Petrolieri, l'obiettivo è produrre pulito

Petrolieri, l'obiettivo è produrre pulito Benzina verde, motori e impianti non inquinanti, i problemi ambientali superano la paura di una crisi Petrolieri, l'obiettivo è produrre pulito ROMA — Nessuno parla più di eventuali buchi negli approvvigionamenti: le preoccupazioni dei petrolieri sono ora rivolte alla benzina verde, ai motori non inquinanti, alla pulizia degli impianti. Il problema ambientale ha infatti dominato i lavori dell'assemblea dell'Unione petrolìfera. Non è mancato un conflitto nella piccola folla di ministri presenti: Giorgio Ruffolo (psi, ambiente) ha annunciato -l'incentivazione di misure per l'adozione della marmitta catalitica sulle vetture esistenti» (un argine agli scarichi nocivi); Adolfo Battaglia (pri, industria) giudica "Complicata e costosa» l'incentivazione e vuole invece "un certificato di controllo sulla qualità della emissione» dei gas di scarico. In particolare, Ruffolo ha precisato che un "importante accordo si sta concludendo con il massimo produttore automobilistico italiano, la Fiat» per privilegiare l'auto con marmitta catalitica, revisionare le vetture vecchie, agevolare la ricerca per il motore pulito. Al contrario. Battaglia pensa a soluzioni graduali, sostenendo che "la via più ragionevole è imporre a tutte le autovetture del parco circolante una messa a punto annuale del motore». ■ Le misure ambientali sono in discussione da tempo, senza risultati concreti. Se ne lamenta esplicitamente Franco Reviglio, presidente dell'Eni: "Dobbiamo registrare gravi rilardi nel varare le poche regole necessarie nel settore per ciò che riguarda la tutela ambientale (dagli incentivi alla benzina senza piombo alla normativa sulla qualità), tanto che diventa impossibile programmare gli investimenti». La dimensione delle inizia¬ tive necessarie è stata ricordata da Gianmarco Moratti, da un anno presidente dell'Unione petrolifera. Nel mondo, nei prossimi tre anni, sono previsti investimenti per la raffinazione per 45 mila miliardi -nella logica di una più rigorosa tutela ambientale» e con l'obiettivo di avere un petrolio -sempre più pulito». Moratti ha inoltre riallacciato il dialogo con il mondo politico, sostenendo che -è finito il tempo delle contrapposizioni tra politica e impresa petrolifera». Il confronto ruota intorno alla definizione di norme più moderne e alla liberalizzazione dei prezzi. I gruppi petroliferi italiani investiranno 20 mila miliardi in dieci anni. L'invito al dialogo è stato accettato, ma con qualche avvertenza. Giulio Andreotti, ministro de degli esteri, sollecita a -ricercare una grande correttezza nei rapporti». U vicepresidente del consiglio, il socialista Gianni De Michelis, ricorda -alcune colpe storiche dell'industria petrolifera italiana, quali i ritardi in materia di risparmio energetico e l'inadeguata distribuzione». De Michelis preme per -l'eliminazione delle inefficienze». Se Moratti si è espresso con toni ottimistici, Reviglio non ha mancato di avanzare riserve. Sostiene che -il sistema petrolifero italiano continua ad essere pesantemente amministrato e caratterizzato da una serie di rigidità operative che si risolvono in inefficienze per le imprese e costi crescenti per i consumatori». Renato Ruggiero, ministro socialista del commercio estero, si rammarica poi che calino le esportazioni verso i Paesi dai quali l'Italia compra petrolio. r. ipp.

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