«Abbonati, se non vuoi guai con il fisco»

«Abbonati, se non vuoi guai con il fisco» «Abbonati, se non vuoi guai con il fisco» Colossale raggiro scoperto a Savona - Sedicenti funzionari «imponevano» abbonamenti a riviste inesistenti a chi voleva evitare le ispezioni della Finanza SAVONA — Il timore di un'ispezione della Guardia di finanza o di accertamenti fiscali da parte dell'Amministrazione finanziaria dello Stato ha indotto professionisti, commercianti e imprenditori di mezza Italia a versare somme di danaro (da 170 mila a mezzo milione di lire), sotto forma di abbonamenti a riviste inesistenti di informazione tributaria, ad un'organizzazzione criminale che vantava stretti legami operativi con il ministero delle Finanze. Il colossale raggiro, che interessa Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, è stat o scoperto dal nucleo di polizia tributaria di Savona che ha denunciato cinque persone per associazione a delinquere e altri reati minori. Tre, i fratelli Walter e Clara Frigo, 27 e 32 anni, milanesi, e Maria Elena Mazzocca, di Sesto San Giovanni, sono finiti in carcere su ordine di cattura del sosti¬ tuto procuratore della Repubblica di Savona, Alberto Landolfi. I primi due sono stati arrestati mentre ritiravano un assegno degli abbonamenti «imposti». Maria Elena Mazzocca è finita con le manette ai polsi nella sua abitazione, dove sono stati trovati numerosi assegni -sospetti-. Renato Zandonà. di 36 anni, e Adriana Bocca, di 33, entrambi di Sesto San Giovanni, sono stati denunciati a piede libero. Ma non è che l'inizio dell'inchiesta cui, ora, sono interessate numerose procure della Repubblica del Nord Italia e che potrebbe estendersi anche a Roma. Gli appartenenti alla presunta associazione a delinquere erano in possesso di informazioni riservate su uomini e funzioni dell'amministrazione finanziaria. E' proprio su queste conoscenze, oltre che sul timore di controlli fiscali delle categorie cui viene at¬ tribuita una maggiore capacità di evasione, che l'organizzazione ha basato l'efficiente sistema di -prelievodi somme non ancora quantificate (gli interessati, per la maggior parte, preferiscono non denunciare i raggiri subiti) ma sicuramente ingenti. Gli inquirenti ipotizzano centinaia di milioni. Il metodo usato era tanto semplice quanto efficace. Uomini e donne con proprietà di linguaggio e modi di fare molto professionale si presentavano negli uffici di professionisti, commercianti e titolari di aziende e proponevano l'abbonamento ad una serie di riviste di informazione tributaria e di carattere fiscale. Il giorno successivo, o poco dopo, le persone contattate venivano raggiunte da telefonate di questo tono: -Lei è stato sorteggiato dal Ministero per un accertamento fiscale. L'avvisiamo perchè i nostri collaboratori ci hanno segnalato che è interessato alla nostra rivista-. Oppure: -La sua denuncia dei redditi forse non è f&dele. Le conviene aggiornarsi tramite le nostre riviste-. Gli autori delle telefonate si qualificavano con nome e cognome degli Intendenti di finanza o degli ufficiali dei nuclei di polizia tributaria delle città di residenza degli interlocutori o come dirigenti centrali delle branche nevralgiche del ministero delle Finanze. Anche i più diffidenti, dopo un controllo, non avevano più dubbi, sottoscrivevano gli abbonamenti proposti e pagavano in contanti o con assegni. Tutto è filato liscio per molto tempo. Poi,,a Savona, qualcuno (sembra anche il locale Intendente di finanza il cui nome sarebbe stato falsamente -speso- più volte) ha avvisato la polizia tributaria che è risalita alle cinque persone. b.ba.

Persone citate: Adriana Bocca, Alberto Landolfi, Clara Frigo, Maria Elena Mazzocca, Renato Zandonà