«L'ospedale non è un lager» di Giuliano Marchesini

«L'ospedale non è un lager» L'indagine a San Candido, poliziotti in corsia dopo la denuncia anonima «L'ospedale non è un lager» / medici respingono l'accusa di eutanasia BOLZANO DAL NOSTRO INVIATO «Ci stiamo dando da fare per andare fino in fondo a questa storia — dice il procuratore capo della Repubblica di Bolzano, Mario Martin —. Non vorrei, però, che si facesse tanto rumore per nulla». Il rumore turba San Candido, deliziosa località della Val Pusteria, con un ospedale che dovrebbe essere un piccolo modello di assistenza sanitaria. C'è quell'inchiesta in corso, sulla base di un sospetto atroce suscitato da una lettera anonima. In sostanza, una parola: eutanasia. Secondo accuse ancora da dimostrare, il lindo, ovattato ospedale di San Candido potrebbe essere diventato un posto della «buona morte». Il procuratore capo precisa che finora non ci sono comunicazioni giudiziarie, né altri provvedimenti da parte della magistratura. Resta il mistero sul personaggio che, con quello scritto inquietante, ha messo in moto l'indagine e gettato nello scompiglio il modesto nosocomio della Pusteria. Chi può aver tentato di mettere un tal peso sulle spalle del personale dell'ospedale di San Candido? «Può anche trattarsi — osserva Mario Martin — di qualcuno che abbia interesse a fomentare». Qualcuno che abbia motivi di rancore nei confronti della direzione, dell'amministrazione? «Devo dire che è possibile», risponde il procuratore. «Però, al momento, non si può escludere che il contenuto della lettera abbia qualche fondamento. Per cui si procede: dopo l'indagine compiuta dalla Squadra Mobile, ho affidato il caso al sostituto Klammer». Ma il sostituto procuratore Alois Klammer è per ora impegnato in un processo per un incidente stradale. «Devo ancora esaminare attentamente — dice — il rapporto della polizia. Ma si tratta di poche pagine». Si dovrebbe desumere che non siano tanti gli elementi sui quali impostare l'indagine. «Uno sconosciuto scrìve all'autorità giudiziaria per raccontare che è successo questo e quello. Ovviamente, quando si è davanti a una denuncia anonima è tutto più difficile». Una denuncia in ogni caso non trascurabile. «Qualche volta — fa presente Alois Klammer — si trova una corrispondenza tra la realtà e quanto descrìtto in una lettera anonima. Staremo a vedere. Certo, se non si riesce a identificare l'autore dello scrìtto la faccenda rimane complicata». Il paese di San Candido aspetta gli sviluppi di questa inchiesta, s'interroga con sgomento su quel suo ospedale, quieto ricovero nel verde della vallata. I malati venuti anche dalle zone intorno, per evitare gli affollamenti e le traversie dei grandi nosocomi cittadini, a cercare un'assistenza particolarmente premurosa. Adesso, stando a una denuncia, l'ospe¬ dale di San Candido si rivelerebbe una specie di «lager», come quello viennese di Lainz, con gente intenta a sopprimere chi va «troppo lentamente» incontro alla morte. Orrore e indignazione tra i medici e gli infermieri. Replica Hubert Lechner, direttore sanitario: «Dicono che qui ne muoiono tanti? Ma bisogna anche considerare che abbiamo tanti ricoveri. Portano qui anche qualche turista: qualcuno è vittima di un incidente o di un infarto, non c'è niente da fare e spira nella nostra corsia». Nell'87, rammenta il direttore sanitario, l'ospedale di San Candido ebbe circa 3000 degenti. Dall'85 ad oggi 176 decessi, di cui 56 lo scorso anno. C'è an¬ che un «cambiamento di mentalità», osserva Hubert Lechner. «Una volta i vecchi volevano andare a morire a casa loro: erano gli stessi famigliari a insistere per portarseli via, quando non c'erano più speranze. Adesso i vecchi restano qui fino all'ultimo. Quindi, più decessi in ospedale, soprattutto nel reparto di Medicina». Sospetti sull'autore della lettera anonima? «Sospetti proprio no. Ricordo che alcuni mesi fa ci fu qualche protesta da parte di un parente, per una morte improvvisa. Ma son cose che capitano. Spesso i famigliari non vogliono rendersi conto di un aggravamento improvviso delle condizioni del loro congiunto». Niente di anormale, dunque, all'ospedale di San Candido. Ma adesso ci sono queste indagini. Walter Amhof, amministratore, conferma: «Sono stati qui tre poliziotti, due di Bolzano e uno di San Candido. Hanno chiesto i nomi del personale medico e di quello infermieristico, hanno raccolto dati sui decessi. Ma non si son presi nemmeno una cartella clinica: secondo me questa sarebbe la prima cosa da fare per un'indagine». Un'indagine che comunque va avanti, con un interrogativo angoscioso: possibile che all'ospedale di San Candido la «premura» si sia spinta fino alla «eliminazione» di malati irrecuperabili? Giuliano Marchesini

Persone citate: Alois Klammer, Hubert Lechner, Klammer, Mario Martin, Walter Amhof

Luoghi citati: Bolzano, San Candido