«L'economia Urss tracolla Ritorniamo al leninismo» di Emanuele Novazio

«L'economia Urss tracolla Ritorniamo al leninismo» Intervista con Shmeliov, uomo di fiducia di Gorbaciov «L'economia Urss tracolla Ritorniamo al leninismo» «Rischiamo il razionamento» - «Il governo venda case e terreni» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — «Mi viene in mente quel che diceva Mark Twain: "Le voci sulla mia morte sono un po' esagerate", e qui è lo stesso: è un po' presto per seppellire l'economia sovietica, ma i problemi ci sono e molto gravi. Vorrei sbagliarmi ma potrebbero aspettarci prove molto serie, fino al razionamento generalizzato». Nikholai Shmeliov, deputato al Congresso e economista radicale, è stato fra i primi a denunciare la gravità della crisi, quando si manifestarono le prime difficoltà della riforma. La sua diagnosi-non-è-cambiata al quinto anno di pereslrojka, e le sue restano ricette poco usuali, destinate, ancora, a sollevare polemiche: dalla massiccia importazione di beni di consumo alla libera vendita di case, terreni e trattori da parte dello Stato, dallo sviluppo della proprietà azionaria all'abolizione delle restrizioni sulla vendita di alcolici. Con una premessa che suona come un monito per Gorbaciov, al quale pure è molto vicino: -La fiducia e la pazienza della gente non sono infinite». Quali sono i problemi principali? La crisi finanziaria soprattutto e quella della nostra agricoltura, due problemi certo collegati strettamente. E crisi finanziaria vuol dire brusco peggioramento della situazione nel mercato dei consumi forte aumento dell'inflazione, mostruose dimensioni del deficit statale, vuol dire far funzionare a gran velocità la zecca di Stato, vuol dire mancanza di garanzie dello Stato sui depositi bancari della popolazione e delle aziende. Una minaccia seria. Se questo processo non verrà fermato in tempo andremo incontro al sistema del razionamento generalizzato, alla distruzione del la domanda, alla svalutazione del rublo, all'esplosione del mercato nero e della speculazione. In una parola, alla sospensione, anche se provvisoria, della riforma e al ritorno ai metodi annui lustrativi e autoritari. Che possibilità avete per evitare il disastro? Non è troppo tardi la si' tuazione non è del tutto fuori controllo. Ma abbiamo bisogno di misure insolite, non tradizionali per rista bilire l'equilibrio nel nostro mercato dei consumi un equilibrio tra i beni di consumo e il denaro a disposizione della gente. E soprattutto dobbiamo eliminare il deficit del bilancio. Qua! è la sua ricetta? Non sono necessarie misure straordinarie e forzate. Non si deve far tornare il bilancio in pareggio carpendo denaro alla gente. Nelle condizioni d'oggi ogni passo brusco, per esempio l'aumento dei prezzi oppure una riforma finanziaria che suonasse come un sequestro di denaro alla popolazione, potrebbero avere gravi conseguenze sociali Dunque? Dunque ' dobbiamo aumentare molto i redditi dello Stato e ridurre le spese. Dobbiamo, per esempio, normalizzare il commercio degli alcolici e rinunciare a questa riforma affrettata. Tornare al consumo libero? Certo, perché adesso ol- tre la meta della pròduzio- ne di alcolici è in mano ai distillatori clandestini. E poi lo Stato deve vendere tutto quel che può: terra, case, ma anche camion e trattori. Laterzafontedireddito per lo Stato è lo sviluppo della proprietà azionaria. E poi ci vuole la vendita di obbligazioni statali con buoni rendimenti reali Probabilmente ci vorrà tempo per tutto questo, ma la gente chiede beni di consumo subito. Ci vuole un rapido aumento delle importazioni. I soldi possiamo trovarli: riduciamo intanto le importazioni di grano, riduciamo per un po' le importazioni di tecnologia per l'industria pesante e per i progetti faraonici. Ridurre i nostri impegni internazionali: perché dobbiamo pagare lo zucchero cubano al 400 per cento del prezzo mondiale? Basta il cento per cento, e lo stesso riguarda, per esempio, il nikel cubano, che paghiamo al mille per cento. E poi ci sono i crediti: per le emergenze della nostra economia, nei prossimi due o tre anni possiamo prendere in prestito da venti a trenta miliardi di dollari. Il premier Ryzkhov è contrario. SI ed è un peccato: la mia opinione personale è che la sua relazione al Parlamento abbia sottovalutato 1 problemi finanziari. Esistono comunque altri metodi c'è la diminuzione delle spese: dobbiamo ridurre con urgenza gli investimenti che possono essere remunerativi soltanto in un futuro lontano, possiamo permetterci solo progetti dagli effetti immediati. Certo, ridurre le spese militari è una buona cosa, ma dobbiamo anche smettere di dare aiuto alle aziende in rosso, e bisogna frenare un poco gli investimenti delle aziende. Non rischia di essere un freno alla riforma? No, significa muoversi parallelamente in due direzioni. Non pensa che il suo progetto suoni come un'eresia ideologica per qualcuno? Non dobbiamo occuparci dell'ideologia ma del buon senso. Dobbiamo uscire da una situazione molto complicata e fare uso di tutto quanto ci può aiutare subito. So che Deng Xioping non è molto popolare, adesso, ma è stato lui a dire: "Non importa di che colore è il gatto, l'importante è che prenda i topi". Qua! è la via? Non abbiamo altra via d'uscita che tornare al modello leninista dell'economia, agli Anni Venti, naturalmente badando alla nuova situazione. Quel modello economico è stato efficace e vitale, e apparteneva al socialismo. Le nostre tragedie ce lo hanno fatto abbondo naie. Crede che la crisi economica porti con sé rischi politici? Dipende. Se scoppierà il caos nel mercato, e 1 segni già ci sono, se la tensione sociale non diminuirà, e già abbiamo manifestazioni inaspettate come Ferganà, ci saranno certo conseguenze sociali e politiche. Per quanto riguarda la sopravvivenza di Gorbaciov, non vedo però nessuna minaccia seria: non abbiamo alternative sul piano storico. Ma il consenso della gente? Continuerà a diminuire se i negozi resteranno semivuoti. La fiducia della gente non è infinita, e all'entusiasmo può subentrare l'indifferenza Ecco perché è importante ottenere qualche miglioramento nel mercato dei consumi. Se oggi il cittadino sovietico potesse acquistare coi suoi soldi tutto quel che vuole senza fatica, il tenore di vita raddoppierebbe in tutti gli strati della popolazione. Ma U problema non è l'aumento dei salari, anche se c'è chi ne ha isogno: il problema è la saturazione del mercato. Quale dev'essere la proporzione fra mercato e Stato? Se il nostro sviluppo continuerà come pensiamo, alla fine del prossimo decennio l'85 per cento del nostro prodotto nazionale sarà regolato dal mercato, e il 15 per cento dallo Stato. Il mercato dovrà restare sotto il controllo dello Stato, ma con mezzi economici Per esempio? Per esempio intervenendo sulla tassa sul reddito, o sul livello dei rendimenti sui depositi bancari, senza imposizioni amministrative. Come mai I negozi sono più vuoti ora di tre anni fa? La situazione è parados sale: produciamo più di pri ma, ma stampiamo denaro più in fretta. La gente si aspetta un'ulteriore crescita dell'inflazione, nuove difficoltà, altre svalutazioni del rublo e perciò compra più di quanto ha bisogno. Emanuele Novazio

Persone citate: Deng Xioping, Gorbaciov, Mark Twain, Nikholai Shmeliov, Ryzkhov, Shmeliov

Luoghi citati: Mosca, Urss