro fascino dei vent'anni, il sussulto conclamato di fronte alla bellezza che si denuda nell'ombra, il prevaricare del gesto sull'arte di chiosarlo. E Madame de T..., che sin qui ha investito pervie oblique Usuo cospicuo patrimonio sessuale, gode di subire e restituire l'attacco diretto, beffando buttafuori e complici. Non beffa però chi ha puntato sulla discrezione dell'amplesso. I sospiri ovviamente ci sono: «teneri, rapidi, ardenti»; ma non turberebbero le sfere celesti. Né le turberebbe quell'ultimo sospiro vertigino¬ so, -per qualche istante sospeso» prima di deflagrare nella voluttà, contentandosi i duellanti di avvertirci: che volete, -dovevamo pur rendere merito ad Amore». Non basta. Le pause, nei vari tornanti della coppia famelica, vengono sapientemente utilizzate per migliorare la qualità delle emozioni, il ritmo, l'esplorazione dei recessi. Come ripassando in moviola una sequenza appena registrata, Denon annota con esemplare senso critico: •Sentimmo di aver sbagliato. Riprendemmo con più cura quel che ci era sfuggito... Ci si precipita verso il piacere senza discernere le delizie che lo precedono: si strappa uh nodo, si lacera un velo». In verità, Denon pecca di perfezionismo. Le delizie preliminari, e sottese dispute metafisiche, sono ben presenti nel testo, tanto che a pagina 32 la schermaglia rischia di indebolire il campo magnetico e l'io-narrante confessa: «Stavamo imboccando l'ampia strada del senti¬ mento e la prendevamo cosi da lontano che era impossibile intravedere il termine del viaggio». Per fortuna degli interessati, e nostra, il dèmone speculativo rientra sollecito nel suo tempietto e la passione riesplode «su un mucchio di guanciali», tra specchi che riflettono trofei, bruciaprofumi, soffitti dorati, paesaggi silvestri. E mai un verbo, nella vasta partitura notturna, che, mimando, s'impenni. Del resto Denon l'aveva scandito agli amici perplessi: {Indecenza ha l'alito di una vecchia mezzana; è schiumosa, è fallosa (mai fallica), e sempre nemica di Eros. E certo l'imberbe autore avrebbe stentato a supporre che quell'atto di devozione alla •purezza- propiziato da uno scherzo sarebbe stato sufficiente a.1 assicurargli un ramiccllo di alloro nella professionale galanteria del suo secolo. Quel secolo, si vorrebbe ricordare, attraversato dal borgognone di petite noblesse con invidiabile protezione della buona sorte, e sulla cui consistenza ci ragguaglia il bel saggio di Ena Marchi. Vivant viene al mondo nel 1747 a Chalon-sur-Saóne e percorre d'un fiato, evitando di dar segni di fatica, il tortuoso cammino che conduce al successo. Dapprima Gentilhomme de la Chambre du Roi, quindi gli incarichi diplomatici a Pietroburgo e a Napoli (beandosi di echeggiare il verso che i lazzari indirizzavano a Maria Carolina: -Tu si'zoccola e tutti lo sanno-). Finissimo incisore e disegnatore, appassionato studioso e -saccheggiatore- di reperti archeologici e di opere di pittura e di scultura d'ogni tempo e in ogni dove (l'Italia è naturalmente in testa), impara a muoversi da impeccabile adulatore alla corte di Luigi XV, si adatta a meraviglia al clima rivoluzionario, s'insinua agevolmente nel cuore di Napoleone che gli affiderà la direzione del Louvre; e, caduto Napoleone, sarà un affare da nulla conquistarsi la fiducia del •Borbone gottoso- e rinnovare il patto con la Storia. Una zingara, stando ai biografi, era stata eplicita nel leggere il futuro del giovanotto di campagna- -Sarai amato dalle donne, andrai a corte, una felice stella brillerà su di te-. Muore lievemente, come ha vissuto, il 28 aprile 1825, dichiarandosi grato — è da credere — ai compilatori di oroscopi. Giuseppe Cassieri Vivant Denon: «Senza domani», Adelphi, 89 pagine, 9000 lire.

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