L'Italia vuole tornare grande

L'Italia vuole tornare grande I cestisti azzurri impegnati a Zagabria nei campionati europei L'Italia vuole tornare grande Obiettivo minimo il 5° posto, l'ultimo utile per accedere ai Mondiali - La novità D'Antoni - Domani contro l'Urss, mercoledì con la Spagna dal nostro inviato CURZIO MALTESE ZAGABRIA — All'alba di ieri, 18 giugno, disertando le urne nel totale disinteresse degli organi di informazione e ;delle forze politiche tutte, undici italiani, un americano e una pattuglia di dirigenti di basket sono partiti alla volta di Zagabria per conquistarsi il loro seggio europeo. Si potrebbe metterla anche così. A Sandro Gamba, padre padrone di questa nazionale, non dispiacerebbe il tono da bollettino militare. In questo levarsi mattutino del jet azzurro verso i cieli d'Europa, in un palpabile silenzio, si nasconde il fascino dell'impresa solitaria. A chi interessa questa nazionale? Chi sa che Zagabria è l'ultima occasione del basket per non perdere una serie di tram che oggi si chiamano Europeo, domani Mondiali, Olimpiadi? La squadra è partita ieri all'alba, senza una ragione. Avrebbe anche potuto partire nel pomeriggio, oppure oggi (si gioca da domani) e consentire ai giocatori e al seguito di esercitare il diritto-dovere di cittadini. Se si fosse trattato di calciatori, sai che bla-bla nazionale. Ma la gente del canestro non solleva le interpellanti ire dei parlamentari. Neppure quelle dell'onorevole Gianni De Michelis, presidente di Lega, che del resto sa di non contare su di un folto elettorato nello staff azzurro. De Michelis vorrebbe una nazionale controllata dalle società. Prospettiva deprimente per i boss Rubini e Gamba. Questa di Zagabria è soprattutto una scommessa loro. Dopo il fallimento dell'Olimpiade mancata, l'Italia si trova a un bivio: o sale sul podio e conserva la sua autonomia, oppure esce dalla scena intemazionale e finisce serva del campionato. Di qui l'operazione-simpatia della vigilia, tanti sorrisi stirati sul volto da duro di Gamba, tanti piccoli «colpi» .pubblicitari per ravvivare lo stinto azzurro del basket. Numero uno, la convocazione di Mike D'Antoni. Si potrà discutere, sul piano tecnico, la scelta di un giocatore di 38 anni, arrivato col cuore in gola alla fine di una stagione durissima, a scapito di un giovane valido come Gentile. Ma bisognerà ammettere che non s'è mai parlato tanto del¬ la nazionale come in questi giorni. Arsenio Lupin in maglia azzurra, con l'entusiasmo di un deb è uno spot d'autore per il rilancio. Tanto che nessuno ha notato un lato comico della vicenda. E cioè che l'Italia, fiera avversaria degli Europei «open», sarà alla fine, tra rinunce (l'olandese Smits) e infortuni (lo spagnolo Martin), l'unica nazione ad approfittarne. Altra inversione di rotta da parte di Gamba è stata la promozione di Morandotti, troppo geniale e sregolato per i gusti del citi n resto lo ha regalato un mercato folle. L'Italia viaggia verso Zagabria con un Riva finito in prima pagina come «mister sette miliardi». Insomma ci sono tutti gli elementi per riscaldare un po' l'ambiente intorno alla squadra e spingerla in avanti. Verso dove? L'obiettivo è 11 gradino più basso del podio. Insi- diare Urss e Jugoslavia, oro e argento a Seul (è la prima volta che un Europeo si presenta come rivincita di una Olimpiade), è pura utopia. I compagni slavi potrebbero batterci col secondo quintetto. Ma oltre i due colossi non c'è molto. La Grecia lontano da casa non è imbattibile, la Spagna attraversa una difficile rivoluzione, l'Olanda puntava tutto sull'assente Smits, il resto (Francia e Bulgaria) è robetta. Ma la lotta sarà serrata comunque, anche perché questo Europeo garantisce (alle prime cinque) la qualificazione ai mondiali, dove ci si qualificherà per le Olimpiadi, in un gioco di coincidenze per cui se si perde il primo treno si rimane a casa per anni. L'Italia non ha fenomeni come Sabonis, Petrovic o Galis, ma conta su una buona squadra, completa, arricchita rispetto a Rotterdam di un uomo importante per ciascun reparto: Brunamonti, Morandotti e Carerà. Senza contare che il miglior tecnico siede sulla nostra panchina. Il citi Gamba torna a dare Fiducia a Morandotti (nella foto)