Le Muse unite nella Russia del primo Novecento
Le Muse unite nella Russia del primo Novecento Si apre al Lingotto la grande mostra di pittura (1870-1930). Un intervento di Strada sui rapporti fra letteratura e arti figurative Le Muse unite nella Russia del primo Novecento Si apre il 21 giugno al Lingotto di Torino la mostra su «Arte russa e sovietica: 1870-1930» a cura di Giovanni Carandente. Abbiamo chiesto a Vittorio Strada noto studioso della storia della letteratura e della cultura russe (ricordiamo, tra gli altri, il suo libro «Le veglie della ragione. Miti e figure della letteratura russa da Dostoevskij a Pasternak», Einaudi) di parlare dei rapporti tra arte e letteratura in Russia nel periodo 18701930. BASTA sfogliare qualche numero della rivista 'Mir iskusstva(Il mondo dell'arte), che usci a Pietroburgo tra il 1S99 e il 1904, per sentire, prima ancora di passare alla lettura che qualcosa di profondamente nuovo stava cominciando nella cultura russa Rispetto alle riviste tradizionali, quella pubblicazione, animata dal giovane Diaghilev, si differenziava immediatamente per la struttura grafica che aveva l'eleganza sinuosa e preziosa di un Liberty rivissuto con acerba freschezza. Ma la novità formale si fondeva con la novità sostanziale, con lo spirito di quell'iniziativa che aveva radunato un gruppo di giovani fin dall'inizio dell'ultimo decennio del secolo. Nuova era già la collaborazione di persone del mondo dell'arte e del mondo della cultura, dalla filosofia alla letteratura. E nuova era la tendenza che, prima ancora di tradursi con puntualità nei contenuti dei singoli numeri, si manifestava in modo programmatico nell'articolo introduttivo in cui Diaghilev colpiva implacabilmente tutti i principi dell'estetica utilitaristica e impegnata di Cemyscevskij, così cari, tra l'altro, ai Peredvizhniki (Ambu¬ lanti), : pittori 'realisti' che dominavano da una ventina d'anni la vita artistica russa. Il 'Mir iskusstva-, che dava l'avvio ad una nuova fase dell'arte russa, era attento all'arte dell'Occidente europeo, aprendo prospettive nuove che in seguito si sarebbero allargate molto al di là dei gusti di questi pionieri. L'azione della rivista di Diaghilev non era isolata poiché nella letteratura russa, in quella fine di secolo, era cominciato un analogo distacco dai vecchi canoni del realismo populista. Non si trattava di due movimenti paralleli, ma di una organica collaborazione tra letteratura e arte, come si vede nelle pagine del 'Mir iskusstva-, cui si associava il nuovo pensiero filosofico-religioso. L'inizio del XX secolo in Russia è caratterizzato da un •sintetismo' grazie al quale poesia pittura, mu¬ sica, teatro, religione, filosofia, politica formano un'unità non sempre attraversata da interne demarcazioni. Se consideriamo un'altra rivista -Vesy- (La bilancia), che uscì dal 1904 al 1909 a Mosca e fu l'organo principale del simbolismo, troviamo ad un grado ancora più alto di organicità e di intensità quello spirito 'Sintetico- di cui il -Mir iskusstva- era stato la prima manifestazione e che caratterizzerà poi, in modo profondamente nuovo, anche l'avanguardia. Nell'Ottocento arte e letteratura non avevano conosciuto un rapporto così intimo. In quel secolo la cultura russa non si era sviluppata nei suoi settori con uguale omogeneità, come invece avvenne all'inizio del secolo successivo, e a una letteratura di significato universale non aveva corrisposto, ad esempio, una pittura di pari rilievo. Certo, nei qua¬ dri russi dell'Ottocento si possono trovare corrispondenze illustrative, etnografiche, se così si può dire, che non colmano però la distanza di valore artistico. Gli Ambulanti nella loro opera univano al tradizionalismo accademico una tematica progressista, senza sfiorare le altezze degli scrittori russi del loro tempo, neppure di minori come Garscin, poniamo, il quale era pur loro vicino per spirito (in un racconto ne difende V'impegno- sociale), ma le cui cose migliori raggiungono una profondità simbolica lontana dalla piattezza di tanta pittura accademicoprogressista (dalla quale tuttavia si deve distinguere la -scuola russa' di Mosca — Nesterov, Serov, Vasnetsov, etc. — vicina al -Mondo dell'arte-). Diverso è il caso della musica che con Musorgskij, ad esempio, supera di gran lunga l'ambito locale. Ma la musica russa dell'Ottocento, pur legata alla letteratura come a una fonte d'ispirazione (è il caso di Musorgskij e del suo 'Boris Godunov- di puskiniana provenienza), restò un mondo a sé rispetto alla letteratura e alla cultura. Perché tutto ciò cambia all'inizio del nuovo secolo? Come si crea, tra arte, letteratura e cultura, una collaborazione creativa di straordinaria fecondità nei primi decenni del Novecento? A questa domanda dovranno rispondere ricerche storiche appropriate. Una risposta d'ordine generale che qui si può abbozzare è che la natura stessa del nuovo movimento spirituale dell'inizio del XX secolo portava la cultura russa a questa sintesi delle arti che trova in Ciurljonis, Vrubel', Skrjabin le sue espressioni più originali. Questo movimento fu il simbolismo, nella partico¬ lare forma che assunse in Russia dove operò una vera e propria rivoluzione tanto che l'avanguardia può essere considerata come un postsimbolismo ribelle e insieme debitore al suo retaggio spirituale. La •volontà di sintesi-, prima ancora che nell 'arte e nella letteratura è già nella filosofia di un Vladimir Solovjove pervade poi, in modi sempre rinnovati e fra loro spesso antitetici, l'intera vita spirituale russa novecentesca compresa quella rivoluzionaria, che, a ben vedere, di tale volontà non è che la variante estrema e pervertita Questa prospettiva apre un'infinità di problemi, non ultimo quello del rapporto tra Russia e Occidente europeo a questo proposito, problemi che in parte saranno affrontati nel convegno internazionale 'Filosofia, religione e letteratura in Russia all'inizio del XX secolo- annunciato per l'inizio di lu¬ glio all'Istituto Suor Orsola Benìncasa di Napoli. Dal -Mondo dell'arte- al futurismo, dal decandentismo all'avanguardia, dalla fine del secolo agli Anni Venti: è un intenso e complesso periodo che conclude la grande vicenda dello spirito russo moderno prima della lunga stasi cominciata con gli Anni Trenta e il 'realismo socialista; stasi che ora è scossa da qualche brivido di nuova vita. Ripercorrendo retrospettivamente l'arte di questo periodo, e risalendo ai suoi antefatti degli ultimi decenni del XIX secolo, al di là delle singole opere in cui si riconosca un superiore atto creativo, è tutta un'epoca che ci si presenta come un enigmatico, affascinante, grandioso impeto spirituale entro una situazione storica di potente drammaticità, non ignara di tragiche catastrofi. Vittorio Strada
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