Ora la dc rilancia De Mita di Marcello Sorgi

Ora il dc rilancia De Mita Dal «voto grigio» di domenica una tregua che annulla le divisioni del congresso Ora il dc rilancia De Mita Sembra così profilarsi un asse tra Forlani e il presidente incaricato - Ma dietro la nuova unanimità già spuntano gli «ultras» delle correnti ROMA — All'ombra del voto grigio di domenica, l'ultima tregua democristiana è nata ieri mattina a Piazza del Gesù, con un asse De MitaForlani che comincia a delinearsi e l'incaricato che ritrova il pieno appoggio del segretario e quello unanime del partilo. E' una tregua, non ancora una pace, ma interrompe la guerra fredda fra i due leader che durava dal congresso. Forlani. contrario alla crisi, si trovo a subirla a cavallo fra il congresso socialista e l'ultimo scontro Craxi-De Mita. De Mita, che puntava a un reincarico per chiudere la partita col psi. subì a sua volta l'esplorazione. Sembrava l'annuncio della sua definitiva uscita di scena. Invece, a sorpresa e contro il parere di Forlani e Craxi. il Quirinale richiamo De Mita. In un documento ufficiale, il Presidente della Repubblica motivò la sua decisione col fatto che si trattava dell'-unico candidalo de-. E basto questo a far parlare il segretario socialista di -interferenze- e -presidenzialismo- del Capo dello Stato. C'era dunque una prima questione da chiarire per la ac: data la fredda accoglienza del psi all'incaricato, fino a che punto il partito doveva far quadrato? La risposta era rimasta nel vago anche dopo la direzione del 22 maggio, quando la de per la prima volta apn la strada a un tentativo-bis di De Mita. Il quale, per i suoi amici della sinistra e nel testo ufficiale del Quirinale, restava 1'-unico- cavallo in corsa della de. Ma per Forlani e la maggioranza intema democristiana era solo uno dei tanti papabili. Tutti i giochi de erano chiù- si in questo abile scambio di parole. Per i demitiani l'unicità della candidatura era un -prendere o lasciare- rivolto a Craxi, un modo di far rientrare dalla finestra la loro linea battuta al congresso. Per gli andreottiani la pluralità dei tentativi era la garanzia che. caduto De Mita, sarebbe toccato ad Andreotti. Per Forlani infine, un modo di garantire tutti senza sbilanciarsi. Forse è proprio per questo che De Mita, sorprendendo tutti, ha cambiato tattica e non ha preteso più questo chiarimento. Rinunciando al suo ruolo di leader alternativo a Forlani. in direzione il presidente uscente s'è presentato semplicemente come -incaricato-: -La mia bussola — ha spiegato — sarà la ricerca di una maggioranza politica e di una solidarietà politica vera. Se non c'è, è inutile continuare. Se c'è, passerò al programma. Quale formula, quali riforme e quali punti qualificanti proporre però, dovete dirmelo voi-. De Mita non ha chiesto autonomia per la conduzione dell'incarico. Il suo disegno è chiaro: porterà a Craxi solo quello che gli arrida il suo partito. Un -no» detto a lui sarà un -no- detto a tutta la de. A uno schema del genere Forlani non ha trovato motivi per opporsi. De Mita s'è detto convinto che il risultato insoddisfacente delle elezioni è dipeso anche -dalla rissosità interna della maggioranza-. e il segretario de ha concordato in pieno. All'incaricato, ha confermato -il sostegno pieno e la solidarietà- della de -perché il suo tentativo approdi a un risultato positivo-. Poi, fase per fase, De Mita si terrà in costante contatto col vertice della de. La convinzione di tutti è che il risultato del voto europeo, rendendo meno appetibili le elezioni anticipate, aumenti le probabilità di ricomposizione del governo. Ma dietro il nuovo asse che si delinea, davvero marcia tutta la de? L'unanimità è scritta sulla carta, ma quello che il vicesegretario Bodrato definisce «un cerchio di ferro per tenere unita la de- qui e là lascia sfuggire grida di protesta. Si levano da una parte e dall'altra della democrazia cristiana, dagli ultras delle correnti, da quelli che non hanno rinunciato a una resa dei conti, una volta e per tutte, nella de. C'è il rumore di fondo andreottiano, col mini¬ stro degli Esteri che sentendosi già successore designato, aspetta spiegazioni dal segretario. Sbardella, il proconsole di Andreotti in direzione, ieri ha interpretato la riproposizione del pentapartito come una - rigidità- e chiesto alla de di muoversi per un •governo possibile e soprattutto senza lanciarsi in guerre inutili a Craxi". Prima di concludere, ha ringraziato De Mita per la sua 'Serenità'. •Risparmiati l'ironia", lo ha interrotto Sanza, fedelissimo di De Mita. -Ironia un bel niente, io intendo che "serenamente" De Mita non deve bruciare il terreno a nessuno! -, ha replicato Sbardella. E accuse contrapposte riguardano ancora i deludenti risultati europei. Il forlaniano Casini dà la colpa al Tg3. ma fra le righe anche al Tgl e al vertice demitiano della Rai. Il direttore del Popolo sostiene che -iZ governo ha fatto una politica ingiusta, forte coi deboli e debole coi forti. Il suo rigore è stato come tirare via tremila lire dalla borsa di una vecchietta-. Il doroteo Lega accusa De Mita 'di non essere stato in grado di spiegare la scelta dei ticket". U Movimento popolare si associa con un documento. I demitiani non si fanno pregare per rispondere. L'ex colonnello Tabacci ironizza sul -voto intelligente' che ha rintuzzato le aspirazioni di Craxi e ha rimesso in gioco De Mita. Sui risultati. Sanza replica che 'Stavolta i conti tocca a noi farli: e mancano quasi due milioni di voti!-. -Insomma — conclude Mastella — l'unità è una scelta reciproca. Chi non la voleva, dovrà abituarcisi perforza!- Marcello Sorgi

Luoghi citati: Roma, Sanza