Auto in città, male curabile

Auto in città, male curabile Convegno organizzato dalla Fiat sulla mobilità nelle metropoli Auto in città, male curabile Esperti di tutta l'Europa cercano la ricetta - De Rita: «Due ore al volante, ogni giorno» - Una proposta svedese: la tassa sulle strade - Romiti: «Troppa improvvisazione e poca conoscenza dei problemi» TORINO — E va bene: processiamo l'automobile. Ma non facciamone il mostro del Duemila, il nemico da combattere a qualsiasi prezzo. E' questo il primo, più evidente significato del convegno 'Mobilità e aree urbane' organizzato da chi le auto le produce, la Fiat. Come aula del tribunale, in corso Marconi hanno scelto la sede di via Chiabrera, quel ••Centro storico» dove sono ospitate preziose testimonianze della cultura motoristica italiana. A Torino sono arrivati ingegneri del traffico, sociologi, esperti di città europee che vivono la stessa, drammatica urgenza delle metropoli italiane. Hanno disegnato un quadro a ombre e luci, un cocktail dove si fondono cose fatte e progetti irrealizzati: per ritardi burocratici, carenza di fondi, «non scelte» politiche. E' venuto anche il ministro per le Aree Urbane. Carlo Tognoli. Il suo e stato un invito alla prudenza: -Dobbiamo uscire dalla drammatizzazione del traffico e instaurare nuove forme di convivenza: ciò non significa, naturalmente, stare a guardare^. Anche perché la mobilità non è più un problema, ma -il problema- come ha sottolineato il segretario generale del Censis, Giuseppe De Rita. Chi usa l'auto per spostarsi in città, trascorre al volante un tempo lunghissimo: quasi due ore al giorno. E percorre mediamente 47 chilometri (60 a Milano). L'ora di punta sta scomparendo, man mano che cresce il terziario: liberi professionisti.e commercianti percorrono in media 63 chilometri al giorno, contro i 27 dei dipendenti di aziende pubbliche. Ma c'è un altro aspetto che, secondo De Rita, non va trascurato. La mobilità è cresciuta insieme con l'offer"ta di servizi sociali: il percorso casa-scuola-casa degli studenti (e quindi dei genitori in auto) si è trasformato in casa-scuola-casa-lezione di nuoto-corso di inglese-casa. Anche i tragitti di queste famiglie sono sempre più frutto di scelte individuali e imprevedibili. E allora? Un'inchiesta Censis-Cnr mette in eviden¬ za alcuni pericoli che il cittadino automobilista sta correndo. La tendenza a modificare il proprio modo di vivere: 24 intervistati su 100 hanno cambiato casa per abitare più vicini al posto di lavoro; cambiano anche le reazioni: 20 automobilisti confessano di violare sistematicamente i divieti e 49 di provare fastidio al momento di salire in auto. La rassegnazione: il 17% degli intervistati ammette di soffrire il mal di traffico al punto di uscire sempre meno di casa; il 67% individua in linee di metropolitana e parcheggi il rimedio ai suoi problemi, senza considerare provvedimenti a breve. Ebbene, secondo De Rita, i numeri vanno analizzati «con grande freddezza-. -Non si deve reagire in base alle emozioni- è il suo monito. Si deve passare, cioè, a quella -cultura delle decisioni- che la stessa Fiat pone al centro del -libro biancopresentato ieri. La Casa tori- nese, però, non si ferma a enunciazioni di principio. A medio-lungo termine propone parcheggi di interscambio e di attestamento, sistemi di gestione del traffico, potenziamento di trasporto pubblico e rete viaria. Nell'immediato, riconosce validità a un attento controllo sulla sosta e alla creazione di isole pedonali (il docu¬ mento prende invece le distanze dai provvedimenti di chiusura dei centri storici). Ma, soprattutto, insiste sul «road pricing-, la tassa d'uso della rete stradale che ha già trovato sporadiche applicazioni in altri Paesi. «Va studiata con molta attenzione-, ha detto Cesare Sacchi nel presentare la proposta. 'Tassare- l'uso del suolo pubblico creerebbe di fatto diseguaglianze tra ricchi e poveri della strada, che, pur raro e sempre più prezioso, resta un bene pubblico. D'altra parte, i tecnici sostengono che è fattibile e, soprattutto, producente: riduce la congestione, incentiva l'uso del mezzo pubblico, consente di incamerare risorse. A Stoccolma una commissione di esperti ci sta lavorando da mesi. Secondo Bo Peterson, che la presiede, «una tassa di 7500 lire al giorno consentirà di ridurre il flusso di auto dal 15 al 20 per cento-. Il 'road pricing- non piace al ministro Tognoli che, anzi, propenderebbe piuttosto per «tasse di scopo- introdotte nella finanza locale: le «una tantum- imposte agli automobilisti sarebbero impiegate per progetti mirati. Tognoli, del resto, non condivide nemmeno le critiche ai progetti di chiusura dei centri storici: 'Dicono che le ha dettate l'improvvisazione: è un giudizio generalizzato. Lo dimostra il caso-Milano, dove il progetto di limitazione della Cerchia dei Navigli ha dato buoni risultati-. Già, ma Milano ha due linee di metropolitana (e tra poco saranno tre); ha parcheggi di interscambio in periferia. Insomma, tra le grandi città italiane, è la più avvantaggiata: Torino e Firenze, Roma e Napoli, partono per un verso o per l'altro da posizioni meno favorevoli. Non che l'erba del vicino sia più verde. Londra ha perso due milioni di abitanti in 50 anni, ma l'accresciuto pendolarismo ha cancellato l'immagine del servizio pubblico più efficiente d'Europa; Parigi scoppia, Siviglia spera nei finanziamenti privati per l'Esposizione universale del '92, ma intanto fa i conti con un centro invivibile; Monaco di Baviera e Lione sembrano isole felici: mezzo Consiglio comunale della città bavarese, però, è venuto a Milano e Bologna per studiare i piani di chiusura del centro. Insomma, traffico (e inquinamento) sono davvero il problema con la «p» maiuscola cui accennava De Rita. Un problema che in Italia risente ancora della cultura Anni Settanta, quando a molti l'auto apparve in declino inesorabile e la classe politica si fermò ad aspettarne la fine. Oggi la situazione è mutata, siamo quasi a una vettura ogni due abitanti. Eppure, come ha sottolineato Cesare Romiti nella presentazione del convegno, 'abbiamo l'impressione che sull'argomento esistano ancora troppa approssimazione e troppa demagogia rispetto alla conoscenza approfondita e alla obiettività di giudizio necessari per muoverci verso la soluzione del problema-. Giampiero Paviolo Giuseppe De Rita