E il dollaro va giù
E il dollaro va giù La Fed non interviene, Sumita smentisce un accordo tra i Grandi E il dollaro va giù Il biglietto verde scivola a 1421,5 - Riparte il marco, la lira si indebolisce nello Sme - Allarme dal Messico: le riserve valutarie internazionali sono diminuite del 62% in un anno ROMA — Dollaro in forte calo ai fixing europei. A Milano la divisa Usa è stata indicata a 1421,5 lire contro le 1441,9 lire del fixing precedente. A Francoforte, dove la Bundesbank non è intervenuta, il dollaro è sato fissato a 1,9561 marchi contro 1,9894 marchi di mercoledì. Mercoledì la marcia al rialzo della moneta americana era stata bloccata negli Stati Uniti da una serie di interventi «non dichiarati» della Fed a mercato aperto e dagli appelli delle autorità monetarie giapponesi e tedesche per un più adeguato rapporto di cambio. Inoltre il giallo rappresentato da voci incontrollate su un presunto accordo segreto tra i Paesi appartenenti al cosiddetto G-3 (Stati Uniti, Giappone e Germania federale) per frenare il dollaro nel corso dei prossimi mesi ha influito pesantemente sulle quotazioni. Il mistero si è infittito ancora ieri mattina perché, mentre il governatore della Banca del Giappone, Satoshi Sumita, ha smentito nel corso di una conferenza stampa l'esistenza di tale accordo, un funzionario anonimo del mi¬ nistero delle Finanze ha dichiarato di non potere smentire né confermare. L'affermazione è stata interpretata da alcuni come una mancata smentita all'esistenza di un simile patto. Il commento del ministero giapponese delle Finanze fa eco a un'analisi elaborata dalla Smick Medley International Inc. e circolata mercoledì. L'analisi ipotizzava l'esistenza di un piano o un accordo fra i tre Grandi finalizzato a deprimere la divisa americana. Secondo un'opinione largamente diffusa tra gli operatori proprio la circolazione del rapporto è stato uno degli elementi determinanti nel recente indebolimento del dollaro. Con il dollaro in ritirata il marco è apparso in ripresa. Al fixing di Milano la moneta tedesca è stata indicata a 726,4 lire contro le precedenti 724,9. La Banca d'Italia non è intervenuta né al fixing del dollaro né a quello del marco, dove sono passati di mano 73,5 milioni di dollari e 91 milioni di marcili. All'interno dello Sme la lira si è indebolita. Al fixing di Milano il franco francese è salito a 214,01 lire dalle precedenti 213,65; il fiorino olandese è passato a 645,05 lire dalle precedenti 643,51; il franco belga è salito a 34,72 lire dalle precedenti 34,612. Al di fuori dello Sme guadagna terreno anche la sterlina, che al fixing di Milano sale a 2215,1 lire dalle precedenti 2211,20. Continuano intanto le difficoltà monetarie dei Paesi del Terzo Mondo; le riserve monetarie intemazionali del Messico sono diminuite del 62% dal febbraio dello scorso anno all'ultimo mese di marzo. Lo ha reso noto la Banca del Messico precisando che le riserve sono passate dall' equivalente di 16,2 miliardi di dollari, una delle cifre più alte mai toccate nella storia del Paese, a 6,154 miliardi. La riduzione, secondo gli esperti, è proseguita anche dopo marzo per cui le riserve del Messico sono ridotte al minimo tanto che il governo ha sollecitato nuovi prestiti per poter far fronte ai suoi impegni. Il crollo è il risultato della politica economica adottata dal governo di sostenere artificialmente la parità del peso per contenere l'inflazione. Il presidente della Fed Alan Greenspan con Paul Volcker
Persone citate: Alan Greenspan, Paul Volcker, Satoshi Sumita, Sumita
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