«Il Toro s'è mosso in ritardo» di Giorgio Barberis

Vatta: «Ma quale radiolina: voglio vincere» Vatta: «Ma quale radiolina: voglio vincere» TORINO — Una settimana fa lo slogan di Sergio Vatta era: "Non basta sperare, occorre credere nella salvezza-; adesso, battuta anche l'Inter dopo il Como e con la terza partita-spareggio alle porte, il tecnico del Torino è ancora più risoluto: "E'il momento di credere, più che mai, in questa possibile salvezza. E' la matematica che ci autorizza a farlo». Ma non è soltanto questione di cifre, esiste anche un aspetto psicologico che Vatta tiene a sottolineare: «Un mese fa — ricorda — l'aspirazione era dì arrivare a uno spareggio. Ebbene, eccoci accontentati. La partita di Lecce ha questo valore e vincendola siamo salvi. D'accordo, saremo in trasferta, ma almeno non vivremo l'eventuale lotteria dei rigori. Saranno 90 minuti in cui ci si gioca tutto, senza dover chiedere qualcosa ad altri. E'fortuna di non poco conto essere arbitri della situazione, poter dire a noi stessi che possiamo tirarci fuori senza far conto sui risultati altrui'. E' la prima volta che ci troviamo in questa situazione". La grinta di Vatta è coinvolgente, i due punti sono il suo unico obbiettivo in quella che sarà — a meno che non si verifichi la necessità di uno spareggio, nel caso i granata pareggino e Ascoli-Lazio si concluda con risultato pieno per una delle due — la sua ul¬ tima panchina con la prima squadra. Poi tornerà ai giovani, a quella «primavera» da tutti invidiata per i risultati che ottiene e soprattutto perché rappresenta un inesaurìbile serbatoio. Cinque partite sul palcoscenico maggiore, con la possibilità di centrare una storica salvezza. "D'accordo, però le soddisfazioni sono poche. Come le sorprese. Semmai prevale la rabbia perché questa squadra avrebbe potuto salvarsi prima. Addirittura oggi sarebbe già un'altra cosa con un solo punticino in più, per esempio quello che abbiamo lasciato all'A¬ scoli pareggiando in casa'. Vatta non è comunque tipo da lamentarsi più di tanto, preferisce guardare al futuro: «VooZto la vittoria — ripete — perché solo cosi abbiamo la certezza di restare in serie A e perché ad Ascoli può diventare partila vera solo nel momento in cui si sappia che il Torino sta vincendo a Lecce. Allora sì, anche tra ascolani e laziali la sfida si accenderebbe davvero. Io, però, non starò ad ascoltare la radio: dobbiamo giocare per imporci, con mentalità che escluda tutto il resto'. Il principio di far conto sulle proprie forze è basilare. Ma quali sono paure e incognite nell'awicinarsi a questo appuntamento molto probabilmente senza appello? -Dobbiamo guardarci dalla compattezza di questo Lecce — risponde Vatta —. Specie in casa i pugliesi riescono a esprimere una continuità di gioco in grado di mettere in difficoltà chiunque. Per contro può verificarsi un fatto nuovo e cioè che questa volta siano loro ad avere un pizzico di paura visto che si ritrovano a giocarsi tutto, quando ormai da qualche tempo pensavano di essere ai margini della mischia, praticamente fuori. Per loro perdere può significare uno spareggio al quale non pensavano-. Ma non è del Lecce che Vatta vuole parlare. Difatti prosegue: -// rischio per noi è che dopo Como e Inter qualcuno possa pensare di farcela senza dare lutto. Sarebbe un errore imperdonabile: i campioni dovranno giocare da campioni, gli altri adeguarsi, in pratica diventare campioni anche loro-. A Lecce i supporters granata non saranno più di tanti: -Al di là dei regolamenti che autorizzavano il Lecce a comportarsi in un certo modo, anche se era inopportuno farlo, questa volta davanti a una platea di cinquantamila persone il risultato sarà più che mai determinalo dai giocatori in campo-. Giorgio Barberis

Persone citate: Sergio Vatta, Vatta

Luoghi citati: Ascoli, Como, Lazio, Lecce, Torino