Mosca non cancella l'invito al Cremlino

Mosca non cancella l'invito all Cremlino Mosca non cancella l'invito all Cremlino dal nostro inviato PECHINO — Mentre gli Stati Uniti e l'Europa occidentale sospendono contatti ad alto livello con i dirigenti cinesi, il Cremlino si premura di confermare l'invito a Mosca per il vicepremier Tian Jiyun. Questo, secondo autorevoli fonti diplomatiche, e stato lo scopo dell'incontro che l'ambasciatore sovietico Oleg Troyanovsky ha avuto il 12 giugno con il viceprimo ministro e membro del Politbjuro. Secondo le stesse fonti, l'udienza si è svolta su richiesta dell'inviato di Mosca. Di essa è stata data ufficialmente notizia dall'agenzia Nuova Cina secondo cui i due avevano parlato di temi di comune interesse in vista della riunione nella capitale sovietica del comitato misto per la cooperazione economica. Non una parola sulla conferma dell'invito. Secondo il programma. Tian Jiyun sarebbe dovuto andare a Mosca nella prima settimana di luglio. Dopo la notte di fuoco sulla Tienanmen, Troyanovsky, su istruzione del suo governo, si è premurato di chiedere udienza per fugare eventuali dubbi e confermargli l'invito a Mosca. Da parte cinese, l'iniziativa è stata altamente apprezzata pur comunicando che «per i noti problemi interni- il viaggio dovrà subire un breve rinvio: di comune accordo, il vicepremier cinese andrà nella capitale sovietica nella seconda settimana di luglio invece che nella prima. All'iniziativa diplomatica sviluppata da Troyanovsky si sono accompagnate nei giorni successivi dichiarazioni a Bonn sugli eventi cinesi da parte dì Gorbaciov il quale ha cautamente preso le distanze dalla repressione attuata a Pechino. Si ha così una posizione di Mosca su due piani: da una parte quella mostrata al mondo da Gorbaciov a Bonn; dall'altra quella politico-diplomatica tesa a cercare dì trarre il massimo profitto dalla crisi apertasi tra Pechino e Stati Uniti. f.m.

Persone citate: Gorbaciov, Oleg Troyanovsky, Tian