Il trotto sciopera contro la mala di Angelo Conti

Il trotto sciopera contro la mala Il trotto sciopera contro la mala I guidatori di San Siro si fermano ad oltranza: denunciano intimidazioni e violenze di delinquenti che vogliono falsare le corse MILANO — I guidatori di San Siro scioperano contro la malavita. Non hanno corso ieri, probabilmente non correranno neppure stasera. Con un secco comunicato hanno reso noto che non scenderanno in pista sino a quando non sarà 'fatta pulizia- all'interno delle scuderìe. I professionisti che aderiscono all'associazione nazionale di categoria (cioè quasi tutti) hanno votato il documento all'unanimità. Vi si legge che sciopereranno 'Sino a quando gli enti preposti al regolare svolgimento delle riunioni non adotterrano seri provvedimenti in relazione al preoccupante dilagare di episodi di violenza all'interno dell'ippodromo che mettono in pericolo l'incolumità di allenatori e guidatori-. Dietro a queste parole c'è una serie di episodi noti ma ce ne sono decine di altri che si è preferito tacere, nel tentativo di difendere il «buon nome» del trotto milanese. L'ambiente stenta a comprendere come solo la trasparenza possa aiutare a fare autenticamente pulizia. L'episodio più clamoroso, anche perché il solo denunciato nei dettagli, ha avuto come protagonista un guidatore fiorentino, Manlio Capanna detto «lo zingaro». Capanna, che è giudicato un estroverso spaccone, ma che è anche una brava persona, fu avvicinato il 4 aprile scorso mentre stava rientrando in scuderìa in sulky. Alcuni energumeni lo minacciarono di morte: il driver era «responsabile» di avere attaccato a lungo il favorito Gattopardo con il suo Gonzales Om. n driver preferì ritirare dalle corse i due suoi cavalli che ancora dovevano scendere in pista. L'Ente Nazionale Corse al Trotto, nei giorni successivi, promise «una rapida inchiesta e la sollecita individuazione del responsabile: Un responsabile — va chiarito —che, poiché era all'interno del recinto delle scuderie, doveva avere un titolo (ed una tessera) per entrarci. Dell'inchiesta e del responsabile, a tutt'oggi. non si sa nulla. n caso Capanna non è il solo. Pesanti minacce sono state lanciate (sempre all'interno dei recinti) anche a due guidatori milanesi. Intimidazioni sono state rivolte verso un altro guidatore bolognese e uno torinese che va per la maggiore. I loro nomi, nell'ambiente, sono noti. I guidatori se la prendono con l'Unire, l'Encat e la Società Milanese. Unire ed Encat, gli enti romani, hanno grandissime responsabilità per il modo assurdo con il quale viene gestita la giustizia sportiva. Le sentenze (sempre blande) arrivano dopo mesi, a volte anni, dai fatti sotto inchiesta. La Società Milanese ha la grave pecca di aver perso il controllo degli accessi alle scuderie. Ma sarebbe sciocco che proprio i promotori dell'iniziativa, e cioè i guidatori, si esimessero da un «esame di coscienza». Troppo spesso proprietari che hanno soldi vengono accolti e osannati, indipendentemente dalla loro altrettanto ricca fedina penale. Una scuderia, in attività a Milano con numerosi cavalli, vieni familiarmente definita sugli spalti di San Siro «scuderia San Vittore*. Chissà perché? Angelo Conti

Persone citate: Capanna, Gonzales Om, Manlio Capanna

Luoghi citati: Milano