Celentano-bis
Celentano-bis La Cassazione ordina un nuovo processo Celentano-bis Per Vinvito anti-caccia in tv ROMA. Per il celebre monologo in tv, andato in onda la sera del 7 novembre '87, Adriano Celentano dovrà essere processato di nuovo davanti alla Corte d'assise d'appello di Roma per violazione della legge elettorale. La Cassazione ha così lanciato un chiaro segnale a chi usa impropriamente il mezzo televisivo prima di una votazione. D'ora in avanti dovrà fare attenzione. Altrimenti rischierà. una condanna ad un anno di reclusione e ad una multa tra le 50 mila e le 500 mila lire. La prima sezione penale della Suprema Corte, presieduta da Corrado Carnevale, nonostante il parere contrario del sostituto procuratore generale Mirto Aloisi, ha infatti annullato la sentenza di assoluzione con formula piena dell'ex-presentatore di Fantastico, decisa in primo e in secondo grado di giudizio. La Cassazione, accogliendo parzialmente il ricorso del pg di Roma, Ettore Maresca, ha ritenuto erronea e insufficiente la motivazione della sentenza d'appello sul punto riguardante «l'elemento soggettivo» del reato punito dall'articolo 8 della legge n. 130 del '75. Tale norma vieta le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta in luoghi pubblici o aperti al pubblico nel giorno delle elezioni e in quello precedente. Celentano è stato invece definitivamente prosciolto con formula piena «perché il fatto non sussiste» dalla gravissima accusa di «attentato ai diritti politici del cittadino» (un reato sinora mai contestato in Italia). In quella famosa puntata di «Fantastico» aveva invitato i telespettatori a scrivere l'8 novembre '87 sulla scheda del referendum la frase «La caccia è contro l'amore, non la vogliamo». [p. f.l
Persone citate: Adriano Celentano, Celentano, Corrado Carnevale, Ettore Maresca, Mirto Aloisi
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