Le Marche non vietano le cozze sospette

Le Marche non vietano le cozze sospette Le Marche non vietano le cozze sospette In Romagna il consumo è stato proibito, nella regione vicina no - L'assessore alla Sanità: «Sarebbe un provvedimento immotivato» ■ Ma i primi casi di intossicazione si sono verificati in provincia di Pesaro ANCONA — I primi casi di intossicazione, una decina, si sono verificati proprio nelle Marche, a Gabicce, il 14 giugno scorso. Eppure le autorità sanitarie regionali ancora non hanro preso nessun provvedimento. Anzi, non sembrano affatto intenzionate a farlo. -Perché siamo contrari a misure spettacolari-, dice l'assessore regionale alla Sanità Paolo Polenta, in polemica con la collega dell'Emilia Romagna, Riccarda Nicolini, che ha vietato la raccolta, la vendita ed 11 consumo di cozze e molluschi attaccati da una microalga che provoca gastroenteriti a chi le mangia. Precisa l'assessore marchigiano: -Al momento nessun dato dice in modo inequivocabile che dalle cozze pescate sulla costa marchigiana possano derivare problemi sanitari. Per questo un'iniziativa come quella presa in Emilia Romagna ci sembra poco motivata». La sicurezza dell'assessore contrasta con il parere di altre autorità sanitarie. Proprio ieri l'Usi di Pesaro ha rivolto due appelli. Uno al consumatori: non mangiate mitili, anche se bolliti e di provenienza controllata. L'altro alla Regione Marche: adottate l'ordinanza di divieto in vigore in Emilia Romagna. Allarmati da notizie riportate sulla stampa nazionale e relative a località molto vici- ne, ristoratori ed albergatori pesaresi hanno tempestato di telefonate gli uffici della locale Usi. Per precauzione, è stato risposto di togliere le cozze dal menù, in attesa dei risultati di ulteriori esami. La risposta definitiva dovrebbe venire domani dal Laboratorio di biologia marina di Cesenatico, dove sono sta¬ ti inviati campioni di cozze raccolte nel tratto di mare pesarese. Ma, nell'attesa, assessore, non era forse opportuno vietarne il consumo? -No, sarebbe un provvedimento basato su non si sa bene cosa». Non la pensa allo stesso modo il professor Corrado Piccinetti, direttore del La- boratorio di biologia marina di Fano: 'Come misura cautelativa avrei vietato le cozze, nell'interesse sia dei consumatori, sìa dei produttori". Il professor Piccinetti cerca di smorzare i toni allarmistici sulla presenza della microalga «Dinofhis» che, mangiata dalle cozze (ma anche da altri mitili, quali capesante e ostriche), dà vita alla tossina responsabile delle gastroenteriti che, in questi giorni, hanno colpito decine e decine di persone nelle Marche e in Emilia Romagna. 'Ma la microalga provoca soltanto effetti lievi e temporanei». La presenza della «Dinofhis» è in qualche modo collegata all'inquinamento del Mare Adriatico, per esempio al fenomeno dell'eutrofizzazione? 'Certamente no. Di questo tipo di microalghe, oltretutto, sono stati trovati appena qualche decina di esemplari per litro d'acqua. Episodi del genere si sono verificati due, tre anni fa nel golfo di Trieste, nel 1983 sulle coste francesi, nel 1978 su quelle olandesi, più volte, infine, in Spagna. Forse anche in Italia si è già verificato in precedenza, ma o è passato sotto silenzio o lo si è collegato ad altri motivi, per esempio la vicinanza dei mitili pescati a qualche fogna». Franco De Felice

Persone citate: Corrado Piccinetti, Franco De Felice, Paolo Polenta, Piccinetti, Riccarda Nicolini