Attori e cantanti delusi dalle urne

Attori e cantanti delusi dalle urne Gli elettori non hanno premiato i nomi illustri presentati dalle liste di tutti i partiti Attori e cantanti delusi dalle urne Rimangono fuori dal Parlamento europeo Modugno, Michele Placido, il regista Sani peri e Miranda Martino «Bocciati» anche i medici Eolo Parodi e Azzolina - Tra i giornalisti esclusi Paternostro e Galli della Loggia ROMA — Cantanti, attori, registi, medici: le liste degli esclusi (ancora provvisorie, per i dati definitivi sulle preferenze bisognerà aspettare fino a questa mattina) pullulano di nomi di prestigio del mondo dello spettacolo e della scienza. La -politica dei lustrini», che tante soddisfazioni aveva riservato agli 'strateghi elettorali'delle varie sedi di partito nelle precedenti consultazioni politiche e arnministrative, questa volta sembra infatti non aver pagato. E ora, a calcoli quasi fatti, non pochi nomi illustri si trovano a fare i conti con bocciature impreviste e in alcuni casi clamorose. Primo fra tutti, il commissario Cattaui, all'anagrafe Michele Placido: forte dei record di ascolto televisivi fatti registrare con la Piovra, l'attore si era presentato nelle liste del polo laico ma, primo dei non eletti, dovrà rinunciare alla poltrona di Strasburgo. A meno che qualche rinuncia dei capilista non lo rimetta in gioco. La stessa sorte, anzi in questi casi le bocciature sono ancora più secche, è toccata a Ilaria Occhini. alla cantante Miranda Martino e al regista Salvatore Samperì: quest'ultimo, nella lista degli antiproibizionisti, ha raccolto solo 280 preferenze, piazzandosi in diciottesima posizione. Un po' meglio ha fatto Miranda Martino, nella stessa lista, che ha di poco superato il tetto delle mille preferenze. Il grande salto al Parlamento europeo non è riuscito neppure a Domenico Modugno: -mister Volare», radicale, nella diaspora degli esponenti della rosa aveva scelto la lista socialdemocratica. Ma le 9642 preferenze, che lo collocano all'undicesimo posto nella classifica del suo partito, non bastano per salire sull'aereo diretto all'emiciclo di Strasburgo. Non meglio è andata alla gloria del tennis nostrano Nicola Pietrangeli, liberale, travolto dalla débàcle del polo laico, al cantautore Manfredi e al caricaturista Vincine Poche soddisfazioni anche per i medici che si erano lanciati sulla strada della politica europea: il presidente dell'Ordine, Eolo Parodi, europarlamentare uscente e candidato nelle liste de nell'Italia nord-occidentale è stato bocciato. Così come il chirurgo Gaetano Azzolina, socia'democratico, e lo scienziato Felice Ippolito, candidato nel polo laico. Per quanto riguarda i giornalisti, alle conferme di Enzo Bettiza e Jas Gawronsky (che ha addirittura superato il segretario liberale Altissimo), veterani dell'assemblea di Strasburgo, si affianca la bocciatura di Emesto Galli della Loggia, esponente del polo laico. Un giallo, invece, tiene in sospeso la sorte del parlamentare ed ex direttore del Gr2 Gustavo Selva, democristiano. C'è battaglia. per poche centinaia di voti, con il primo dei non eletti Ferruccio Pisoni: 110.673 preferenze, contro le 110.226 di Selva. Ma lo scarto ridottissimo ha messo in allarme i due candidati, e Selva ha già annunciato l'intenzione di chiedere controlli rigorosi sul conteggio dei voti. Non ha superato l'esame europeo neppure Sandro Paternostro, giornalista, ex corrispondente della Rai da Londra e oggi conduttore di un telegiornale con aspirazioni paneuropee su un network televisivo privato: la candidatura nelle liste so¬ cialdemocratiche questa volta infatti non gli ha portato fortuna. Tra i personaggi di spicco della quarta circoscrizione (Italia meridionale) che non hanno superato l'esame delle ume, l'ex ministro Dario Antoniozzì, tredicesimo nella lista de con 131 mila voti, il politologo Gianni Baget Bozzo, quarto nelle liste socialiste con 142.509 voti e primo dei non eletti (in questa lista il presidente dell'Enit Marino Corona è giunto sedicesimo con 11.039 preferenze e il segretario nazionale del Movimento federativo radicale Geppy Rippa diciannovesimo con 6813 preferenze). Fra le candidature «curiose», da segnalare la doppia esclusione collezionata dalla famiglia Garibaldi: né Anita, socialista, né Annita, laica, hanno ottenuto voti sufficienti per aspirare a uno scranno europeo. Nella lista dei bocciati c'è anche un primato: quello degli esponenti del Federalismo Guido Magnetto e Massimo Garavelli, che a Milano hanno raccolto la bellezza di due e tre voti, rispettivamente. r.rh.

Luoghi citati: Italia, Londra, Milano, Roma, Strasburgo