Ascesa e caduta di un finanziere

Ascesa e caduta di un finanziere Ascesa e caduta di un finanziere MILANO — Il Presidente della Repubblica lo ha insignito della massima onorificenza: «Cavaliere di Gran Croce». Per il Vaticano, fu «Gentiluomo d'onore di Sua Santità» e «Cameriere segreto di cappa e spada». Eppure, la firma di Umberto Ortolani compare in tutti i maggiori gialli finanziari degli ultimi decenni. Chi fu davvero Umberto Ortolani e quale ruolo giocò nelle vicende politiche, economiche, religiose degli Anni '70? Viterbese, 76 anni, laurea in legge, divenne, nel dopoguerra, amministratore delegato della Ducati di Bologna Dall'Emilia a Roma il passo è breve, e la dimestichezza con gli ambienti del sottobosco politico arriva in fretta. La carriera di Ortolani è una girandola vertiginosa di cariche, presidenze, operazioni finanziarie, mediazioni politiche. Con un occhio di riguardo per l'editoria: proprietario dell'Agenzia Italia, la rilancia e poi la cede all'Eni di Mattei. Nel 1975, il rapiménto del figlio: un miliardo di lire, in dollari, il riscatto. Nel 1980 torna alla ribalta delle cronache per lo scandalo EniSophilau, coinvolto dalle accuse del ministro Formica. Ma il suo vero capolavoro è l'affare Rizzoli. La casa editrice milanese, in difficoltà finanziarie, non sa più a che santo votarsi. Ortolani riunisce alcuni dei futuri protagonisti: dallo stesso Rizzoli a Tassan Din, Calvi, Crespi, Alberto Ferrari. E proprio da questo nasce il sodalizio che porta 11 Banco Ambrosiano a svenarsi per acquistare il 40% della Rizzoli, che porta la casa editrice a finire sotto il controllo effettivo della P2, che porta, in fin dei conti, all'annientamento delle due aziende. Nel '77 entra nel consiglio di amministrazione della Rizzoli. E il suo ingresso coincide con il provvidenziale arrivo di un finanziamento di 100 miliardi proveniente dalla Germania. Dietro le quinte, qualcuno vede l'ombra di Lido GeUi, gran maestro della loggia P2, cui Ortolani, come dimostra il suo archivio, confida tutti i segreti del mondo degli affari, fino a diventarne la vera e propria mente operativa. Poi i disastri finanziari, l'esplosione dello scandalo P2, la latitanza. Ieri la resa, ultimo fra gli inquisiti per la bancarotta del Banco Ambrosiano. Ub Oli Umberto Ortolani

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