Lo Stato da solo non vince di Marco Neirotti
Giallo sui miliardi di Monza Torino, il primo premio della Lotteria abbinato a un biglietto invenduto Giallo sui miliardi di Monza Le Finanze: «Cerchiamo una spiegazione» TORINO. «Lotteria di Monza. Biglietto AS 66031. Primo premio: due miliardi. Venduto a Torino». E, invece, il biglietto pare non sia stato venduto affatto: risulta «restituito» dal rivenditore allo Stato, quindi non sorteggiabile. Ien mattina s'erano già accese la caccia al vincitore, la gioia dell'edicolante in attesa del suo premio di sei milioni, la soddisfazione d'una città abituata a sentirsi esclusa dalle grandi vittorie «a vantaggio del Centro e del Sud». A mezzogiorno arrivava la prima delusione, un'ora dopo non ci si raccapezzava più, a pomeriggio appena iniziato si parlava di «giallo della lotteria di Monza». Che cosa sia successo, che fine abbia fatto il tagliando, fino a ieri sera non si è riusciti ad appurarlo. Tempestati di telefonate, al ministero delle Finanze rispondevano con molta cortesia, ma argomenti pochi: «Vedremo di chiarire». Ma una cosa garantivano: «Il sorteggio avviene dopo l'esclusione di tutti i biglietti che ri¬ sultano invenduti». Il che, a rigor di logica, significa che questo «AS 66031» dovrebbe essere nelle mani di qualcuno. Qualcuno che però — non esistendo almeno fino ad ora un rivenditore che ne conserva la matrice — potrebbe anche rischiare di non poterlo incassare. La faccenda è scoppiata ieri mattina, quando una telefonata ha avvisato Umberto D'Errico, 59 anni, e la moglie Renata Perotto, edicolanti in corso Inghilterra, a due passi dalla stazione di Porta Susa, che proprio loro avevano reso miliardario uno sconosciuto. E che a loro sarebbe spettato il premio di sei milioni: «Una bella notizia, proprio ora che stiamo per lasciare la gerenza e ritirarci». D'Errico e signora, passati i primi momenti di festa, si sono diligentemente dedicati alla burocrazia, andando a spulciare le matrici. Sorpresa: quella della serie AS 66031 non c'era. E' incominciata così una ricerca un po' meno allegra, un po' più nervosetta. Alla fine il giornalaio ha trovato quelle due lettere e i cinque numeri nell'elenco dei biglietti che aveva restituito: «Ne avevo comperati cento, trenta erano andati e settanta m'erano rimasti quando ci chiamarono per dirci che era ora di riconsegnare l'invenduto, cosa che in genere avviene almeno dieci giorni prima del sorteggio». Era la mattina di giovedì 8 giugno. D'Errico seguì la prassi e, dietro ricevuta, affidò i settanta tagliandi al Sinagi (sindacato nazionale giornalai): «A sua volta il Sinagi li dà alla Federazione italiana tabaccai che poi li consegnerà all'Intendenza di Finanza», spiega. Ma, se si escludono errori nella trascrizione o nel sorteggio, questo AS 66031 nell'elenco dei non venduti non c'è finito proprio. Racconta ancora l'edicolante: «Per tutto il giorno ho cercato di avere una spiegazione. Dalla Fidat di Roma, che cura le lotterie, me ne hanno fornita una possibile: qualche rivendita, non necessariamente torinese, rimasta all'asciutto, può aver chiesto all'ultimo momen¬ to una nuova scorta». Ma anche in questo caso qualcosa non funziona: perché allora non si è provveduto a correggere il nome del venditore, sostituendo il nuovo a quello di D'Errico? Insomma, soltanto domande e, per adesso, risposte nessuna. Quanto alle supposizioni, ognuno tenta la sua. Nell'edicola torinese c'è viavai di conoscenti, amici, molti arrivano per complimentarsi e scoprono che se complimenti sono da fare non è questo l'indirizzo giusto. Il giornalaio ora sorride («ma dovevate vedermi questa mattina quando ho scoperto questo pasticcio»), risponde alle telefonate, si passa le mani fra i capelli grigi e ripete: «Non ci capisco nulla». Poi ci pensa ancora, perché una spiegazione dovrà pur esserci. Ma scuote la testa: «E' una diavoleria». Alle sue spalle, in bella mostra, sta ritta come una sentinella la copertina rossa dei «Versi satanici» di Saiman Rushdie. Marco Neirotti Torino. Umberto D'Errico mostra la ricevuta dei tagliandi restituiti
Persone citate: D'errico, Renata Perotto, Rushdie, Umberto D'errico
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