Un jeans per Gorby di Valeria Sacchi
Un jeans per Gorby I fratelli Perna lanciano la linea «Perestrojka» Un jeans per Gorby La stona della Pop '84, il secondo gruppo italiano di abbigliamento casual, con duecento punti vendita - L'obiettivo è di arrivare a quota mille MILANO — Arrivano 1 jeans targati Gorby, che non sono proprio jeans ma pantaloni da lavoro, e arrivano giubbotti, T-shirt, felpe, tutti disegnati da una giovane stilista russa, colori base 11 blue denim e il rosso ruggine, segni caratteristici: la stella rossa a cinque punte e molti simboli sovietici. La linea della perestrojka, che si chiama «Soviet» è stata presentata ieri pomeriggio ufficialmente alla Stazione Centrale di Milano, in una affollatissima sala d'aspetto di 2* classe, da modelli russi, una decina tra ragazzi e ragazze, e da chi la produce: Tonino e Remo Pema, due fratelli imprenditori che, nel giro degli ultimi dieci anni hanno messo insieme un business che nel 1989 fatturerà 500 miliardi, e il cui marchio più noto è -Pop 84». Il gruppo, che si articola in tre società situate in Abruzzo-Molise, è oggi il decimo produttore mondiale di abbigliamento casual, il secondo in Italia dopo Benetton. E' anche la prima realtà industriale privata del Mezzogiorno, con aziende che danno lavoro a ottomila persone, la metà delle quali nella provincia di Isernia, e un giovane team di manager. I suoi conti sono in ordine, nel 1987 su un fatturato di 360 miliardi, l'utile netto è stato pari a 15,7 miliardi, il cash flow ha superato i 21 miliardi. Rispetto all'anno precedente la crescita del giro d'affari era stata del 43% mentre l'esportazione ha pesato per il 30%. Non basta. Pop già dispone di una rete di 200 negozi monomarca, 160 dei quali all'estero, soprattutto Canada, Francia e Norvegia. Punti vendita esistono a Praga, Sofia, Budapest, Tel Aviv, New York, Helsinki, Francoforte. E l'obbiettivo è di espandere l'organizzazione fino a raggiungere 400 punti vendita entro quest'anno e 1000 entro il 1990. Per finanziare questa crescita, il gruppo ha fatto ampio ricorso ai mercati intemazionali: nel settembre scorso, con l'assistenza di Fincomit, ha ottenuto una multi-option facility di 12 miliardi, preceduta da altri due finanziamenti in Ecu per 10,5 miliardi. Società capofila è la Pantrem di Isernia, cui fanno capo altre due società industriali, Eurocompany e Manifattura Ittierre. Insieme producono dodici marchi, alcuni diretti come «Pop 84», «Taverner», «Quarry», e altri su licenza. Ittierre sforna tutta la linea jeans di Trussardi ed ha appena concluso un accordo per la prima linea di abbigliamento giovane di Versace, che sarà sul mercato entro l'estate. Inoltre, sta per entrare in fase operativa l'accordo produttivo e commerciale concluso nel gen¬ naio scorso con la Monto, uno dei colossi giapponesi dell'abbigliamento, che si è impegnata a vendere nei prossimi tre anni capi della «Pop» per 15 miliardi di lire. Il lavoro su licenza rappresenta c ire a un t e rz o d el fatturato complessivo. Con i Paesi d'Oltrecortina, «Pop» ha rapporti da tempo: da dieci anni è presente a Budapest e sta per sponsorizzare il Gran Premio di Ungheria che si correrà ai primi di agosto. L'operazione fa parte di una campagna che ha già coperto una decina di Gran Premi: quest'anno «Pop» ha investito due milioni di dollari nella Formula 1, mentre alla promozione di «Soviet» è già destinato 114% del fatturato della nuova linea che,entro due anni, dovrebbe arrivare a 100 miliardi di vendite. Il lancio di «Soviet» arriva sull'onda del grande successo degli orologi «Soviet» che, solo negli Stati Uniti, hanno venduto in due mesi quasi 90.000 pezzi. Un successo che dovrebbe ora ripetersi con pantaloni e camicie. Valeria Sacchi Il premier sovietico Gorbaciov visto da Levine
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