La fiamma dei tribuni

Educazione dell'oratore Educazione dell'oratore «E' più vantaggiosa la scuola pubblica» «Il futuro oratore deve abituarsi fin dall'infanzia a vivere in società: più vantaggiosa è pertanto la scuola pubblica». Ante omnia futurus orator, cui in maxima celcbritate et in media rei publicae luce vivendum est, adsuescat iam a tenero non reformidare homines neque solitaria et velut umbratica vita paUescere. Excitanda mena et ottoUenda semper est, quae in eiusmodì secretis aut languescit et quendam velut in opaco situm ducit, aut contro tumescit inani persuasione: necesse est enim nimium tribuni sibi qui se nemini comparat Deinde, cum proferendo sunt studia, caligai in sole et omnia nova offenda, ut qui solus didicerit quod inter multosfaciendum est. Muto amièitias, quae ad senectutem usquefirmissime duroni religiosa quadam necessitudine imbutae: neque enim est sanctius sacris isdem quam studila initiari. Adde quod domi ea sola diacere votesi quae ipsi praecipientur, in sellala etiam quae aliis. Audiet multa cotidie probari, multa corrigU proderit alicuius òbìurgata desidia, proderit laudata industria, excitabitur laude aemulatio, turpe ducei cedere pari, pulchrum superasse maiores. Accendunt omnia haec animoa, et, licet ipaa vitium sit ambitio.frequenter tamen causa virtutum est. Quintiliano. Instltutio oratoria, 1,2,18-22 Anzitutto il futuro oratore, che è destinato a vivere in mezzo alla folla e nella piena luce della vita pubblica, deve avvezzarsi fin dalla fanciullezza a non provar soggezione della gente, e non venire su, se cosi posso dire, pallido e smorto a causa di una vita condotta nella segregazione e nell'ombra. Lo spirito deve essere continuamente stimolato ad elevarsi: ma in un simile isolamento o si snerva e, non vedendo mai il sole, si copre, per cosi dire, di ruggine, oppure, al contrario, si gonfia di vana presunzione; è inevitabile, infatti, che abbia un eccessivo concetto di sé colui che non si confronta con alcuno. In seguito, quando l'istruzione acquisita deve essere portata sotto gli occhi di tutti, la sua vista si offusca al pieno sole, ed egli inciampa in ogni ostacolo imprevisto, com'è naturale che accada a chi ha imparato a fare tutto solo ciò che va fatto in pubblico. Tralascio le amicizie, che durano saldissime fino alla vecchiaia, pervase da un senso d'amicizia che non esiterei a definire religioso; infatti l'essere iniziati ai medesimi culti non costituisce vincolo più sacro che l'essere iniziati ai medesimi studi. Si aggiunga poi il fatto che il fanciullo che viene istruito in casa può apprendere soltanto ciò che viene insegnato a lui personalmente, mentre a scuola può imparare anche ciò che viene insegnato ad altri: udrà giorno dopo giorno molte approvazioni, molte correzioni; gli gioveranno i rimproveri mossi a qualche compagno neghittoso, gli gioverà veder premiata la diligenza di altri; il suo spirito di emulazione sarà stimolato dal desiderio di ben figurare; riterrà vergognoso essere superato da un coetaneo, onorevole l'aver superato i più anziani Tutte queste competizioni impediscono alla volontà di rilassarsi e, ammesso pure che l'ambizione sia per se stessa un difetto, tuttavia è frequentemente all'origine di comportamenti buoni e corretti. prof. Giuseppe Querin Istituto magistrale «Berti» di Torino

Persone citate: Giuseppe Querin

Luoghi citati: Torino