Le scuderie come il selvaggio West di Angelo Conti
Le scuderie come il selvaggio West IPPICA Dietro lo sciopero che blocca San Siro oscure storie di intimidazioni e violenze Le scuderie come il selvaggio West II driver Sergio Pasolini pestato perché il suo cavallo era stato squalificato - E martedì scorso è comparsa anche una pistola DAL NOSTRO INVIATO MILANO — A San Siro c'è terrore. Dietro lo sciopero, che ha bloccato per due sere l'ippodromo del trotto, emergono brutte storie di intimidazioni e di violenze. Un guidatore (Franco Pasini) è stato caricato a forza su un'auto e poi percosso a sangue perché non era riuscito a vincere, un altro (Manlio Capanna) è stato minacciato di morte per essersi permesso di attaccare il favorito, un altro ancora (Alessandro Milani) si è visto chiedere dieci milioni a titolo di •risarcimento danni- per non avere vinto una corsa che neppure lui sapeva di dover vincere. Ma i fatti più incresciosi, quelli che hanno fatto scattare gli scioperi, vale la pena di raccontarli nel dettaglio. La settimana scorsa Irambo Jet, piuttosto appoggiato al gioco, sbotta di galoppo e viene squalificato: la «punizione» per il suo driver Sergio PasoUni consiste in un pestaggio bello e buono. Martedì sera, proprio di fronte alle scuderie di Anselmo Fontanesi e di Massimo Santi, un uomo si presenta con un revolver in mano. Minaccia un'altra persona, parole dure. «La devi finire di tormentarmi. Sparisci-. Secondo alcuni testimoni il primo uomo cerca anche di sparare, ma l'arma s'inceppa Poi i due personaggi scompaiono correndo nel sottopassaggio che porta in un'altra zona delle scuderie. Dopo dieci minuti riemerge il primo uomo, senza pistola: è pesto e sanguinante, il volto tumefatto. -Un cavallo mi ha dato un calcio- spiega a clii lo soccorre. Quell'uomo è un artiere, padre dell'allievo Bermi. La causa del •calcio del cavallo- sarebbe il secondo posto ottenuto dal figlio la settimana prima, in sediolo di un certo Famulo: non avrebbe dovuto piazzarsi. Altri episodi, in cui ci si è limitati alle parole, hanno visto coinvolti anche il presidente della giuria e due top driver: il bolognese Giancarlo Baldi e il torinese Pino Rossi. Le scuderie riservate ai cavalli ospiti sono infatti poste a pochi metri dal parcheggio intemo alla pista Ieri mattina all'ippodromo milanese c'erano visi molto lunghi. Lo sciopero significa un mancato guadagno — da parte delle scuderie — di quasi cento milioni a sera. Qualcuno pensa già di andarsene. Angelo Nuti, noto anche al pubblico dei non appassionati per essere il guidatore di Exodus RI (che appartiene al Ricchi e Poveri) e di Littonale (di Anna Oxa e Fausto Leali, ora «prestato» al Telefono Azzurro di Bologna) sta facendo le valigie: •Me ne vado a Trieste dove c'è aria meno inquinata-. Il presidente dell'associazione lombarda dei guidatori è Dario Bertini. Un driver della vecchia guardia, sereno e pacato: •Dobbiamo agire così per dare tranquillità a un ambiente che è terrorizzato. Qualche elemento equivoco, ai margini delle corse, c'è sempre stato. Ma alle pistole in scuderia non eravamo ancora arrivati-. C'è sconforto per come gli enti tecnici e la Società Milanese stanno gestendo l'emergenza. Vanni Parenti, l'amministratore delegato della Milanese, ha cercato ieri mattina di scongiurare lo sciopero offrendo un pacchetto di •misure urgenti-: chiusura di tutti i cancelli e del varco che collega le tribune alla scuderìa, costruzione di una barriera fra parcheggio e scuderìe degli ospiti. Le proposte sono state respinte e lo sciopero a oltranza confermato. E' in perìcolo anche il convegno di martedì sera, attesissimo per il rientro stagionale del campioncino Lemon Dra, puledro che è considerato fra i candidati del prossimo Gran Premio Nazionale. Lo sciopero potrebbe essere revocato lunedi pomeriggio, dopo rincontro che il presidente dell'Unire Zurlo ha concordato a San Siro con i rappresentanti del guidatori, degli allenatori e dell'Ente Nazionale Corse al Trotto. Una relazione, con la richiesta di un fattivo intervento, verrà sottoposta anche al prefetto di Milano. I guidatori, dal canto loro, vogliono che sia impedito l'accesso alle tribune di San Siro a tre-quattro persone, considerate i capi delle due gang malavitose (una di estrazione calabrese, l'altra palermitana) che cercano di controllare le corse. Non hanno ancora fornito nomi e cognomi, ma si tratta di pregiudicati conosciuti nelle scuderìe con pittoreschi soprannomi: «Vito pazzo», «Lete», «Palermo». I primi due sarebbero i protagonisti delle aggressioni, verbali e non, a carico dei guidatori. L'ultimo a San Siro non lo si vedrà comunque per qualche tempo: l'altro giorno è stato ferito da un poliziotto, durante una rapina. Angelo Conti
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