Madrid guida l'Europa di Aldo Rizzo

Madrid guida l'Europa Madrid guida l'Europa L'unione monetaria può trainare quella politica S ul tema dell'unione economica e monetaria la Comunità europea si gioca il prossimo futuro. Non i prossimi anni, ma i prossimi decenni. Insomma è in gioco l'Europa del Duemila. Ma manca una spinta decisiva, come avrebbe sperato il presidente di turno, lo spagnolo Felipe Gonzalez. Si procede passo dopo passo, sperando di vincere, prima o poi, la resistenza britannica. Margaret Thatcher ha attenuato certe asprezze della sua posizione, ma resta, per così dire, l'eroe negativo del «summit» di Madrid. Perché l'unione economica e monetaria è tanto importante? Perché, perduta l'occasione di arrivare alla sospirata unificazione europea per la via maestra della politica, ci si prova ora per quella dell'economia. Già il mercato unico europeo del 1993 sarà uno straordinario balzo in avanti. Ma esso resta pur sempre un abbattimento di barriere e di vincoli, un grande spazio economico. Invece l'unione è un fatto in positivo, è l'unificazione progressiva delle politiche economiche, e infine delle stesse monete. Significa un trasferimento senza precedenti di sovranità nazionali a un'autorità comunitaria. La storia dell'unione economica e monetaria è lunga. Comincia nel 1970, con l'iniziativa del primo ministro lussemburghese Werner. Ne nacque il cosiddetto serpente europeo, un primo tentativo di coordinare le valute europee tra di loro, che tuttavia non ebbe vita lunga. Il progetto rispuntò nella seconda metà del decennio, per merito del francese Marjolin e dell'inglese Jenkins, a quel tempo presidente di turno della Commissione. Ne nacque lo Sme, il sistema monetario tuttora in vigore, anche se, per ironia del caso, proprio gli inglesi rifiutarono di aderirvi. Proprio dallo Sme ora si riparte, per un progetto ancora più ambizioso, che dovrebbe portare in tre fasi a una vera unificazione delle politiche economiche e monetarie, in pratica, nell'ultima fase, a una moneta unica europea. E a quel punto anche l'Europa politica sarebbe praticamente fatta, perché non è concepibile un'Europa politicamente frantumata o molto distinta al suo interno quando uno dei massimi simboli della sovranità nazionale, la moneta appunto, è diventato comune. La disputa che si è accesa a Madrid era sul fatto che la Gran Bretagna, anche se il governatore della «Bank of England» ha firmato il rapporto Delors, non vuol saperne di prendere un impegno politico preciso circa l'intero processo di unificazione. La signora Thatcher arriva ad accettare che il 1° luglio 1990 parta la prima fase (che poi consiste nel rafforzamento e nel completamento dello Sme) ma rilutta ad accettare la cosiddetta unicità del processo. E pone condizioni anche per l'ingresso della sterlina nel sistema monetario vigente. Ancora una volta la signora Thatcher non ha temuto di trovarsi isolata e gli altri l'hanno un po' aiutata evitando un braccio di ferro che avrebbe portato al fallimento del vertice. Singolare personaggio. Col suo carattere e col suo talento politico, sarebbe stata uno dei punti di forza dell'Europa, se ne avesse sposato in qualche misura consistente la causa. Invece non va oltre il disegno gollista di un'Europa delle patrie, dotata certo di un'apprezzabile coordinamento, ma lontana da ogni forma di autorità sovrannazionale. Eppure ci sono appena state le elezioni europee, con la pesante sconfitta dei conservatori. A differenza di De Gaul-. le, che era a suo modo un ideologo, ella non è tuttavia estranea al pragmatismo, e su questo contano gli altri per vincerne, passo dopo passo, la resistenza. Intanto, in qualche modo, l'Europa va avanti. Lo dimostra anche questo vertice di Madrid, il primo in terra di Spagna, cioè di un Paese che solo quattro anni fa non era neppure nella Comunità europea e che ora ha retto con dignità e vigore la sua prima presidenza di turno, fra l'altro annunciando l'ingresso della peseta nello Sme. Madrid è ora una delle grandi capitali di un'Europa in movimento, nonostante tutto. Aldo Rizzo

Persone citate: De Gaul, Delors, Felipe Gonzalez, Jenkins, Margaret Thatcher, Thatcher