Treni: Schimberni chiede una tregua di Gian Carlo Fossi

Treni: Schimberni chiede una tregua Il commissario propone ai ferrovieri un «patto per Testate» Treni: Schimberni chiede una tregua «Revisione dei salari e premi alla professionalità» - «I capi dei ribelli sono irresponsabili» - Lo sciopero prosegue fino alle 10 di domani, ma circola la metà dei convogli per passeggeri - Lunedì «giorno nero» per bus e aerei ROMA—Schimberni è riuscito a far partire, ieri e nella notte, un numero di treni tre volte superiore a quello previsto nel piano di emergenza per fronteggiare lo «sciopero delle cento ore» del macchinisti Cobas e autonomi. Contemporaneamente, ha proposto ai sindacati un «patto sociale» che, pur avviando il risanamento delle Ferrovie e tutelando il lavoro dei ferrovieri, garantisca ai cittadini un'estate senza agitazioni. Con questi due interventi, il primo operativo e l'altro più politico, il commissario dell'Ente delle Ferrovie si propone di dare una secca svolta, in positivo, alla gestione aziendale, cercando di superare le molteplici resistenze ed attenuare l'accesa conflittualità sviluppatasi negli ultimi mesi con ritmo allarmante. Gli stessi Cobas riconoscono a denti stretti una certa inversione di tendenza. Mentre, da un lato, confermano che la percentuale di astensione è stata in media dell'80% (con punte del 100% a Napoli e Bari, roccaforti dei «ribelli») rispetto al 50% indicato dall'Ente, dall'altro ammettono che 'hanno viaggiato più convogli rispetto ai precedenti, analoghi, scioperi, sia perché l'astensione non è generale, ma articolata, sia perché l'Ente è ricorso al massiccio utilizzo dei militari del Genio Ferrovieri e di ingegneri dei depositi, abilitati alla guida dei locomotori'. In realtà, la differenza rispetto al passato appare evidente. Ieri ha viaggiato il 60% dei convogli a lungo percorso, il 44% dei locali, il 30% per il trasporto delle merci. H 379t dei convogli è arrivato in perfetto orario, il 22% con ritardi fra i 6 e i 15 minuti, il 12% fra i 16 e i 30 minuti, mentre il 30% ha superato i 30 minuti, sia per la difficoltà di procedere tempestivamente alla sostituzione dei macchinisti mancanti all'ap¬ pello, sia a causa della necessità di effettuare un maggior numero di fermate per raccogliere nelle stazioni intermedie viaggiatori rimasti a piedi per la mancata effettuazione di altri collegamenti. Anche l'Ente sottolinea l'importanza che ha assunto, in questa circostanza, l'impiego degli ingegneri e dei capi-deposito abilitati alla guida dei locomotori: fra le 0,01 e le 10 di ieri mattina, ad esempio, quasi tutti i treni circolanti avevano in cabina di guida un rappresentante dell'una o dell'altra categoria di dirigenti ferroviari. Naturalmente, in tale situazione, non si parla più di precettazione per i macchlnisti-Cobas e autonomi. Lo sciopero si concluderà alle 10 di sabato e solo nella giornata di domenica, dopo il classico periodo di assestamento, il traffico potrà tornare alla normalità sui 16 mila chilometri della rete. Pure per oggi l'Ente garantisce un consistente numero di convogli ed impegna al massimo tutte le strutture e il personale per recuperare efficienza nel minor tempo possibile a partire dalle 10 di domani. Intanto, si intensifica la reazione dei sindacati confederali contro Cobas ed autonomi. "Lo sciopero delle cento ore — afferma Silvano Veronese, segretario confederale della UH —è un atto scandaloso che non colpisce né l'Ente delle Ferrovie, né un ministro latitante, ma gli interessi generali della colletti¬ vità. Iniziative del genere non appartengono alla tradizione del sindacato confederale italiano». Rimproverato il ministro Santuz per non aver attuato la precettazione, Veronese osserva che c'è stata troppa tolleranza verso piccole formazioni di qualifiche o di mestiere: 'Bisogna decidere una volta per tutte chi ha la titolarità della contrattazione e, quindi, la liceità a proclamare astensioni dal lavoro, così da riconoscere e colpire chi non rispetta le regole». Di rincalzo, il segretario generale della Uil-trasporti, Giancarlo Aiazzi, rileva che "l'avventurismo contro la gente e il sindacato confederale non paga: ora, però, l'Ente delle Ferrovie e il governo debbono attuare, nei tempi stabiliti, gli accordi sindacali». Luciano Mancini, segretario generale della federazione trasporti CgiL rilancia- "Dobbiamo respingere con forza il protagonismo scandalistico di Gallori (capo dei Cobas) che è un immane ricatto». In questo quadro, sempre molto teso, si cala la proposta di Schimberni per un «patto sociale». "Vogliamo giungere con i sindacati — spiega il commissario dell'Ente —ad un 'intesa globale che preveda un nuovo sistema di relazioni industriali, procedure per il raffreddamento della conflittualità, cancellazione della cosidetta pianta organica, ristrutturazione del salario in modo tale che premi le vere professionalità e riconosca quelle che meritano un trattamento specifico». Riferendosi poi allo sciopero in corso, Schimberni ha definito i capi dei Cobas e degli autonomi "irresponsabili», perché «se è vero che ci sono errori e ritardi da parte dell'Ente, è altrettanto vero che i due terzi delle richieste sono state soddisfatte». Infine, si preannuncia un lunedì nero nel trasporto urbano e in quello aereo. Se fallirà un incontro convocato per oggi dal ministro Santuz, gli autoferrotranvieri di CgilCisl-Uil bloccherano tram e autobus dalla mezzanotte di domenica alla mezzanotte di lunedì. Gli uomini-radar aderenti all'autonoma Anpcat incroceranno le braccia in tutta Italia dalle 7 alle 20 di lunedì, con qualche variazione per alcune torri di controllo: gli uomini-radar si asterranno a Pisa dalle 6 alle 24, a Venezia dalle 6 alle 22, a Bologna dalle 7 alle 23, a Genova dalle 9 alle 17. L'Anpcat non esclude la revoca dell'agitazione, se l'azienda di assistenza al volo deciderà di -sanare le inadempienze». Gian Carlo Fossi

Persone citate: Gallori, Giancarlo Aiazzi, Luciano Mancini, Santuz, Schimberni, Silvano Veronese

Luoghi citati: Bari, Bologna, Genova, Italia, Napoli, Pisa, Roma, Venezia