Becker e Edberg: «Attenti a noi due»

Becker e Edberg: «Attenti a noi due» Il tedesco e lo svedese (a loro agio sull'erba) decisi a contendere il successo al cecoslovacco Becker e Edberg: «Attenti a noi due» «Non vedo l'ora che si cominci a giocare, adesso l'esperienza non mi manca di sicuro» dice Boris - E Stefan, londinese di adozione, vuol far dimenticare la sconfitta di Parigi contro Chang - Le chances di Wilander DAL NOSTRO INVIATO . LONDRA — Per 'jfvan Lendl è il sogno della carriera. In misura minore lo è anche per Mats Wilander che prima però deve risolvere i suol attuali problemi di motivazione ed adattamento alla sua nuova racchetta. Per quanto riguarda Boris Becker e Stefan Edberg è invece la prova favorita e preferita, quella che esalta in maggior misura le loro specifiche doti tecniche ed atletiche, il loro naturale «serve and volley». Il campione tedesco è esploso proprio a Wimbledon nel 1985, campione a sopresa a soli 17 anni, ha bissato nel 1986, è stato finalista lo scorso anno battuto proprio da Edberg. Tre finali disputate in quattro anni, un solo passo falso In cinque partecipazioni, la sconfitta al secondo turno del 1987 contro l'australiano Doohan mentre non può essere considerata una battuta d'arresto la sconfitta del 1984 al terzo turno contro Bill Scanlon per una maligna storta alla caviglia che lo costrinse a 'asciare il campo in barella nel corso del quarto set. Dominatore della parte finale dello scorso anno (artefice della vittoria tedesca in Coppa Davis e.successo al Masters dopo drammatica finale contro Lendl), Boris è partito male in Australia dove è arrivato senza la necessaria preparazione. Si è poi dedicato ad una accurata preparazione per i tornei europei sulla terra rossa, snaturando un po' il suo gioco, ha raccolto risultati di buon prestigio ma non certo pari alle attese. Ora ritrova la sua superficie preferita, quella che lo ha portato mille volte ad affermare che lui a Wimbledon si sente come a casa sua. •Sono entusiasta di poter giocare sull'erba. Non vedo l'ora che il torneo inizi. Con gli anni so cosa voglia dire la vittoria ed anche la sconfitta. Ormai ho una solida esperienza'. Se Wimbledon è la casa di Becker, Londra in generale lo è di Stefan Edberg, lo svedese che per sfuggire ai rigori del fisco del suo paese l'ha preferita al paradiso di Montecarlo. Edberg vive a Kensington, a Londra può salire tranquillamente sulla -tubesema timori di essere importunato e riconosciuto. A Londra vive anche il suo coach Tony Pickard, ex davisman inglese, che l'ha convinto di poter giocare per vincere an¬ che sulla terra rossa senza snaturare il suo abituale serve and volley. Una tattica che l'ha portato ad un soffio dal suo primo successo al Roland Garros. Una vittoria mancata per colpa del fenomeno Chang, ma anche per un pizzico di coraggio in meno quando non ha mai rischiato più di tanto nelle dieci incredibili palle-break non sfruttate nel corso del quarto set che potevano valergli la vittoria. Proprio per questa fedeltà londinese, perii fatto di essere campione uscente, i dirigenti dell'Ali England Lawn Tennis & Croquet Club nello stabilire l'ordine delle teste di serie gli hanno attribuito la seconda dopo Lendl, preferendolo a Becker che lo precede nella classifica Atp. Ne consegue che Edberg avrà come principali avversari sul cammino verso una nuova finale McEnroe e Wilander, mentre Ivan Lendl avrà un compito sicuramente più arduo dovendo passare attraverso Mecir e Becker per non parlare del primo ostacolo, il campione del mondo juniores Nicolas Pereira, il giocatore che ha eliminato al primo turno del Queen's Stefan Edberg. r. c.

Luoghi citati: Australia, Londra, Montecarlo, Parigi