Tacconi: «Abbandoniamo la pista russa»

Tacconi: «Abbandoniamo la pista russa» Tacconi: «Abbandoniamo la pista russa» «Perché i migliori sovietici non verranno ceduti» aggiunge • Laudrup al Barcellona, tutto è deciso: contratto di 3 anni, presentazione la prossima settimana - Anche Cabrini saluta TORINO — La strada che porta (meglio, dovrebbe portare) all'Unione Sovietica si va facendo sempre più tortuosa dopo le dichiarazioni di Valéry Sisso e v, il presidente di tutte le Dinamo dell'Urss. La Juve non replica, anche perché con Sissoev non ha ancora avuto contatti. A rispondere, allora, ci pensa Tacconi. 'La via dell'Est? Meglio lasciarla perdere, e dedicarsi con maggiori energie verso i Paesi del centro Europa —taglia corto il portiere —. Diffìcilmente i sovietici rinunceranno a giocatori del calibro di Protassov, Mikhailichenko o Aleinikov, i quali se venissero in Italia non farebbero che indebolire la Nazionale di Lobanomski. Interesse dei dirìgenti russi è, al limite, mettere sul mercato gli atleti più anziani, non certo privarsi degli uomini migliori proprio in vista dei Mondiali-. Tacconi invita la società a cambiare obiettivi, evitando così di perdere ulteriormente tempo. E Zoff? Il tecnico fa spallucce e non sembra dare molta importanza alle accuse mossegli da Sissoev sul caso Zavarov. 'Non ho nulla da rimproverarmi — risponde il tecnico —. Penso di essere stato molto paziente, di aver cercato di capire i problemi psicologici e fisici di Sacha. Inoltre sull'effettivo rendimento del giocatore non ci sono misteri, tutti hanno potuto vederlo in campo, e darne una valutazione-. Quella di domenica, chissà, potrebbe essere la partita di congedo per lo zar incompreso. Lo è sicuramente, invece, per altre pedine della Juventus: Laudrup le valigie le ha già pronte da tempo, e Cabrini — dopo tredici anni di bianconero — appare più che mai deciso a farle. 'Non è ancora sicuro il mio trasferimento al Barcellona — ha commentato il danese —. Nell'incontro avuto martedì sera con Francisco Ventura, dirìgente della società catalana, durante il quale abbiamo discusso solamente le condizioni economiche, ho chiesto un paio di giorni per poter decidere con calma. L'ipotesi di giocare nella squadra spagnola è molto allettante, anche perché mi è stato assicurato che dovrei essere impiegato nello stesso ruolo che attualmente svolgo in Nazionale. Dovrò ora vedere, piuttosto, se i dirigenti del Barcellona accetteranno la mia richiesta di un contratto triennale-. Da Barcellona si assicura che mancano solo dettagli. Francisco Ventura ha precisato che lunedì verrà inviata a Laudrup la bozza del contratto, redatto in lingua inglese, e che con l'assenso della Juventus il documento verrà inviato all'Uefa. «La presentazione del nuovo attaccante del Barcellona avverrà in settimana», ha assicurato Ventura il quale ha aggiunto: 'Siamo dell'idea di accettare il contratto triennale, anzi vogliamo l'opzione sul quarto». Laudrup, un altro grande incompreso? Osannato per l'ottima partita giocata contro il Brasile, ha dato il meglio di sé anche negli ultimi incontri di campionato, grazie alla maggior fiducia accordatagli. E' difficile, ormai, che i tifosi assistano ad un nuovo rilancio del fuoriclasse danese. Le trattative fra Laudrup ed il Barcellona sono vicine alla conclusione, n giocatore è meno deciso del club spagnolo in quanto, correttamente, vuole informare Boniperti prima di firmare. 'Un rilancio un po' tiepido e sicuramente giunto in ritardo — ha aggiunto amaramente il numero undici bianconero —. D'altronde anche alla Juve sanno che la squadra s'inizia a costruirla fin da gennaio, mi pare che ora siano un po' in ritardo per avere dei ripensamenti. A Torino, poi, difficilmente potrei cambiare ruolo, non è che non mi trovi bene come ala sinistra, ma è certamente più adatto alle mie caratteristiche quello più centrale affidatomi nella nazionale danese-. Un altro grande addio sarebbe quello del capitano, che ha esplicitamente fatto richiesta di potersi trasferire in un altro club, dove poter giocare ancora un paio d'anni. "Dopo tanto tempo non è certo facile lasciare la squadra nella quale sei cresciuto, quella maglia che ti ha regalato tante gioie—conclude Antonio Cabrini —, ma è una scelta di vita che un calciatore deve mettere in conto. Alla Juve non ho problemi, ma a 31 anni vorrei concludere la mia carriera sul campo, anche di una società meno blasonata, e non in panchina-. Debora Vaglio