A Fascetti tocca la rifondazione

A Fascetti tocca la rifondazione A Fascetti tocca la rifondazione Il nuovo tecnico, d'accordo con Borsano, dovrà costruire in velocità una squadra per risalire subito e restare poi in serie A DAL NOSTRO INVIATO LECCE — Il Torino riparte da Lecce, con Pascetti. Riparte da una città nella quale proprio Fascetti, il nuovo tecnico, ha lasciato degli ottimi ricordi. n tirar delle somme per Borsano ed il suo staff comincia oggi, anche se lo spettro della serie B era già stato preso in considerazione. La parentesi Vatta ha dato illusioni importanti (il massimo che 11 tecnico salito dai giovani potesse fare) ma soprattutto ha offerto indicazioni che lo stesso Sergio Vatta offrirà a Eugenio Fascetti, col quale 1 rapporti di lavoro sono buoni da sempre. Arriva quindi il momento di rifondare questo Torino, e per il presidente sarà molto più difficile questa operazione di quella, già portata avanti, della rifondazione societaria. Una parte della campagna trasferimenti l'hanno già fatta altri, Berlusconi compreso. Fuser al Mllan, Cravero tra la Roma e la Juventus, Muller trascinato dalla moglie Jussara verso il campo della Fiorentina (e anche dal miraggio di una discoteca della capitale toscana di proprietà brasiliana), Skoro verso l'Udinese e Brambati destinato al Bari. Dal presidente Borsano, sin da oggi, i tifosi granata vogliono sapere qualcosa di più concreto delle promesse di ieri, fatte a caldo. Promesse di una rifondazione (altra definizione non si trova e ci si ripete, parlando di questo momento granata) che non guarda solo alla serie B ma va oltre, e pensa al telaio della formazione di una serie A da riconquistare subito, di slancio, per non cadere in pericolose assuefazioni alla «cadetteria». L'ultima partita non ha detto nulla di nuovo, non poteva dirlo. Anche perché non si sa ancora chi dei tredici giocatori visti in campo ieri abbia un avvenire nella società granata. La strada della ricostruzione è comunque una sola, quella valida da sempre nel mondo del calcio e spesso tradita dalle stesse società. Fascetti è un tecnico che conosce il calcio. Scelto lui, non c'è che da affidargli l'impostazione della squadra. Che il tecnico non debba dire mai, dopo, di non avere gli uomini da lui Individuati. E che non accetti, come ha fatto Radi- ce, la ragion di Stato. La rifondazione (rieccola) va fatta partendo dallo spirito, prima ancora che dalle qualità tecniche degli uomini. Lo ha dimostrato Vatta in queste sue ultime settimane di passione, ma un tecnico non può aggredire a parole i giocatori tutti i giorni. Anche se l'apatia del gruppo era stata permessa nei lunghi ed amari mesi precedenti. B «granatismo» è rimasto in pochi e sarebbero i giocatori da non perdere: Ezio Rossi, Benedetti, anche Comi, soprattutto se dovrà essere il libero della nuova squadra, Fuser (ma è ancora possibile parlarne come di un granata?), Farris, Catena, Giacomo Ferri se giurasse di non ricadere più nel gravissimo errore comportamentale di ieri. Nel resto del gruppo un po' di qualità ma poco cuore. Che guarisca presto Zago: l'unico guaio è che su di lui non si può ancora contare per il precampionato. Poi i giovani da promuovere ma non bastano. Ha già detto Bearzot che In serie B ci vuole gente esperta e di carattere. Lecce non ha potuto dire nulla perché le carenze granata erano note già prima. Trovare il leader non sarà facile a meno di non conoscere a fondo gli uomini. Questo è il compito più arduo. Anche ieri il leader non c'è stato, non si è visto, malgrado la spinta coraggiosa e l'impegno del capitano. Ma 11 discorso su Roberto Cravero è difficile, forse è inutile. Il domani dirà, e sarà un domani difficile per la gestione di Gian Mauro Borsano. b. p.

Luoghi citati: Bari, Lecce