Boss allo stadio: preso
Boss allo stadio: preso Pescara: sospetto mafioso arrestato alla partita Boss allo stadio: preso PESCARA — Il boss è stato preso allo stadio. La latitanza di un grosso esponente della 'ndrangheta calabrese è finita ieri sugli spalti dell'Adriatico a Pescara, dove aveva trovato posto in curva Sud per amore della sua squadra del cuore, la Reggina, che si è giocata la promozione in serie A contro la Cremonese. In manette dopo quattro anni di latitanza si è ritrovato Francesco Lacava, 41 anni, ricercato per associazione per delinquere di stampo mafioso. L'amore per la squadra del cuore gli è costato caro. Non aveva resistito al fascino del tifo e così si è ritrovato in manette. Lo hanno bloccato in curva Sud circondato da diversi guardaspalle, due ispettori della speciale squadra per la cattura dei latitanti reggini compromessi in fatti di cronaca molto rilevanti, Ranieri e Calabrese. Non1 ha opposto nessuna resistenza, si è rammaricato di non poter assistere a tut¬ ta la gara che la Reggina alla fine, dopo i tempi supplementari, ha perso per 4-3 con i tiri da rigore. Era arrivato a Pescara a bordo di una grossa autovettura che aveva saltato molti posti di controllo. E a distanza di 800 chilometri non pensava certo di avere da temere l'arresto che invece c'è stato con tutte le conseguenze che possono derivare. Francesco Lacava ha svolto, secondo l'accusa, il ruolo di prestanome della famiglia De Stefano in grossi traffici per il riciclaggio di denaro sporco provenienti da sequestri di persone, appalti per forniture di carne, gestione di mercati all'ingrosso di ortofrutta e aggiudicazione di appalti edili in antagonismo con la famiglia M erti Contello. Dopo l'arresto, avvenuto senza creare eccessivo clamore sugli spalti, Francesco Lacava è stato accompagnato in questura e poi associato al carcere S. Donato in attesa del trasferimento a Reggio Calabria. Per l'arresto, ad evitare sorprese che potevano venire dai guardaspalle e da tutte le altre persone di Reggio che in ventimila gremivano l'Adriatico, i due agenti speciali della questura calabrese si sono avvalsi della collaborazione dei colleghi della questura di Pescara che hanno «isolato» il ricercato per piombargli di sorpresa addosso senza dargli alcuna possibilità di scampo. Lacava non si è lamentato nel seguire gli agenti che lo hanno arrestato. Accompagnato in manette ha soltanto esclamato: 'Mannaggia allapartitat», lasciando così trasparire tutto il suo disappunto. Allo stadio si era recato in compagnia del fratello, titolare della catena di «Supermercati reggini». Come è stato comunicato dalle autorità di polizia, è stato rinchiuso nel carcere pescarese di San Donato in attesa di essere trasferito a Reggio Calabria. f.b.
Persone citate: Calabrese, De Stefano, Francesco Lacava, Lacava
Luoghi citati: Pescara, Reggio, Reggio Calabria
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