Sul fiume dell'imperatore di Ernesto Marenco

Sul fiume dell'imperatore SORPRESE DI UNA CROCIERA DA VIENNA A BUDAPEST Sul fiume dell'imperatore In un anno transitano sul Danubio oltre 3,5 milioni di tonnellate di merci e oltre 500 mila turisti - Le delizie di «Mozart», grande motonave veloce, tra musiche di Strauss, massaggi, cucina perfetta - Nel 1862 la più grossa compagnia di navigazione interna del mondo aveva qui oltre 200 navi a vapore e un migliaio di chiatte DAL NOSTRO INVIATO VIENNA — «Benvenuti a bordo della "Mozart" per il viaggio sul Danubio imperiale», dice con un gioviale sorriso il comandante Otto Ziehngraser, mentre la gigantesca nave è ormeggiata all'ombra della famosa ruota del Prater. E' una calda giornata di questa bella primavera e i turisti in gran parte tedeschi, ma anche italiani, olandesi e soprattutto americani, scompaiono nel grande ventre della nave per un viaggio di tre giorni, molto romantico ed esclusivo, sino a Budapest, con una breve sosta a Bratislava: un tour affascinante sul Danubio lungo le sue verdi sponde ancora intatte. L'allegra melodia di un valzer di Strauss accoglie i turisti e forse Mozart potrebbe aversela a male se non fosse che tutto a bordo ricorda, in un certo senso, le sue stupende sinfonie. Serenità ed eleganza si respirano in ogni angolo. La cortesia del personale austriaco è proverbiale. Tutto è perfetto: dalla cucina internazionale (due pasti al giorno oltre la colazione, la merenda e uno spuntino a mezzanotte) al ricco programma di intrattenimento che si svolge nel lo unge dotato di un palcoscenico e di una pista da ballo. Una sala biblioteca è a disposizione di chi vuol starsene tranquillo. E quindi vien facile pensare: perché soltanto sul Danubio è possibile una crociera così ricca di bellezze storiche e naturali? Il nostro Po, anche se cosi inquinato e maleodorante, potrebbe offrire città artistiche non certo da meno: da Torino scendendo verso Casale verso Pavia, Piacenza, Mantova e Ferrara. Non serve sognare o incolpare chi non ha mai pensalo di utilizzare il Po in chiave turistica. Ma è curioso rtcots dare che la compagnia di navigazione sul Danubio fl'attuale Ddsg) è stata fondata nel lontano 1829. Nel 1835 esisteva già un primo collegamento fra Vienna e il delta; nel 1862, con oltre 200 navi a vapore e un migliaio di chiatte, era diventata la più grossa compagnia per la navigazione interna del mondo. Dopo le traversìe dovute ai due conflitti mondiali, i vent'anni che vanno dal 1965 all'86 se- gnano il periodo della modernizzazione della flotta di trasporto merci e passeggeri. L'anno scorso oltre 3,5 milioni di tonnellate di merci e oltre mezzo milione di turisti in crociera, di cui ventimila con motonavi veloci, sono transitali sul Danubio. Pochi dati forniti dall'ente del turismo austriaco, ma significativi per dimostrare il successo delle varie crociere, da quella dell''Imperatore', a quella sulle "tracce della Monarchia: La partenza da Vienna avviene a mezzogiorno in punto: si discende il Danubio sino a Budapest. In tutto 12 ore di navigazione per lo più notturna: diventano 22 per risalire la corrente e tornare nella capitale austriaca. La hall della motonave si trova sul ponte Tornino (tutti i ponti portano i nomi di celebri personaggi mozartiani). Da qui si raggiungono le lussuose ca, bine, mq,paifìdi i^ntijnetri quadrati con aria condizionata, tv e minibar) e i posti per trascorrere il tempo libero: piscina, sauna, centro massaggi, quello di ginnastica e il salone da parrucchiere, che manco a dirlo si chiama Figaro. Dopo breve tempo, ecco apparire Bratislava, capitale della Slovacchia, con le sue case antiche arroccate sotto la fortezza che domina la città. Il vento nuovo soffia im¬ petuoso anche in Cecoslovacchia: fa quindi abbastanza specie vedere quanta gente va a messa anche nel pomeriggio di un giorno feriale. Ancora un balzo nella notte, mentre le ombre degli immensi platani e delle fitte betulle lungo la sponda sinistra del fiume, in terra slovacca, e quella destra, in terra d'Ungheria, svaniscono alle spalle. Al mattino la Mozart è ancorata fra Buda e Pest all'ombra del grandioso palazzo imperiale degli Asburgo. Più rapido il controllo dei passaporti che non a Bratislava e subito il turista è ingoiato nel traffico caotico della capitale magiara che oggi ha ormai l'aspetto di una metropoli occidentale. Oltre due milioni di abitanti e novecentomila automobili in circolazione. Un'intera giornata per gironzolare fra le antiche strade di Buda, i bagni ottomani, gustarci! gulasch, sentire palpabile nell'aria la simpatia che gli ungheresi hanno per gli italiani. E una sosta d'obbligo s'impone nella grande piazza degli Eroi dove sono ospitate le statue di tutti i re magiari che fecero grande l'Ungheria. Dalla piazza si dipartono gli splendidi viali che Francesco Giuseppe fece costruire per quella che considerava la seconda capitale dell'impero. E la guida ungherese che ci accompagna non perde l'occasione per sussurrarci in perfetto italiano: «Ci ritroveremo in questa bella piazza almeno in trecentomila per rendere onore ad Imre Nagy. Abbiamo dovuto aspettare 31 anni, ma infine ci siamo riusciti». Poi a sera il ritomo a bordo. Mentre ci si siede a tavola, il comandante molla gli ormeggi e si risalgono lentamente le ampie anse del Danubio. Al mattino ecco apparire il maestoso duomo di Eszlergom, l'antica capitale dell 'Ungheria prima della dominazione turca. La Mozart ora risale i luoghi dell'ultima contestazione dei verdi magiari. Nagymoros è la località dove dovrebbe sorgere la grande diga progettata sin dal 1977 da Ungheria e Cecoslovacchia, con capitali austriaci. Gli ambientalisti per ora hanno vinto. La grande opera, che comporta lo spostamento del Danubio per, poter costruire due centrali idroelettriche, non si farà. Il brusco cambiamento d'indirizzo delle autorità di Budapest è arrivato come un fulmine a ciel sereno soprattutto per l'Austria. Sono stati soprattutto gli ambientalisti del 'Duna Koer-, il circolo del Danubio. Ma la lotta non è finita, sostiene uno dei leader, il biologo Janos Vargha. Finora sono state raccolte 150 mila firme, ed è già un grosso successo. Dimostra come anche in Europa Orientale sia in forte aumento l'attività degli ambientalisti. Di diverso avviso invece il comandante Ziehngraser, che senza peli sulla lingua afferma di non essere per niente d'accordo con i verdi. Sostiene: «Regolare il corso del Danubio non è un dramma: basta lavorare con saggezza. Il fiume non è il mare, ma le insidie non mancano anche qui. La navigazione dipende dalle piogge. Quando c'è troppa acqua è difficile passare sotto i ponti, quando ce n'è poca c'è il pericolo delle secche». E il mattino dopo, approdando di nuovo a Vienna, per una rapida visita, prima alla casa museo di Freud, per il cinquantenario della morte, e subito dopo ad una mostra che ospita numerose opere di Egon Schiele che lo , Stato austriaco vorrebbe acquistare da un privato, vien facile ricordare che il Danubio un tempo passava lento proprio nel cuore della città e che Francesco Giuseppe, alla fine del secolo scorso, aveva dato ordine ai suoi irigegneri di deviarne il corso per costruire il porto su un ramo laterale. Ora ai bordi del Ring c'è rimasto uno stretto canute, anche lui naturalmente navigabile. Ernesto Marenco Budapest. Uno scorcio del Danubio, tra il Ponte delle Catene e il grande palazzo zo del Parlamento (Fotogramma)