Per tre centimetri Argentin soffia lo scudetto a Bugno

Per tre centimetri Argentin soffia lo scudetto a Bugno CICLISMO L'ex iridato torna al successo nel Giro dell'Appennino, prova unica del campionato italiano su strada Per tre centimetri Argentin soffia lo scudetto a Bugno A Pontedecimo entrambi i corridori alzano le mani dopo il traguardo in segno di vittoria - Dopo una breve riunione, la giuria decide di assegnare la vittoria in fotofinish al corridore della Gewis-Bianchi, che poi rilascia qualche dichiarazione polemica di CARLO VALERI PONTEDECIMO — Per quasi dieci minuti. Agostino Omini e Vincenzo Scotti, presidenti della federazione della Lega, sono rimasti con la maglia tricolore nelle mani, senza sapere a chi dovevano consegnarla. Al loro fianco, Moreno Argentin e Gianni Bugno avevano la faccia scura e i lineamenti tesi. La loro volata era stata incertissima, al punto che gli addetti al fotofinish dovevano impegnarsi a fondo per individuare il vincitore. Alla fine, il responso era favorevole ad Argentin. Per la bazzecola di tre centimetri (al termine di 2561iratissimi chilometri) il vincitore delle ultime tre edizioni aveva fallito il poker. Bugno appariva avvilito e incredulo. Aveva alzato 11 braccio, come del resto Moreno, appena passata la linea, convinto di essere il nuovo -tricolore». E nemmeno il replay televisivo gli faceva cambiare idea. Soltanto dopo essersi reso conto, di persona, dei giusto verdetto, Bugno ammetteva di aver perduto: 'Avrei giurato che la maglia era mia. E pensavo di meritarla perché abbiamo controllato in maniera perfetta la corsa, l'abbiamo resa velocissima e debbo ringraziare la squadra per quel che ha fatto permettendomi di conservare le energie per una volata che pensavo di aggiudicarmi. Arrivare secondo in un campionato italiano, per un niente, dopo averlo dominato, è un'autentica beffa». Bugno si porterà al Tour la sua delusione, sperando che non diventi depressione conoscendo la sua fragilità nervosa. 'Quando ho visto Bugno attorniato da quattro compagni di squadra in una pattuglia di tredici fuggitivi — ha replicato Argentin — ho pensato che sarebbe stato arduo vincere: con me avevo il solo Cassoni Sono contento di tornare a un successo di prestigio». Argentin non vinceva una corsa importante dalla primavera del 1987 (terza Liegi - B astogne - Lie gì ) . Moreno ha poi snocciolato la litania dei suoi guai e anche vivacemente polemizzato con sponsor troppo impazienti e assillanti. Persino all'ori. Scotti, Argentin ha detto di augurarsi che vengano individuati e curati i mali del ciclismo •che sta attraversando una grossa crisi...». Argentin parla sovente di ciclismo «moderno» che rende ardua la ripetitività: si è lamentato che nel Giro d Italia i corridori abbiano ricevuto insulti per scarso impegno, citando le squadre di calcio che alternano ottime partite a mediocri prestazioni. Ma il calo di popolarità di questo sport dipende proprio dalla carenza di campioni veri e dalla fiacchezza di troppe corse. Se le più importanti competizioni venissero disputate con l'impegno generoso del 50° Giro dell'Appennino, non ci sarebbero problemi, né si cercherebbero taumaturghi per uno sport che ha la forza di rialzarsi da solo. Una delle gare più severe del calendario è stata infatti disputata a oltre 40 di media (che costituisce un record), nonostante le sette salite e soprattutto il Passo della Bocchetta. I favoriti sono usciti allo scoperto nel momento più atteso, ossia aCampomorone, sulle prime rampe che conducono al passo. Hanno attaccato Giupponi, Giovannetti, seguiti da Fondriest, Vona e Della Santa Mentre cedeva Fondriest (per dolori alla schiena: accuserà oltre cinque minuti e mezzo all'arrivo), avanzavano Bugno e il giovane Zaina. Li tallonava Argentin che sul culmine accusava appena 14" di ritardo e si riagganciava, assieme 8 Furlan e Pozzi, nei primi chilometri della discesa. Giupponi aveva scollinat in prima posizione ' (ma il suo tempo di 25'38" era di quasi 3' superiore a quello record di Baronchelli, realizzato nel '77), si formava in seguito una pattuglia di 13 corridori (con loro anche Colagè, Passera, Volpi, Cassarli), che perdeva soltanto un uomo in vista del traguardo. I numerosi tentativi venivano rintuzzati dai compagni di Bugno, anche quelli in extremis di Giupponi e Giovannetti. Cassarli conduceva lo sprint fino ai 300 metri, poi scattava Furlan sulla destra: rispondeva Bugno, ma dietro di lui, sulla sinistra, schizzava via Argentin. In leggero svantaggio, Bugno contrattaccava, ma il suo colpo di reni sul traguardo era tardivo. Argentin, a 28 anni, rivinceva così il titolo italiano già conquistato nel 1983 a Camaiore. Ordine d'arrivo: 1. Agentln (Gewis-Bianchi) km 256,600 in 6h 19'58", media 40,059; 2. Bugno; 3. Furlan; 4. Colagè; 5. Zaina; 6. Giovannetti; 7. Cassarli; 8. Giupponi; 9. Amadori; 10. Passera. Pontedecimo. Moreno Argentin (a destra) batte in volata Gianni Bugno e vince il Giro dell'Appennino. La corsa era valida come prova unica del campionato italiano professionisti su strada

Luoghi citati: Camaiore, Italia, Pontedecimo