In Francia i verdi e Le Pen si contendono il terzo posto di Enrico Singer

In Francia i verdi e Le Pen si contendono il terzo posto In Francia i verdi e Le Pen si contendono il terzo posto Ma gli elettori danno segni di stanchezza: alle urne soltanto un francese su due DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — C'è un numero che ha deluso tutti i partiti ieri in Francia. E' quello relativo alle astensioni. Più del 50 per cento degli elettori ha disertato l'appuntamento europeo. E per il Paese che si considera la "locomotiva» dell'Europa dei Dodici è quasi una vergogna nazionale. Certo, il voto era il decimo in 14 mesi dopo i due turni delle presidenziali, i due delle politiche, i due delle cantonali, il referendum sulla Nuova Caledonia e, ancora, i due turni delle comunali del marzo scorso. Una cascata di elezioni che ha tracciato, ormai, un equilibrio istituzionale valido almeno per i prossimi tre anni. L'astensione, insomma, era prevedibile. Anzi, era stata ampiamente prevista, anche perché si era manifestata in modo sostanziale già in oc¬ casione delle ultime elezioni: in particolare del referendum sulla Nuova Caledonia quando sfiorò il 60 per cento. E l'Europa non ha fatto il miracolo. Ma se il numero delle astensioni ha deluso, c'è anche un numero che ha sorpreso. E' quello dei voti conquistati dai Verdi: più dell'11 per cento, secondo le proiezioni quasi definitive dei risultati. Un dato che proietta il partito ecologista di Antoine Waechter in una lotta all'ultimo voto con l'estrema destra di Jean-Marie Le Pen per la conquista del terzo posto nel panorama politico francese, prima di centristi e comunisiti. Se non è un terremoto, è certo un «riassetto» della mappa dei partiti in Francia che aveva cominciato a prendere forma già negli ultimi appuntamenti elettorali. Il nuovo quadro — sul quale pesa sempre il 50 per cento di astenuti — sarebbe questo. Un 28 per cento per la lista guidata dall'ex presidente della Repubblica, Valéry Giscard d'Estaing. Un 24 per cento alla lista socialista guidata da Laurent Fabius. Poi Ì'ÌÌÌ5 per cento dei Verdi e del Fronte Nazionale. I centristi della signora Simone Veil si attestano sull'8,5 per cento. Fanalino di coda, il pcf ormai precipitato al 7,5 per cento. E una nebulosa di partitini che non raggiungono la «barra» del 5 per cento necessaria per ottenere seggi. Se questi risultati, non ancora definitivi, saranno confermati, tutti gli schieramenti francesi avranno la loro lezione da analizzare. Il partito socialista del presidente Mitterrand, che nell'84 aveva ottenuto il 20,7 per cento dei voti, ha confermato la sua ascesa percentuale ma non è riuscito a prendere quel primo posto che la divisione del «fronte- della droitc (Giscard d'Estaing contro Simone Veil) poteva fargli sperare. Il centro-destra, nel suo insieme, si mantiene vicino al 40 percento. L'avventura della signora Simone Veil, che ha coagulato il resto delle forze centriste, non è disperata. Ma nemmeno esaltante come i vari rinnovatori dell'opposizione credevano. Se questo è il rapporto tra i «grandi- della droite e della gauche, le vere sorprese sono venute dai Verdi e dal Fronte Nazionale. A parte la suspense per il terzo posto, sia gli ecologisti che l'estrema destra si sono imposti come forze politiche rilevanti che invaeranno una decina di deputati ciascuno nell'Europarlamento. Enrico Singer

Persone citate: Antoine Waechter, Giscard D'estaing, Laurent Fabius, Le Pen, Marie Le Pen, Mitterrand, Simone Veil

Luoghi citati: Europa, Francia, Nuova Caledonia, Parigi