Più potere all'Europarlamento

Più potere all'Europarlamento I risultati del referendum diranno se gli italiani sono favorevoli Più potere all'Europarlamento ROMA — E ora sapremo se gli italiani sono più o meno favorevoli a trasformare la Comunità economica europea in una effettiva Unione, dotata di un governo responsabile di fronte a un Europarlamento a cui affidare il mandato di redigere un programma di Costituzione europea. Se prevarranno i «sì» sulla seconda scheda che gli elettori si sono visti consegnare al seggio, quella del «referendum propositivo», significa che gli italiani credono in un'Europa che abbia più peso politico, capace di contare maggiormente di fronte ai grandi partners internazionali come Usa e Urss. Ma la vittoria dei «si» sarà importante anche come elemento di pressione nei confronti dell'opinione pubblica degli altri Paesi europei. Infatti, l'Italia—grazie a un'apposita legge approvata all'unanimità dalla Camera e dal Senato — è il primo, e per ora unico. Paese della Comunità dei «Dodici» ad indire un «referendum di indirizzo» collegato a un discorso di riforma istituzionale che trasformi l'Europa in un vero soggetto politico dotato di poteri sovrani. E' chiaro che chi vota «no» è contro tutto questo, quindi è lontano dal voler imprimere un colpo di acceleratore all'unità europea e di conseguenza non è favorevole a dare più ampi poteri al Parlamento dì Strasburgo, sottovalutando forse i rischi di dar vita nel 1992 alla sola unificazione economica dei Paesi della Cee. A dire il vero, la campagna elettorale non ha riservato molta attenzione a questo referendum, nonostante la sua importanza. Un atteggiamento forse legato al fatto che nessun altro Paese della Cee ha seguito l'esempio italiano, per cui i risultati del referendum avranno soltanto un valore simbolico, sia pure importante. Attualmente il Parlamento europeo — che si ramifica in tre sedi: a Strasburgo per l'assemblea, a Lussemburgo perii segretariato generale, a Bruxelles per le commssioni — non ha poteri legislativi in senso stretto ed interviene in un numero limitato di casi nel processo di formazione degli atti comunitari, attraverso la formulazione di pareri obbligatori ma non vincolanti. Più in dettaglio: controlla il lavoro svolto dalla Commissione Cee (composta da 17 membri nominati dai 12 Paesi) e può negarle la fiducia, costringendola alle dimissioni con un voto di censura espresso da almeno i due terzi degli europarlamentari; può modificare, a certe condizioni, le proposte normative che la Commissione Cee sottopone al Consiglio del ministri (l'organo decisionale della Comunità); in materia di bilancio può modificare le spese non agricole e respingere il progetto di bilancio, ma non può decìdere nuove entrate. L'Europarlamento è eletto a suffragio universale fin dal 1979 e ha mandato quinquennale; i deputati si riuniscono in gruppi in base alle affinità politiche e non per nazionalità; è guidato da un presidente e da 14 vice.

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia, Lussemburgo, Roma, Strasburgo, Urss, Usa