Le Casse (14) in pool

Le Casse (14) in pool Forse il 3 luglio mega-fusione tra istituti liguri-piemontesi Le Casse (14) in pool L'operazione, guidata dalla Risparmio di Torino, ha un duplice obiettivo: la scadenza europea del 1993 e la concorrenza al San Paolo ed alla Cariplo presenti nelle due regioni TORINO — Tra due settimane il panorama finanziario ed economico del Nord Italia sarà radicalmente modificato. La notizia, per ora appena un'indiscrezione, non è ancora ufficialmente confermata, ma sembra ormai più che certo che il 3 luglio, a Genova, verrà sancito un patto che darà il via a un processo di'unificazione di 14 Casse di Risparmio liguri e piemontesi, creando una concentrazione bancaria con pochi precedenti nel nostro paese. Il nuovo «pool» di banche giunge a mettere insieme più di' 50 mila miliardi di raccolta diretta ed indiretta. Si tratta di depositi a «dimensione europea», in grado di affrontare la' concorrenza interna ed esterna nel fatidico 1993. Quali sono le Casse di Risparmio interessate all'operazione? Innanzi tutto la Cassa di Risparmio di Torino con le sue collegate (Fossano, Savigliano, Saluzzo, Bra e Tortona cui vanno anche aggiunte Vlgnola, in Emilia, e Città di Castello, nelle Marche) la Cassa di Risparmio di Cuneo, l'Associazione «Acropoli» (già nata nell'87 che comprende Biella, Alessandria, Asti, Vercelli e Savona) e le Casse di Risparmio di Genova ed Imperia che qualche mese fa avevano già aderito ad «Acropoli». C'è per la verità una tenue possibilità che all'ultimo minuto si colleghi all'operazione anche la Cassa di Risparmio di La Spezia, che è però più orientata, per ovvie ragioni territoriali, verso la Toscana, cioè ad altre alleanze. Le motivazioni dell'imminente «patto federativo», con unità d'intenti e strategie, così come è stato concepito, non hanno solo lo scopo di poter far fronte alla sfida europea nel '93, ma di rivaleggiare ad armi pari con la concorrenza, già ora presente, della lombarda Cariplo e del torinese Istituto San Paolo. La prospettiva d'azione del nuovo gruppo (dopo l'approvazione del «decreto Amato», che permetterà di unificare la banche con molti sgravi fiscali) è di giungere alla creazione di una holding, dopo aver scorporato, istituto per istituto, l'attività di fondazione da quella bancaria in senso stretto. Per l'attività bancaria si procederà alla costituzioni di singole «spa». Padre ideatore (vi ha lavorato un anno) del «patto federativo» è 11 professore Giuseppe MaspoU, socialista, vice presidente della Crt, che da sempre sostiene la necessità di una politica d'unificazione delle 63 Casse italiane. Inutile cercare da lui una conferma alla concentrazione, la prima risposta è «no comment». Aggiunge solo: "Non posso non vedere i vantaggi di un'allenza tra le Casse di Risparmio di Piemonte e Liguria". Per il professor Maspoli unirsi significherebbe essere più forti sia all'estero che sul mercato nazionale. Non solo, vuol dire essere più efficienti, meno costosi per la clientela e poter offrire più prodotti. Se oggi come oggi calasse nella nostra realtà una banca del Nord Europa sbaragllerebbe la concorrenza. Per fare un esempio, nel loro istituto di credito i tedeschi trovano persino l'alloggio da affittare. Dunque alle banche italiane non resta altro che cominciare a garantire una maggiore assistenza alla clientela. Molti istituti di credito non sono mai stati stimolati a sufficienza per la mancanza di concorrenza. Cosa significherà in primo luogo l'unione delle quattordici Casse? La messa in atto di un sistema organico nell'informatica, come già iniziato dall'associazione «Acropoli», l'avvio di un importante discorso parabancario (basti dire che attualmente ognuna delle Casse ha un suo leasing, un suo factoring, eccetera) e l'avvio di una lunga serie di iniziative finanziarie (vendita di prodotti assicurativi e di fondi comuni d'investimento). Un'altra indiretta testimonianza di quel che avverrà nell'incontro del tre luglio la fornisce Giorgio Giovando, democristiano, direttore generale della Crt. Dopo la smentita di rito ("Non posso confermare») dice il dottor Giovando: 'Potrebbe esser nata l'indicazione per verificare le condizioni di un programma unico per Piemonte e Liguria. Occorre vedere se esistono le condizioni per andare avanti: Allo stato attuale il problema dell'unificazione delle 14 Casse pare più politico che tecnico. C'è un documento da mettere sul tappeto e la creazione di una holding è sempre questione delicata, forse ci saranno dei discorsi alternativi da sviluppare. La strategia in grado di scuotere la geografia finanziaria ed economica ligurepiemontese (altre conferme della fusione giungono da Genova) è già nata anche se verrà alla luce dopo il 3 luglio. Marco Vaglietti

Persone citate: Giorgio Giovando, Giovando, Maspoli, Vaglietti