Trapattoni «Noi al capolinea, loro a tutto gas»

Trapattoni: «Noi al capolinea, loro a tutto gas» Negli spogliatoi nerazzurri un ritornello rassegnato: «Abbiamo Unito la benzina Trapattoni: «Noi al capolinea, loro a tutto gas» di GIORGIO DESTEFANIS 'Abbiamo finito la benzina». E' il ritornello con cui tutti i giocatori dell'Inter spiegano la secca bastonata subita dal Torino. Una tesi confermata dal silenzio che proviene dagli spogliatoi nerazzurri. Viene addirittura da chiedersi se i giocatori siano veramente dentro o se per caso non se ne siano andati alla chetichella. Dichiarazioni pacate, rassegnate. C'è un solo sistema, per ravvivare la conversazione: alludere ad una tacita intesa per dare una mano al disperato Torino. «Se pensassi una cosa del genere allora dovrei arrabbiarmi», taglia corto Trapattonl. Ci sono stati episodi, però, che qualcuno ha creduto di interpretare proprio in questo senso: lo scatto d'ira rivolto a chissà chi da parte di Zenga dopo il secondo gol con indice e medio alzati ad indicare il numero due, l'al¬ truismo di Diaz a favore di Serena quando l'argentino era ormai giunto faccia a faccia con Marchegiani. Quasi a confermare la liceità dei sospetti, proprio Zenga e Diaz dopo la partita rifiutano ogni intervista. 'Arrabbiato? — sbotta il portiere azzurro —. No. Ho solo fretta perché devo andare a votare». Anche il Trap è parso stranamente tranquillo su quella panchina che per dieci anni aveva sopportato i suoi scatti d'ira, i suoi assordanti fischi. •Dopo tutto quello che i ragazzi hanno fatto quest'anno non sarebbe stato giusto che mi fossi arrabbiato per una partita storta — dice il tecnico interista —. Piuttosto, anche se non è mia abitudine farlo, vorrei ricordare che mancavano Matthaeus, Brehme e Ferri: tre assenze rilevanti, come si è visto. Non dico che qualcuno avesse già la testa in vacanza, ma sicuramente era un po' stanco. Soprattutto chi ha tirato la carretta per tutto l'anno. Siamo giunti al capolinea un po'tirati: il caldo e la grande motivazione del Toro ci hanno messo sotto». Spiegazioni ben più sensate di quelle di chi ha voluto ad ogni costo vedere una particolare accondiscendenza da parte della squadra interista (non si devono dimenticare le due amichevoli di fe¬ steggiamento a Cagliari e Bari con relativi viaggi, nel valutare la stanchezza dei nerazzurri). E che hanno anche il pregio di non fare a pugni con le caratteristiche di Trapattoni, uomo che di certe cose non può essere neppure sospettato. •Stanchezza nostra e grinta del Toro — spiega Giuseppe Baresi — Queste le due ra¬ gioni della nostra sconfitta. Aggiungiamoci anche il caldo e i due gol presi in contropiede, e il gioco è fatto. Nel primo tempo abbiamo retto bene, ma nella ripresa sono venute fuori le maggiori motivazioni del Torino». Sulla più forte spinta emotiva della squadra di Vatta insistono un po' tutti i giocatori interisti. Qualcuno ci tiene anche a sottolineare l'incredibile apporto del pubblico, letteralmente scatenato dal primo al novantesimo minuto. 'Una vittoria giusta e meritata — sottolinea Berti, giocatore ricco di temperamento che a perdere non ci sta mai —. Da parte dei giocatori e dei loro tifosi che sono stati straordinari. E' triste ammetterlo, ma loro erano ben più decisi e determinati. D'accordo, noi è tutto il campionato che sfanghiamo, ma non mi si venga a dire che non potevamo dare di più». Al di sopra di ogni sospetto di scarso impegno è Aldo Serena, professionista-g/obetrotter del calcio tricolore (questo il suo curriculum in dieci anni di carriera: Inter, Como, Bari, Inter, Milan, Inter, Torino, Juventus, ancora Inter) che è difficile immaginare vittima di sentimentalismi. 'Abbiamo accusato un generale calo di tensione — afferma — e credo sia abbastanza naturale, del resto, dopo un campionato giocalo a questi livelli. Le motivazioni del Torino erano ben diverse dalle nostre e lo sic ampiamente visto sul campo. Fa parte del carattere della squadra granata, questo temperamento. In occasioni come queste si esalta. Anche per merito del suo pubblico che è una cosa veramente incredibile. A noi dell'Inter questa stagione ha già dato molto, non si deve pretendere troppo. Io, per quanto mi riguarda, spero solo che tre gol di vantaggio stano sufficienti per vincere la classifica- ■ L'exMandorlini: «Nessun regalo» TORINO — Impossibile da decifrare, il volto stanco e tirato (oltreché decorato da un cerotto sul sopracciglio sinistro retaggio di qualche vivace contrasto aereo) di Mandorlini. Ovviamente non può essere soddisfatto di come sono andate le cose per l'Inter, ma c'è il dubbio che l'aver dato una mano alla squadra nelle cui file è calcisticamente nato e cresciuto possa in qualche modo mitigare la delusione. •Sono contento per il Toro — afferma —, Però avrei preferito vincere. Non ho certo pensato di fare favori. Ho giocato con il massimo impegno anche perché Vatta è stato il primo allenatore a lanciarmi e ci tenevo a far bella figura davanti a lui. Volevo fargli vedere che non ho perduto questo carattere granata che credo mi accompagnerà tutta la vita».

Luoghi citati: Bari, Cagliari, Como, Juventus, Torino