E Maggie ha fatto «autorete» di Mario Ciriello

E Maggie ha fatto «autorete» E Maggie ha fatto «autorete» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — D'improvviso, Margaret Thatcher è sul banco degli accusati: e ad accusarla, con voci irose e sdegnate, sono proprio i suoi fedeli* 1 conservatori. La presunta, probabile vittoria laborista nell'eurovoto di giovedì — affluenza, il 35% — ha scosso il governo e l'intero partito tory con la violenza di un uragano, ha distrutto il mito di una Maggie invincibile, ha disperso l'illusione di un irreversibile tramonto socialista. Se i sondaggi all'uscita delle urne saranno confermati dai risultati ufficiali, i seggi tory a Strasburgo saranno quasi dimezzati e la maggioranza dei rappresentanti inglesi sarà costituita dai laboristi. Il calcolo è: 26 eurodeputati di Margaret Thatcher, 51 di Neil Kinnock E' un trionfo del leader socialista e della sua lunga battaglia per ricondurre il partito sulla via del pragmatismo e della moderazione: ma è so- prattutto una disfatta dì Maggie. Ed è, occorre sottolineare, una vistosa conferma che gli inglesi sono assai meno diffidenti dell'Europa di quanto vorrebbe la «Lady di ferro». La goffa campagna elettorale voluta da Margaret Thatcher aveva un unico fine: mettere in guardia i cittadini contro una Comunità «sempre più socialista e sempre più burocratica». La campagna è fallita. E oggi quasi tutti i tories accusano il leader di aver sottovalutato l'intelligenza dei votanti e il loro crescente europeismo. Altri fattori hanno contribuito alla presunta sconfitta. Gli insuccessi sul fronte economico; l'inflazione giunta adesso all'8,3%, la più alta in Europa; le tensioni nel governo; misure impopolari. H premier stesso ha perso parte del suo carisma, del suo appeal: e reagisce non con una nuova seducente immagine, ma con boria sferzante. Tuttavia, non c'è dubbio, è stata la campagna anti-Cee a produrre la frana maggiore. Proprio mentre la sterlina ruzzolava inarrestabile e tutti gli esperti, la Banca d'Inghilterra, il Tesoro e il ministero degli Esteri additavano nel sistema monetario europeo la soluzione, la Thatcher ripeteva il suo altero «no». Neil Kinnock non è certo un europeista ardente, tutt'altro, rinvia a un futuro nebuloso sia l'ingresso della sterlina nello Sme, sia l'unione monetaria, sia l'unità politica: ma è più aperto al negoziato, approva l'«Europa sociale», apprezza il valore di una certa euroretorica. Per esortare i tories a votare, Margaret Thatcher ha invece autorizzato un manifesto infantile e offensivo: «Restate a casa giovedì 15 e dovrete vivere con una dieta di Bruxelles». Si gioca" sulla parola Brussels, che sta per Bruxelles, ma che'definisce pure i Brussels sprouts, i cavoli di Bruxelles. Si rimetterà il premier dal terremoto? Quasi Londra. La premier britacertamente si. Ma dovrà cambiare non pochi atteggiamenti e dovrà capire che il Labour Party non è né morto né agonizzante. E delle elezioni europee in Irlanda? Non se ne sa nulla, zero. Sono sprofondate nell'oscurità sotto il peso delle simultanee elezioni politiche, giovedì 15. L'affluenza alle urne è stata del 777c, ma è una cifra senza valore, ingannevole. E' alta perché eh} ha votato alle politiche ha approfittato della sua visita alle urte per usare anche l'altra scheda, l'euroscheda. Non basta. Ci vorranno alcuni giorni prima di conoscere annica Margaret Thatcher e è a e a n tutti i risultati. La proporzionale irlandese è complessa. Soltanto ora si comincia a conoscere l'esito delle elezioni generali, benché i calcoli siano cominciati il 16. Si sa così che il premier Charles Haughey, il leader del Fianna Fail, non è riuscito a ottenere la desiderata maggioranza parlamentare. Era questo il suo quinto tentativo, n Fianna Fail sembra aver perso tre seggi. Con ogrji probabilità, Hàugnéy fe!>tèra"al fioterè, con un nuovo governo di minoranza, ma, come ha detto ieri, 'la situazione è confusa, come la nostra proporzionale-. Mario Ciriello

Persone citate: Charles Haughey, Margaret Thatcher, Neil Kinnock, Thatcher

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Irlanda, Londra, Strasburgo