C'è lotta in Urss per far miliardi di Gian Paolo Ormezzano

C'è lotta in Urss per far miliardi C'è lotta in Urss per far miliardi E i manager italiani non san più con chi trattare E' cominciato per lo sport sovietico il professionismo, è cominciato il mercato, subito con un po' del bazar. Tre campioni hanno fondato una associazione dei professionisti, che si occuperà fra l'altro di gestire le loro prestazioni: si tratta del tennista Chesnokov, dell'hockeysta Fetisov e dello scacchista Kasparov (e qui c'è da ricordare che gli scacchi nell'Urss sono ritenuti alla stregua d'uno sport). Il giorno dopo una ditta italiana di calzature, la Simod, sede a Padova e in Svizzera, è scata presentata dal generale Valeri Syssoev, presidente delle Dinamo (cioè dei club polisportivi legati all'industria) come la rappresentante legale della sua associazione, casomai qualcuno volesse ingaggiare suoi calciatori e hockeysti, pallavolisti e cestisti. Sinora trattava tutto la Doma, con la filiazione sportiva di una impresa italiana per costruzione di impianti industriali. Sede in Liechtenstein, fondamentale il suo apporto per l'arrivo in Italia di Zavarov, nonché dei ciclisti sovietici dell'Alfa Lum. La Simod è in concorrenza con la Doma, ormai: fra l'altro il generale «comanda» anche alla Dinamo Kiev, la società di Protassov e di Mikhailichenko, l'ex di Zavarov, e ha già proclamato l'inamovibilità dei due almeno sino al 1990, ferendo definitivamente le speranze della Juventus. C'è battaglia nell'Unione Sovietica per essere interlocutori privilegiati del ricco sport occidentale, del ricchissimo sport italiano; c'è battaglia fuori per avere, se esiste, l'esclusiva. L'associazione Simod-Dinamo ha detto di ignorare la Sovietintersport, cioè l'agenzia sovietica che sin qui trattava con la Doma, per conto del governo di Mosca. La Doma fa sapere che comunque l'ultima parola spetta al Ministero sovietico dello Sport, di fronte al quale si sente interlocutrice privilegiata, per meriti ed esperienze. Una questione complessa, in cui lo sport sovietico rischia di passare, dal dilettantismo di stato, al professionismo esibito, all'offerta quasi sfrontata. Questo mentre una tennista, la Zvereva, alla fine di un torneo vinto negli Stati Uniti, si è messa in tasca l'assegnone di 25.000 dollari, rifiutando di consegnarlo alla sua federazione perché gliene restituisse qualche brìciola. Aggiungiamo il caso Zavarov, cioè il possibile ritomo in patria di un calciatore alle prese anche con il trauma dei suoi guadagni ridotti, di fronte alle scorpacciate dei suoi omologhi nella squadra e nel campionato, e il quadro è completo. In attesa che si metta sul mercato l'Armata Rossa con tutto il suo gruppo di campionissimi. I sovietici non sono fessi: hanno incassato bene per Zavarov e ora creano priorità, alimentano esclusive, indicono aste. Il tutto a velocità altissima, se si pensa a come stavano le cose ancora un anno fa, prima che i trasferimenti di Kidjatullin al Tolosa, Zavarov alla Juventus e Dasaiev al Siviglia (tutti affari trattati dalla Doma) inaugurassero l'era nuova. Fra un anno bazar apertissimo o mercato di nuovo chiuso per eccessi: è un pronostico fin troppo facile. Gian Paolo Ormezzano

Persone citate: Kasparov, Mikhailichenko, Tolosa, Valeri Syssoev, Zavarov

Luoghi citati: Italia, Mosca, Padova, Stati Uniti, Svizzera, Unione Sovietica, Urss