Vatta dei miracoli non basta

Vatta dei miracoli non basta Crollo granata a Lecce nell'ultima interpretazione del film sulla salvezza Vatta dei miracoli non basta Torino mai in partita con Muller a metà giri e Skoro infortunato - Il raddoppio di Barbas, colpo da ko Dal nostro inviato BRUNO PERUCCA LECCE — Crollo finale, con qualche Impennata d'orgoglio e qualche lacrima all'uscita dal campo. All'ultima e decisiva Interpretazione del copione, Vatta, il tecnico dei miracoli sul campo, non ha potuto compiere anche quelli da medico, o da «mago». Muller è andato sul terreno con la caviglia destra imbottita di novocaina (il malanno era stato tenuto nascosto per non caricare ulteriormente i leccesi) ed ha giocato a metà dei giri, senza incidere per nulla sulla partita. Ed al 33' — un minuto dopo il gol di Paolo Benedetti — è uscito Skoro bloccato da una contrattura alla coscia destra. Al suo posto è entrato Comi, che si scaldava da tempo probabilmente per sostituire Edu, e la partita dei granata è finita lì, non potendo disporre di nemmeno una punta veloce. Così è andata l'ultima tappa del calvario di una stagione che nel suo complesso merita sicuramente la retrocessione per la squadra granata. Il Lecce ha dominato il Torino sin dall'avvio sul piano dello scatto e della potenza atletica, e Carletto Mazzone ha azzeccato la mossa giusta togliendo dalla manovra avversaria Edu, marcato a uomo ed a tutto campo da quel gigante che è Enzo. Già nel primo quarto d'ora, quando non si sapeva ancora degli acciacchi di Muller e Skoro pareva in condizioni di scattare, alle punte non arrivavano rifornimenti proprio perché Edu, ispiratore negli spazi lasciatigli da Como e Inter, denunciava tutti i suoi limiti fisici fino a scomparire dalla partita, malgrado Vatta dalla panchina lo spronasse a muoversi, ad arretrare per trovare qualche pezzo di prato vuo¬ to. Silvano Benedetti, ottimo nello stupendo duello con l'altrettanto bravo Pasculli, Ezio Rossi per il suo encomiabile impegno, capitan Cravero che ha giocato da centrocampista (Ferri libero) nel tentativo di appoggiare l'attacco dopo lo svantaggio, Farris per 11 buon lavoro di contenimento e i tentativi di inserimento, gli unici oltre la sufficienza di questo Torino che — va detto — non ha neppure meritato dal Lecce quello che ai tempi della cavalleria era «l'onore delle armi». Ed a 9' dalla fine la misura della resa l'ha colmata purtroppo Giacomo Ferri, meritando l'espulsione per una testata a Pasculli, un gesto pieno di nervosismo e di stizza, comprensibile forse perla tensione del momento, ma che comunque non ha e non può trovare giustificazioni. Come da promessa, Mazzone ha impostato una squadra da contropiede, lasciati- do al Torino una iniziativa che i granata hanno avuto appena la forza di accennare'. L'inìzio era di quelli da 00, risultato che non serviva al Torino, e dopo un rischio di autogol (vento contrario molto forte) di Ferri sul primo palo e su calcio d'angolo, 11 Lecce spezzava l'equilibrio (32') con Paolo Benedetti che rinfrescava un suo pezzo di bravura: colpo di testa secco e angolato, appena toccato da Marchegiani in tuffo sulla sua sinistra, su punizione lunga di Barbas. Vantaggio leccese e partita segnata. Al Torino riusciva il primo affondo decente soltanto al 2* della ripresa ma il centro di Muller (lanciato da Farris) era stoppato da Benedetti. Ancora i granata in avanti, ma senza la necessaria lucidità di manovra, si limitavano ad impensierire Terraneo in un paio dì occasioni, al 4' con una punizione di Edu e cinque minuti dopo con un tiro di Comi. Ed al 61' Barbas (fallo di Ferri su Paciocco) raddoppiava calibrando stupendamente la punizione, con pallone a fi! di montante alla sinistra di Marchegiani. Esplòdeva la gioia di Mazzone che schizzava dalla panchina improvvisando un passo dì danza, subito circondato dai suoi giocatori, primo fra tutti Barbas, sommerso da un'ammucchiata di abbracci il Torino attaccava più per dovere che per convinzione, Fuser al 66' trovava comunque lo spazio per la rasoiata bassa del 2-1, su punizione. I granata sfioravano il pareggio al 71' in mischia, l'ultima illusione per riaprire il match. E Lecce in paradiso al 74': Marchegiani appoggiava la palla con le mani a Sabato, al quale la rubava Paciocco che gabbava il portiere granata fuori dai pali con il pallonetto del 3-1.1 tifosi granata ripiegavano i loro striscioni. Lecce. L'esultanza dei giocatori salentini dopo la terza rete che sancisce u loro trionfo sui granata

Luoghi citati: Como, Ferri, Lecce, Torino