Falcone alla procura di Palermo Forse già oggi primo ok dal Csm di Ruggero Conteduca

Falcone alla procura di Palermo? Forse già oggi primo ok dal Csm Due candidati dovrebbero rinunciare per far posto al collega nel mirino della mafia Falcone alla procura di Palermo? Forse già oggi primo ok dal Csm Al Consiglio superiore della magistratura anche un codice per autoregolamentare le dichiarazioni alla stampa ROMA — Giovanni Falcone, obiettivo numero uno della mafia, sarà quasi sicuramente il terzo procuratore aggiunto di Palermo. La disponibilità espressa da molti componenti il Consiglio superiore della magistratura e soprattutto la rinuncia di altri due candidati più anziani dovrebbero splanare la strada al giudice istruttore siciliano scampato pochi giorni fa ad un clamoroso agguato tesogli da Cosa Nostra. Della promozione di Falcone dovrebbe occuparsi oggi la terza commissione di palazzo del Marescialli. La proposta dovrà poi essere approvata dal plenum del consiglio. Ma, come si prevede, se gli altri aspiranti all'incarico dovessero ritirare la domanda, per il capo del pool antimafia non dovrebbero esserci altri ostacoli. Infatti, dopo la decisione di quattro mesi fa del ministro di Grazia e giustizia Giuliano Vassalli, che potenziava la struttura giudiziaria del capoluogo siciliano portando da due a tre i procuratori aggiunti, a palazzo del Marescialli, sede del Consiglio su¬ periore della magistratura, giungevano tre domande. Oltre a quella di Falcone, già candidato alla poltrona di consigliere istruttore ma «superato» dal più anziano Antonino Meli, giungevano quelle di Marcantonio Motisi, viceconsigliere istruttore a Palermo, e di Giuseppe Princivalli, presidente, sempre nel capoluogo siciliano, della Corte d'appello. Se Molisi e Princivalle mantenessero le loro candidature, quasi sicuramente per Falcone non ci sarebbe nulla da fare. Come accadde quando si trattò di scegliere fra il consigliere istruttore più popolare d'Italia e Antonino Meli, attuale consigliere istruttore di Palermo, l'anzianità farebbe premio. Sembra però che sia Motisi sia Princivalle si sarebbero mostrati disposti a ritirare le loro candidature per concorrere magari ad altri incarichi. Si fa dunque sgombro il cammino di Falcone verso il prestigioso incarico, proprio nella città dove conta più nemici. Oltre che ad imporsi come una coraggiosa risposta dello Stato contro gli uomini della Cupola, la promozione di Falcone appare destinata a dare mano più libera al magistrato contro la mafia dopo le polemiche sorte in seguito all'arrivo di Meli sulla poltrona di consigliere istruttore e ai tentativi di annullare l'azione del pool antimafia polverizzando, con l'assegnazione a giudici diversi, le inchieste sulla criminalità organiz¬ Ma la ripresa dell'attività del Consiglio superiore, dopo la settimana «bianca» appena conclusa, non si limiterà al caso Falcone. Per il CSM si preannuncia un fine giugno piuttosto «caldo». La commissione riforme, per esempio, ha in calendario due argomenti più che delicati, destinati quasi certamente a produrre nuove lacerazioni all'interno dell'organo di autogoverno dei giudici La commissione dovrà occuparsi infatti di una «risoluzione», una sorta di codice di autoregolamentazione dei magistrati che limiti le loro dichiarazioni alla stampa. Codice che, si sottolinea a palazzo dei Marescialli, si rende necessario dopo le ultime dichiarazioni dei magistrati Garofalo (pubblico ministero del maxi-processo ter a Palermo) e Corrado Carnevale (il presidente della prima sezione penale della Cassazione definito dal suoi avversari giudice ammazzasentenze). Verrà probabilmente sottoposto all'attenzione della commissione, e successivamente del plenum, un ordine del giorno che propone il silenzio dei magistrati «in pendenza di udienza», cioè fin dall'inizio di un procedimento e per tutta la sua durata. L'ideale, si precisa sempre al CSM, 'sarebbe che il pm si pronunciasse solo attraverso la requisitoria ed il giudice solo attraverso la sentenza». •Occorre però anche rendersi conto—aggiungono alcuni consiglieri — che esiste il diritto all'informazione e che quindi stampa e opinione pubblica hanno esigenze che non possono essere disattese». n secondo argomento all'esame della commissione è l'approvazione delle norme transitorie del nuovo codice di procedura penale, già da tempo al vaglio dell'apposita commissione bicamerale del parlamento. La scadenza per l'ofc da parte di Camera e Senato è il 24 agosto—in previsione dell'entrata in vigore del nuovo rito il 24 ottobre —. Si spera però di riuscire a farle approvare con un mese di anticipo: entro il 24 luglio. Ruggero Conteduca

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