Delazioni beffa di F. M.

Delazioni beffa C'è chi telefona per denunciare il «sovversivo Li Peng» Delazioni beffa // regime non s'arrende e lancia un «manualeper la confessione» «Se siete indisposti, mandate un parente a vuotare il sacco» PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Si è rivelata un boomerang la propaganda a favore di delazioni e denunce contro attivisti del movimento democratico, attraverso numeri telefonici speciali ampiamente reclamizzati dalla televisione. Conservando nella tragedia un feroce e amaro senso dell'umorismo, molta gente ha chiamato quei numeri per segnalare alla polizia politica un pericoloso elemento da arrestare al più presto: il primo ministro Li Peng. E' un ulteriore segnale di resistenza sotterranea, svelato da fonti cinesi, e che segretamente diverte tutta Pechino. La valanga di anonime denunce contro il primo ministro spiegherebbe come mai da giorni la propaganda non insista più sulle delazioni telefoniche alle autorità. C'è chi ha denunciato il fratello, come è stato ampiamente esaltato dalle fonti ufficiali. Ma c'è anche chi conserva dignità e coraggio per dileggiare l'apparato repressivo. Complessivamente sarebbero state ricevute circa duemila denunce. A parte quelle derisorie contro Li Peng, molte si sono rivelate dettate da rancori contro persone risultate estranee non solo agli scontri con l'esercito, ma perfino alle manifestazioni cui avevano partecipato milioni di pechinesi. Parecchi arrestati, che hanno potuto provare la loro estraneità, e a carico dei quali non è stato trovato alcun indizio nei chilometri di pellicola girati sulla Tienanmen dalla polizia politica in quei giorni, hanno dovuto essere rilasciati. Ora, anzi, sarebbe stata adottata una norma interna che prevede arresti solo dopo tre denunce. In compenso, è stata lanciata una campagna affinché la gente si autodenunci. A questo scopo il Quotidiano di Pechino, sotto il titolo «Come costituirsi dopo aver commesso un crimine», pubblica una piccola guida per l'autodenuncia, ricca di suggerimenti su dove e a chi rivolgersi, e di informazioni sullo sconto di pena se si fa la spia su altri attivisti democratici. Compilato sulla base di direttive della Procura Generale presso la Corte Suprema, il manuale per l'autodenuncia prevede anche il caso che l'interessato non sia fisicamente in condizioni di presentarsi agli uffici indicati, o perché ferito nei disordini o perché, poniamo, soffra di mal di pancia. In questo caso può mandare a confessare a proprio nome l'amante, per esempio, o il cugino. Recita infatti uno dei punti del manuale: «Un criminale che sia malato o ferito e voglia approfittare dell'opportunità di ridurre l'effetto dei crimini da lui commessi, può incaricare un'altra persona di andare a confessare a proprio nome presso l'Ufficio di pubblica sicurezza tutti i crimini commessi». Dopo di che ci, sarà il processo, a carico di «criminali» confessi, [f. m.]

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