Il socialismo arabo perde il suo profeta di Igor Man

Il socialismo arabo perde il suo profeta Morto a Parigi Michel Aflak, fondatore del Baath Il socialismo arabo perde il suo profeta (Fu il cultore di una dottrina laica integratasi con l'Islam) PARIGI — Michel Aflak. fondatore del movimento nazionalista arabo 'Baath», è morto a Parigi all'età di 79 anni. Aveva occhi malinconici ma incisivi, parlava sussurrando. Tanto efficace nello scrivere della sua filosofia politica, tanto involuto, prolisso, egli era nell'esporla a voce. Pur essendo un vero animale politico non era capace di parlare a braccio con efficacia. Allorché leggeva, però, le cose cambiavano: risultava, il suo, un discorso affascinante. Sempre. Anche quando si concedeva alla liturgia metamarxista. Ogni anno, il 7 di aprile, Michel Aflak pronunciava, a Baghdad, il discorso celebrativo del Baath, il che è come dire che celebrava se stesso, inventore riconosciuto del «socialismo arabo». Erroneamente si pensa, e qualche volta si scrìve, che sia stato Nasser a inventare il socialismo arabo, Vistiraki. n Raiss ha creato il socialismo egiziano ch'è tutt'altra cosa, n pensiero politico di Nasser è segnato dalla contraddizione tra il principio della partecipazione popolare e il principio della «guida cosciente». Da una parte la rappresentatività degli operai, dei contadini, degli studenti, dall'altra il controllo esclusivo di tutte le leve del potere all'esercito. Per Michel Aflak, invece, »il popolo è lutto, soggetto ed oggetto politico; idea e prassi». Ma Nasser era un militare che modellò il suo progetto di Stato rifacendosi alla voce Corporativismo della Treccani; Michel Aflak apparteneva alla media borghesia damascena fieramente nazionalista. A Parigi, verso la fine dei ruggenti Anni Venti, alla Sorbona venne iniziato al marxismo al quale si ispirò per elaborare insieme con Salah Bitar la dottrina del Baath. Entrambi sognano di restituire agli arabi il senso della fraternità e dell'unità, superando le frontiere che giudicano artificiali perché 'lascito amaro della violenza colonialista». Per tanto, nel Baath, la «direzione nazionale» è eletta nell'ambito della Nazione araba e rappresenta una sorta di «internazionale araba» mentre la «direzione regionale» riguarda ogni singolo Stato. Sono precisazioni indispensabili per comprendere la storia tormentata del Baath, divenuto partito nel 1947, allorché, dal 4 al 7 aprile, in un saloncino del caffè Al Rashid al Saifi viene tenuto il primo congresso costitutivo. Ma è dopo la fusione, nel 1952, con il Partito socialista arabo, del siriano Akram Hourani, che nasce il Partito Baath arabo-socialista, ovvero Partito della rinascita (o resurrezione) araba. 'Unità, libertà, socialismo», ecco lo slogan che definisce la linea d'azione del Baath. La dottrina ancorché impregnata fortemente di laicità, integra l'Islam in quanto -cultura e civiltà» e riconosce la libertà di religione. Salah Bitar era sunnita, Aflak un cristiano divenuto, poi, musulmano. Nel 1968, assurto il Baath al potere in Siria, Michel Aflak viene a trovarsi in mi¬ noranza nel partito, lo costringono ad abbandonare la carica di segretario generale. Due anni prima, gli iracheni avevano creato una propria direzione regionale. E nel 1968, allorché l'ala irachena del Baath prende il potere a Baghdad, 11DC congresso del partito (a Beirut) elegge un'altra e diversa direzione nazionale con Michel Aflak segretario generale. Carica, in verità, onorifica che tuttavia acquista un alto valore simbolico nella «guerra di religione» che da allora avvelenerà Damasco e Baghdad. Chiara nei suoi principi generali, vaga se non nebulosa nei suoi sviluppi, la dottrina baathista è essenzialmente pragmatica a dispetto della sua pretesa teoricità. E l'Iraq, nella persona di Saddam Hussein, entrato nel partito a 19 anni, l'ha adattata alla sua realtà. Più volte mi son sentito dire, in Medio Oriente, che la (finora) irresist'bile ascesa di Saddam Hussein si deve in buona parte 'all'assistenza ideologica» di Michel Aflak. n grande maestro viveva immerso nei suoi infiniti libri che intasavano un alloggio spartano. Padre di due regimi al potere, odiato dall'uno, venerato dall'altro, Michel Aflak oramai da anni trascurava il partito. Sdegnava i favori (nel 1978 contestò coraggiosamente la politica di Baghdad verso i palestinesi, verso i comunisti) sicché visse da povero ma consapevolmente ricco della sua purezza ideologica. Igor Man