Con Falcone tutto il Csm

Con Falcone tutto il Csm Votata la nomina a procuratore Con Falcone tutto il Csm ROMA. «E' il successo di una riacquistata unità e della maggiore consapevolezza attorno ai problemi della mafia»: Giovanni Falcone, neo-procuratore aggiunto di Palermo, ha appreso la notizia della sua promozione appena rientrato nel capoluogo siciliano da Roma. Ormai viaggia con aerei di Stato per non creare problemi ai passeggeri della compagnia di bandiera. E per evitare il rischio di un attentato a bordo di un velivolo. «Il futuro? Il futuro è proseguire con altre funzioni lo stesso lavoro che facevo prima». Pacato e sereno come al solito, commenta al telefono con poche parole la sua promozione. Da pochi minuti un amico di palazzo dei Marescialli l'ha chiamato per comunicargli che il plenum del Csm ha approvato la sua nomina all'unanimità. Come giudica Falcone il ritiro degli altri concorrenti allo stesso incarico? «E' proprio questa la dimostrazione della riacquistata unità», dice. Dopo le violente polemiche che investirono gli uffici giudiziari di Palermo e gli attacchi al pool antimafia, la cui attività è stata ridimensionata dall'arrivo di Antonino Meli al vertice dell'ufficio istruzione, sembra che nel capoluogo siciliano si sia tornati a respirare un'altra aria. Vera o apparente che sia. Ma quanto ha influito sulla sua scelta l'attentato cui è scampato la scorsa settimana? «Non ho idea, so solo che la domanda l'ho presentata molto tempo prima». E a chi gli dice che il tentativo di far saltare in aria la sua casa potrebbe rivelarsi una burletta, risponde in un momento di rarissima autoironia: «Sì, in effetti sono stato io. Man mano che mi regalavano i candelotti di dinamite li mettevo da parte. Quando sono arrivato a 56 ho deciso finalmente di agire...». Battute a parte, ieri il Csm, oltre alla nomina, ha anche approvato sempre all'unanimità un documento di solidarietà ed apprezzamento nei suoi confronti. Nell'ordine del giorno, illustrato da Marcello Maddalena, presidente del comitato antimafia di palazzo dei Marescialli, si chiedono anche misure più efficaci e più estese per la protezione dei magistrati più esposti nella lotta alla mafia. Al dibattito, insolitamente sintetico (un'ora), sono intervenuti una decina di consiglieri. Carlo Smuraglia, componente laico di nomina pei, ha osservato come contro la mafia occorra insistere sulla professionalità per creare non un solo Falcone ma uno schieramento di giudici con le stesse sue capacità. Vincenzo Geraci, siciliano e già appartenente al pool antimafia di Palermo, si è rallegrato per il ritiro degli altri concorrenti alla poltrona di procuratore aggiunto, sottolinenado come si sia arrivati alla nomina di Falcone nel pieno rispe'.to delle regole. Nel documento approvato, il Csm chiede anche un incontro con l'ufficio di presidenza della commissione parlamentare antimafia e con l'alto commissario Domenico Sica «per uno scambio di vedute e informazioni e per l'individuazione delle linee di azione che ciascuno deve seguire nell'ambito rigoroso delle proprie competenze, ma in stretto collegamento con gli altri organi dello Stato». E' l'inizio, si dice, di una strategia più organica nella guerra alla piovra, da portare su diversi fronti. Ma c'è anche chi vede nell'iniziativa del Consiglio superiore la volontà di porre un limite ai possibili scavacalmenti da parte del superprefetto Si¬ ca. Le polemiche fra Csm e alto commissario non sono ancora sopite anche se l'organo di autogoverno dei giudici ha in passato faticosamente concesso a tre magistrati l'autorizzazione a passare nello staff del superprefetto. A palazzo dei Marescialli rimane ora il problema di trovare ima onorevole collocazione ai «generosi» concorrenti di Falcone. Ieri pomeriggio Giuseppe Prinzivalli, numero uno della Corte d'appello di Palermo e presidente al maxi-processo ter, è stato nominato procuratore della Repubblica a Termini Imerese. Giuseppe Barcellona è stato promosso procuratore della Repubblica presso la pretura circondariale di Palermo. Restano da accontentare Marcantonio Motisi, vice-consigliere istruttore, Vittorio Aliquò, sostituto procuratore generale, e Salvatore Celesti che, come procuratore della Repubblica di Caltanissetta, sta indagando sul fallito attentato a Falcone. Ruggero Conteduca li giudice Giovanni Falcone

Luoghi citati: Caltanissetta, Falcone, Palermo, Roma, Termini Imerese