«Scomparire è un diritto»

«Scomparire è un diritto» Un giovane ritrovato da «Chi l'ha visto?» rifiuta di tornare a casa «Scomparire è un diritto» Un giurista: «Legittimo rompere coi passato, se non si hanno obblighi di famiglia» - «La tv può lanciare appelli per trovare chi ha fatto perdere le proprie tracce, ma non deve dargli la caccia» ROMA — Era scomparso da casa lo scorso settembre. La tv lo ha ripescato, ma lui si rifiuta di tornare. Ai genitori adottivi ha detto: •Lasciatemi in pace, mi sono fatto una nuova vita. Di voi non ne voglio più sapere». Sandro Ramponi, 26 anni, ultimo ritrovato dalla trasmissione di Rai 3 «Chi l'ha visto?», ha telefonato in diretta per rivendicare il suo diritto di sparire. Ma una facoltà del genere, giuridicamente riconosciuta, esiste davvero? •Più che di un diritto si tratta di una serie di diritti che fanno capo alla persona — sostiene Franco Coppi, docente di diritto penale all'università La Sapienza —. Sono diritti sanciti dalla Costituzione, dal codice civile e, in senso contrario, anche da quello penale: diritti che per fortuna nel nostro Paese esistono». Coppi fa l'esempio del diritto di muoversi liberamente sul territorio, anche all'estero se si possiede un passaporto, del diritto di avere un domicilio inviolabi¬ le, di quello alla riservatezz*. che protegge la vita privata da forme di ripresa illecita, visiva o sonora. Certo, aggiunge il giurista, ci sono delle condizioni limitative e lo Stato impone degli obblighi. «Ma se non sono un minore, se ho ottemperato alla leva, se non ho obblighi verso moglie e figli e pago le tasse, nessuno può vietarmi di andare a vivere in un bosco o chiudermi in casa e nutrirmi calando un cestino. E la legge mi riconosce anche il diritto di rompere i legami affettivi con la famiglia. Salvo riconoscere poi la legittimità di un genitore, di un coniuge o di un semplice amico a mettersi sulle tracce dello scomparso, pur nei limiti considerati». E della tv che si intromette, allora, cosa si deve pensare? Per il professor Coppi la televisione è altrettanto legittima, finché non lede quei diritti. Insomma lanciare un appello va bene, scovare una persona a casa sua e riprenderla con la telecamera, no. Sandro Ramponi si era allontanato nove mesi fa da Cassana una piccola frazione in provincia di Ferrara. In motorino, con un minuscolo bagaglio. Di mestiere, faceva il parrucchiere. Con la famiglia adottiva aveva avuto parecchie liti. I problemi erano cominciati alcuni anni fa, quando quelli che credeva i suoi genitori gli avevano rivelato che era stato adottato. Lo choc per lui era stato fortissimo. Era anche scappato più volte di casa Ma all'epoca era un ragazzo. Oggi, invece, Sandro è un uomo che vive a Cinisello, ha un altro lavoro, probabilmente altri affetti (a Cassana aveva una fidanzata, che i genitori avevano acconsentito ad ospitare nella loro casa). Un uomo che ha rotto col passato, per propria scelta. Nel corso delle otto puntate della discussa trasmissione di Rai 3, è il secondo caso del genere. Ma, nell'altro, le circostanze erano ben diverse. Chi si rifiutava di riapparire era un carabiniere espulso dall'Arma perché diventato tossicodipendente. Eppure storie del genere, secondo la polizia, non sono rare in assoluto. «A volte capita anche a noi di imbatterci in persone che non vogliono "tornare"» dice Paolo Comes, dirigente superiore della Criminalpol che ogni anno ha a che fare con 2000 casi di «allontanamento», circa 200 dei quali si tramuteranno in vere «sparizioni». Cosa fanno i poliziotti in queste circostanze? «Invitiamo formalmente la persona a dare notizia di sé a chi la cerca. Ma una volta verificato che non si tratta di un minore e non ha pendenze o obblighi di nessun genere, non abbiamo alcun potere per obbligarla. Per noi — spiega Comes — l'esigenza di chi denuncia l'allontanamento e vuol conoscere la sorte di chi si è allontanato e il diritto alla riservatezza della persona che non si fa trovare, stanno sullo stesso piano». m. g. b.

Persone citate: Comes, Coppi, Franco Coppi, Paolo Comes, Sandro Ramponi

Luoghi citati: Cassana, Ferrara, Roma